The World To Come, la recensione: amori eterni, silenziosi e rivoluzionari

recensione di The World To Come

La recensione di The World To Come, l’elegante storia d’amore “proibito” in 16mm della regista Mona Fastvold, tratto dall’omonimo racconto di Jim Shepard e con due straordinarie Vanessa Kirby e Katherine Waterston.

Delicato, struggente, profumato al biscotto come un bacio rubato, febbrile e carico di paura e desiderio. La recensione di The World To Come, una delle migliori scoperte di questo Venezia 77 ad opera della regista Mona Fastvold. Una storia d’amore dal sapor agrodolce tra due donne che riesce fin da subito a conquistare, adoperando uno stile vintage e delicato, ma al tempo stesso ruvido e sensuale.

Scegliendo di utilizzare il 16mm, quindi ponendo lo spettatore di fronte ad una pellicola granulosa, quasi sporca e bruciata, la regista ci restituisce quel senso di vecchio, di memoria, quasi come se fossimo di fronte ad un ricordo sbiadito ma dall’anima forte, profonda. Un ricordo dai contorni sfumati, ma che dentro i suoi personaggi continua a battere intensamente, con insistenza e prepotenza.

 

 

Scegliendo di utilizzare il 16mm, la regista ci restituisce quel senso di vecchio, di memoria

Il senso del ricordo si rafforza proprio attraverso il racconto narrato dalla voce della Katherine Waterston, interprete della giovane Abigail che assieme a suo marito Dyer (Casey Affleck) vive nella campagna del nord dello Stato di New York, nel 1850.

È un diario quello della donna, dove i giorni vengono tracciati con cura, un momento privato, di distacco verso il resto del mondo, di completo isolamento mentale, per poi essere trasmessi allo spettatore quasi come se fosse un nenia; una storia che si snocciola tra parole, pensieri e riflessioni. Se inizialmente l’abbondanza di voice over, che riduce di moltissimo l’uso dei dialoghi e si sofferma in particolar modo sulle scene, i dettagli e particolari, vi potrà sembrare invadente e fastidiosa, a lungo andare si capirà che rappresenta uno degli elementi caratterizzanti di questa pellicola. Ci permette di conoscere meglio le protagoniste e comprendere altrettanto con più accuratezza le ragioni che le muovono.

 

 

 

Vecchi amori, nuove passioni

Abigail è una donna dal volto pallido, gli occhi malinconici e le labbra serrate. Il marito Dyer, con cui manda avanti la fattoria dove vivono da soli, è ormai l’ombra di un compagno. Una figura fraterna il cui amore è stato spezzato da un trauma troppo grande. Abigail e Dyer hanno, infatti, affrontato la perdita della loro bambina e questo ha creato una frattura irreparabile nella coppia.

 

recensione di The World To Come

 

Abigail è una donna complessa, ricca di sfumature. Ci rende partecipi del suo disagio interiore, dei suoi turbamenti, attraverso lo sguardo. Si, perché se da un lato la vediamo stoica, forte e distaccata, dall’altro lato comprendiamo quanto sia spezzata dentro, distrutta dal dolore e incapace ad elaborare la perdita.

Dalla sua voce, dalle pagine del suo diario, che scandiscono il tempo, l’anno in cui viene ambientata la storia e il percorso che i suoi personaggi compiono, comprendiamo il dolore, l’insoddisfazione di una madre ma, soprattutto, di una donna.

Dyer ci appare come un uomo ruvido, imbolsito, metodico. Un uomo quasi privo di sentimento, ma in realtà i suoi occhi parlano chiaro – come gli occhi di tutti i personaggi di questo film – e capiamo quanto anche per lui il dolore sia stato dilaniante. Quanto il senso di colpa e perfino l’inadeguatezza nei confronti della moglie, che in fondo ama di un amore sincero e dolce, lo stiano consumando nel profondo.

Un ruolo come questo non è di certo estraneo a Casey Affleck che, anzi, a voler proprio trovare il pelo nell’uovo, forse l’abuso di questi ruoli circoscritti nei confronti dell’attore, tende con il tempo a staccare. Ma, innegabile, quanto la parte gli calzi a pennello e quanto, alla fine del film, non possiamo fare a meno di provare una tenera compassione per il suo personaggio,  buono come pochi uomini dell’epoca.

 

 

 

Il sapore della Primavera

Mentre Abigail, riflette sull’anno che verrà, sfogliando le annotazioni del suo diario, si percepisce il forte contrasto tra il comportamento pacato e stoico della donna e le complesse emozioni che affiorano dalle pagine. All’arrivo della primavera, un elemento di “disturbo” entra nella vita della coppia, soprattutto nella vita di Abigail che verrà impetuosamente sconvolta, riscoprendo nella pelle e nella carne il brivido della vita.

 

recensione di The World To Come

 

Ricce e morbide ciocche rosse. Lentiggini sul volto pallido e di porcellana. Labbra sottili ma sensuali. Tallie (Vanessa Kirby) è una donna estroversa di straordinaria bellezza, appena trasferitasi con il marito Finney (Christopher Abbott) in una fattoria nelle vicinanze.

Nella sua conturbante e silenziosa sensualità, c’è qualcosa in Tallie che attira magneticamente Abigail

Nella sua conturbante e silenziosa sensualità, c’è qualcosa in Tallie che attira magneticamente Abigail, ma che al tempo stesso le mette un campanello d’allarme. Qualcosa che turba profondamente l’innata spensieratezza della donna. Un’ombra che si abbatte su di lei e che la spinge sempre di più ad approfondire l’amicizia con la ben più mite e pacata vicina bruna.

Entrambe, infatti, riempiano il vuoto delle loro vite, riscoprendosi sempre più vicine, sempre più intime. Spaventate e al tempo stesso eccitate da questo sentimento che cresce dentro, sempre più forte, sempre più intenso e incontrollabile, fino a cedere completamente, abbandonandosi alla regole, agli schemi di una società che non avrebbe mai e poi mai tollerato una relazione simile.

Assieme alle parole del diario di Abigail scopriamo, silenziosamente e con delicata attenzione, crescere l’intimità e l’attaccamento delle due donne, senza scadere mai nel morboso, nello stereotipo o nel volgare.

Mona Fastvold traccia un racconto senza tempo. La storia di un amore che cresce lentamente dando le sensazioni delle farfalle nello stomaco, di quei primi amori adolescenziali, quelle passioni incontrollabili con cui fare i conti e che si leggono in faccia negli occhi brillanti, nei sorrisi fugaci.

Sarà proprio la bellezza di questo puro e fresco amore a far cadere in trappola le due donne, conducendole lungo di un percorso tortuoso e straziante che le vedrà costringersi a dividersi, a vivere di quei ricordi d’estate all’ombra degli alberi, del profumo della vita, della pelle calda che si sfrega.

 

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È un percorso che va avanti lungo le stagioni, che dura un anno, come il più tenero degli amori destinati a sfiorire come i fiori in autunno. Un percorso che viviamo assieme a loro, scandito dal tempo, dalla voce più tenace di Abigail, dalle immagini toccanti e dalla regia quasi soffuso della regista.

 

 

 

La forza della memoria

Interessante il lavoro fatto su pellicola che, appunto, sottolinea ancora di più l’intenzione di mettere in scena il ricordo, così come il modo di scandire il passare dei giorni, dei mesi e della stagioni, mostrando sullo schermo le pagine del diario che passano.

The World To Come è, in fondo, un film semplice, ma ci conquista proprio grazie alla sua semplice. Per il suo innato spirito senza tempo. È un film al femminile ma dove la controparte maschile, due uomini così diversi tra di loro, diventa assolutamente fondamentale. Da una parte i sentimenti feriti di Dyer ma che alla fine comprende le ragioni di Abigail, dall’altra forte la feroce gelosia di Finney, uomo che segue ciecamente, in maniere fanatica, il suo credo religioso.

Mona Fastvold porta sullo schermo la storia di due donne come tante, descrivendo il loro forte sentimento che va contro il mondo, contro il tempo, contro tutto. Due eroine moderne il cui racconto prende forma attraverso la forza del ricordo ma si tramanda ancora adesso.

Le due attrici, Katherine Waterston e Vanessa Kirby sono straordinarie, meravigliose. Vivono in uno stato di grazia, mostrando la loro fragile bellezza sullo schermo con una naturalezza disarmante. Bellissime e bravissime, trasformano i loro personaggi attraverso sguardi, silenzi, parole sussurrante.

 

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Il loro sentimento è un brivido sulla pelle che arriva allo spettatore in modo inaspettato, quasi prepotente e che avvolge proprio come una dolce poesia sotto il sole di una timida giornata di primavera.

Disarmante. Magnetico. Affascinante.

Disarmante. Magnetico. Affascinante. In conclusione della recensione di The World to come non possiamo che ritenerci soddisfatti di questa piccola perla che sa parlare di sentimenti, dell’amore tra due donne, ma senza essere volgare. Sentimenti adolescenziali quelli che prendono forma sullo schermo, attraverso una tecnica che si avvale dell’uso della pellicola per dare ancora più potenza al linguaggio, al senso del ricordo, all’atmosfera senza tempo.

Una delle piccole grandi scoperte di queste Venezia che rende giustizia alle troppe, troppe vittime, che come unica colpa nella vita hanno quella di amare e aver amato.

 

 

 

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