Apple sostiene di non aver trovato prove di violazione dei diritti umani da parte della O-Film Tech, un suo fornitore recentemente finito nella black list del governo americano.

Lunedì il Governo statunitense ha ordinato una serie di sanzioni ai fornitori cinesi di diversi brand di prima fascia, tra cui Apple, Ralph Lauren, Google, HP, Tommy Hilfiger e Hugo Boss.

Le aziende cinesi finite nella entity List del Governo USA sono nove, e sono tutte accusate di aver sfruttato la manodopera degli uiguri —una minoranza islamica perseguitata dal Governo cinese— per abbassare i costi.

Dopo i primi report che, lo scorso marzo, avevano denunciato lo sfruttamento degli uiguri da parte dei fornitori di alcuni dei più importanti brand occidentali, Apple aveva avviato un’indagine indipendente per capire se, e in che misura, anche i suoi fornitori avevano violato i diritti umani. L’inchiesta riguardava la O-Film Tech, che è una delle aziende cinesi finite nella black list della Casa Bianca.

Con un comunicato, Apple ha spiegato di non aver trovato riscontri di abusi nel corso delle sue indagini. Cupertino avrebbe svolto almeno un paio di ispezioni a sorpresa negli stabilimenti della O-Film, verificando la documentazione dei dipendenti dell’azienda impiegati per la produzione dei componenti usati da Apple, e svolgendo diversi colloqui in lingua locale.

Apple è impegnata nell’assicurarsi che ogni persona coinvolta nella sua filiera sia trattata con dignità e rispetto. Non abbiamo trovato prove dell’uso di manodopera sfruttata all’interno delle linee di produzione di Apple, e abbiamo intenzione di continuare a monitorare

ha detto Josh Rosenstock, portavoce di Apple.