Non solo ByteDance e WeChat, la Casa Bianca ora potrebbe mettere nel mirino anche Alibaba, il colosso dell’e-commerce cinese fondato da Jack Ma.

A promettere un nuovo giro di vite è il Secretary of State, l’equivalente del nostro Ministro degli Esteri, Mike Pompeo. «TikTok è solo l’inizio», ha detto. A leggerci un possibile indizio nella direzione di Alibaba è Alex Capri, ricercatore della Hinrich Foundation.

A differenza dei prodotti della Tencent e di ByteDance, Alibaba non ha mai avuto grossa fortuna in occidente, dove il mercato dello shopping online vede la supremazia pressoché assoluta dell’americanissima Amazon. Per Capri questo non interesserebbe granché alla Casa Bianca: l’obiettivo è quello di indebolire l’industria tech cinese, costi quel che costi.

Tra la furia di Mike Pompeo e un’ipotetica crociata contro Alibaba, ad ogni modo, potrebbe mettersi di mezzo lo stesso Presidente, scrive la CNN: Donald Trump è in buoni rapporti con il patron dello store cinese, Jack Ma, che ha più volte definito pubblicamente un suo caro amico.

Pompeo giustificherebbe un’eventuale stretta contro Alibaba sotto la luce dell’esigenza di proteggere le proprietà intellettuali americane, incluse quelle che riguardano la corsa ad una cura per il covid-19. Da ciò l’esigenza di far fuori i servizi di Cloud di cui non ci si può fidare. Tra questi troviamo proprio i servizi di Alibaba e della Tencent, spiega il Segretario di Stato.

Eppure, anche un ordine esecutivo contro Alibaba avrebbe difficilmente un’efficacia apprezzabile: l’80% dei ricavi del colosso cinese arrivano dal mercato domestico, mentre il mercato internazionale, per quel che riguarda la vendita al dettaglio e all’ingrosso, pesa per appena il 7% dei ricavi e il Cloud, nel suo complesso, si ferma poco al di sotto del 10%.

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