La lotta di Google contro le campagne di disinformazione coordinate non conosce tregua. Nell’ultimo report dedicato a Youtube c’è di tutto, dagli iraniani che ci bombardano di video sul covid-19, ad un’impressionante rete di canali gestiti dalla Cina.
L’ultimo bollettino di “guerra” parte da aprile del 2020, quando Youtube ha eliminato 16 canali e un paio di account Adsense legati al Governo iraniano. Tutti affiliati all’organizzazione Union of Virtual Media. I contenuti prodotti, soprattutto in lingua araba, riguardavano quasi interamente la gestione dell’epidemia da parte degli Stati Uniti d’America, spiega Google.
Come sempre, l’intervento di Youtube è stato reso possibile dalle imboccate di alcune ONG specializzate nel monitorare la rete a caccia di comportamenti inautentici a fine propagandistico, in questo caso il report menziona e ringrazia esplicitamente FireEye e Graphika.
Nella pulizia di primavera ci finiscono anche 22 canali Youtube russi e 3 blog, questa volta legati alla Russia (ma molti contenuti erano in lingua inglese, in tedesco e in persiano).
Il dato che ci lascia più agghiacciati è quello sull’enorme rete di canali cinesi malevoli. Ad aprile i canali rimossi da Youtube legati a Pechino sono 186, a maggio 1.098 e a giugno addirittura 1.312.
Una rete impressionante, in grado di generare contenuti a raffica sulla piattaforma di Google. Solo una piccola percentuale dei video prodotti, spiega il report, rientrano nella categoria della disinformazione politica. La stragrande maggioranza dei contenuti erano di mero spam. I video politici, proprio come quelli degli iraniani e dei russi, riguardavano la politica statunitense, dalle proteste di Minneapolis alla gestione della pandemia da parte della Casa Bianca.
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