Negli ultimi giorni del Festival di Venezia abbiamo affrontato un viaggio tra I Predatori dell’esordiente Pietro Castellitto e le conseguenze della violenza, della repressione e frustrazione popolare con Nuevo Orden di Michel Franco.

Ultimi giorni di sorprese quelli di Venezia 77 dove il concorso ha continuato a sfornare pellicole che incentrato il loro focus su un’altra grande tematica di quest’ultimo anno: la repressione civile.

Il 2020 è stato palcoscenico di moltissimi orrori, tanti dei quali già presenti nella storia della nostra umanità: la diseguaglianza dei diritti civili e umani, la discriminazione razziale, sociale e sessuale.

Michel Fraco parla di tutto questo nel suo Nuevo Orden, pellicola distopica che, purtroppo per noi, non si allontana poi così tanto dalla realtà. In questo affascinante dramma distopico ricco di suspense, uno sfarzoso matrimonio dell’alta società viene mandato a monte da una rivolta inaspettata, scaturita dal confitto sociale che dà il via a un violento colpo di stato. Attraverso gli occhi della solidale giovane sposa e dei domestici che lavorano per e contro la sua abbiente famiglia, Nuevo Orden descrive a rotta di collo la caduta di un sistema politico e la nascita di uno ancora più angosciante.

Dall’altra parte, invece, sempre parlando di società e differente – questa volta però generazionali – abbiamo uno straordinario e interessante esordio alla regia nel concorso della sezione Orizzonti. Pietro Castellitto, infatti, ci sorprende con la sua pellicola scritta, diretta e interpretata da se stesso: I Predatori.

È mattina presto, il mare di Ostia è calmo. Un uomo bussa a casa di una signora: le venderà un orologio. È sempre mattina presto quando, qualche giorno dopo, un giovane assistente di filosofia verrà lasciato fuori dal gruppo scelto per la riesumazione del corpo di Nietzsche. Due torti subiti. Due famiglie apparentemente incompatibili: i Pavone e i Vismara. Borghese e intellettuale la prima, proletaria e fascista la seconda. Nuclei opposti che condividono la stessa giungla: Roma. Un banale incidente farà collidere quei due poli. E la follia di un ragazzo di venticinque anni scoprirà le carte per rivelare che tutti hanno un segreto e nessuno è ciò che sembra. E che siamo tutti predatori.

Il regista afferma:

Questo è un film corale, ma i personaggi non lo sanno. Ognuno di loro è solo, perso in quel tratto di vita in cui nessuno sembra capirti e vorresti che tutto andasse dall’altra parte. Invertire il corso per vivere la propria speranza: è questa la loro battaglia. D’altronde, essere felici è un mestiere difficile. A volte, un mestiere da “predatori”.

Se vi foste persi la live, potete recuperarla qui:

 

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