Stelle, il posto migliore dove osservarle? L’Antartide

Un gruppo di scienziati ha individuato il miglior posto al mondo dove godersi la volta stellata, ma c’è un piccolo problema: si tratta dell’Antartide, una località non particolarmente accessibile e dove fa molto, molto freddo.

I ricercatori – provenienti da Cina, Australia e Università della British Columbia (Ubc) – hanno misurato la chiarezza delle stelle da un’importante stazione di ricerca in Antartide, scoprendo che qua le stelle si vedono meglio che in qualsiasi altro posto nel mondo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature.

Va però considerato che in Antartide la temperatura può scendere fino a -90 gradi °C, quindi difficile pensare di sdraiarsi e godersi la volta celeste all’addiaccio come se nulla fosse.

Anche perché la location indicata dagli scienziati è il Dome A, ovvero l’area della calotta polare dell’Antartide che si trova ad un’altitudine di circa 4 mila metri sopra il livello del mare e a circa 1.200 chilometri dall’oceano. Insomma, un contesto non proprio idilliaco per ammirare le stelle in serenità.

Ma – qualora per qualche motivo si riuscisse a salire sul Dome A – qua si avrà una prospettiva astronomica unica, con una vista incontaminata e lontana dalle macchie di inquinamento luminoso, interferenze di numerosi satelliti di passaggio o persino nuvole occasionali.

Un telescopio situato nella Dome A – fa sapere Paul Hickson, astronomo dell’Università della British Columbia – potrebbe superare un qualsiasi telescopio di pari prestazioni situato in qualsiasi altro sito astronomico del pianeta […] Un telescopio situato lì otterrebbe immagini più nitide e potrebbe rilevare oggetti più deboli

Sia avrebbero osservazioni migliori anche, ad esempio, a quelle eseguite negli osservatori che si trovano nel deserto cileno di Atacama o alle Hawaii, dove le immagini sono offuscate dagli effetti dell’atmosfera.

Per testare la loro teoria, un gruppo di scienziati ha costruito un telescopio nella Dome A, che ha scattato circa 45 mila foto del cosmo fra l’11 aprile e il 4 agosto 2019. Il risultato? Le immagini delle stelle sono risultate molto più nitide e luminose, tanto che gli scienziati sono riusciti ad individuare oggetti celesti grandi la metà rispetto a quelli visti con altri telescopi sulla Terra.

 

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