Gli hacker russi stanno cercando di intromettersi nelle elezioni USA

hacking security

Microsoft denuncia una serie di attacchi informatici mirati a manipolare le prossime elezioni USA, molti sono stati lanciati da hacker russi.

Il colosso del digitale ha avvertito ieri di aver recentemente registrato tentativi di intrusione in più di 200 sistemi informatici collegati in qualche modo alla scena politica statunitense, alcuni di questi sono anche andati a buon fine.

Le elezioni statunitensi avevano già subito grandi intromissioni internazionali nel 2016, quando un massiccio intervento dell’Intelligence russa fornì un importante assist atto ad agevolare il trionfo di Donald Trump.

Quello a cui stiamo assistendo è consistente con gli schemi di attacco visti in precedenza, ovvero non solo vengono bersagliati i candidati e lo staff per la campagna elettorale, ma anche coloro che questi consultano per risolvere le questioni chiave,

ha riportato Tom Burt, vice-presidente di Microsoft, in un post sul blog aziendale.

Non è dato sapere in quale percentuale l’assalto sia andato a segno, Microsoft ha sibillinamente omesso questo dettaglio, limitandosi a notificare che le parti colpite siano state debitamente avvisate del danno subito.

La ditta fondata da Bill Gates rende invece ben nota l’identità degli hacker: si tratterebbe di Strontium, gruppo di spionaggio meglio noto con il nome di Fancy Bear che viene considerato da molti Governi come affiliato della GRU, l’Intelligence di Cremlino.

Ulteriori attacchi hacker ai possibili danni delle elezioni statunitensi sono stati rinvenuti anche da parte di Cina e Iran, nazioni che sarebbero ben felici di vedere il presidente Trump abbandonare la Casa Bianca.

Comparati agli omologhi russi, i pirati informatici cinesi – identificati internamente da Microsoft con lo pseudonimo Zirconium – stanno preservando un atteggiamento più passivo, preferendo una classica azione di spionaggio alle ingerenze elettorali vere e proprie.

Meno raffinati sono gli hacker iraniani i quali, almeno stando alle affermazioni suggerite dall’azienda statunitense, hanno cercato di penetrare nei sistemi informatici direttamente connessi a Donald Trump, fallendo in maniera eclatante.

 

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