Secondo uno studio condotto dall’Università di Sheffield, i campi coltivati – con l’aggiunta di polvere di roccia – potrebbero assorbire qualcosa come due miliardi di tonnellate di anidride carbonica all’anno.
La tecnica prevede la distribuzione di basalto finemente tritato, una roccia vulcanica naturale, sui campi coltivati per aumentare la capacità del suolo di assorbire CO2 dall’aria.
In una prima valutazione Paese per Paese, pubblicata sulla rivista scientifica Nature, gli scienziati hanno dimostrato il potenziale del metodo di riduzione delle emissioni di carbonio da parte delle principali economie e hanno identificato i costi e le sfide ingegneristiche legate al potenziamento dell’approccio per contribuire a raggiungere gli ambiziosi obiettivi globali di rimozione della CO2. La ricerca è stata condotta da esperti del Centro Leverhulme per la mitigazione dei cambiamenti climatici dell’Università di Sheffield e dell’Istituto di Energia dell’Università.
L’accordo internazionale di Parigi per il clima prevede un grande sforzo da parte delle nazioni per centrare l’obiettivo di contenere la temperatura media globale al di sotto dei 2°C. Questa nuova ricerca potrebbe dare un significativo contributo a questo impegno.
Lo studio ha dimostrato che l’assorbimento di CO2 tramite la polvere di roccia su campi coltivati in paesi come la Cina, gli Stati Uniti e l’India (i più alti emettitori di CO2 da combustibili fossili) ha il più alto potenziale di efficacia.
Insieme, questi paesi hanno il potenziale per rimuovere circa 1 miliardo di tonnellate di CO2 dall’atmosfera, ad un costo paragonabile a quello di altre strategie di rimozione dell’anidride carbonica proposte: circa 80/100 dollari per tonnellata.
Inoltre anche i sottoprodotti a base di silicato ricchi di calcio della produzione di ferro e acciaio, nonché i rifiuti di cemento da costruzione e demolizione, potrebbero essere elaborati e utilizzati per questo scopo, migliorando la sostenibilità di queste industrie.