La tanatosi è un comportamento messo in atto da alcuni animali, che implica l’irrigidimento totale del corpo in seguito a una situazione di pericolo o come semplice reazione da contatto, al fine di simulare uno stato di morte. Quanto a lungo può durare questa “finta”?
Dall’opossum, ritratto nella foto in copertina, alle bisce fino ai coleotteri, la tanatosi è un comportamento che serve agli animali per sottrarsi alle situazioni di pericolo estremo: fingersi morti sperando che l’animale che attacca si arrenda o si sposti su un’altra preda.
Ma per quanto tempo ci si può fingere morti?
Il comportamento e la lunghezza della tanatosi è variabile da animale a animale, l’opossum della Virginia (Didelphis virginiana) quando si sente minacciato può entrare in uno stato che si avvicina al coma e che può durare per alcune ore, durante le quali esso cade su un lato con bocca e occhi spalancati e lingua penzoloni, emettendo un liquido verde e maleodorante dall’ano.
Ma non è il caso dell’animale studiato nel lavoro di cui vi sto per parlare.
Un team di scienziati dell’Università di Bristol ha studiato questo fenomeno negli antlioni considerati uno dei predatori più feroci nel regno degli insetti.
Le loro scoperte suggeriscono che studiare la durata di tale immobilità può fornire una nuova comprensione delle relazioni predatore-preda.
Il professor Nigel Franks, della School of Biological Sciences, che ha guidato la ricerca ha detto:
molti animali si fingono morti per sottrarsi alle situazioni di pericolo e possono farlo anche gli uomini. Tuttavia, per quanto ne sappiamo, nessuno prima di noi si era posto la domanda riguardante quanto tempo possa durare questa finta.
Il team di Bristol ha scoperto che per le larve di antilioni è altamente strategico fingersi morte e lo fanno rimanendo immobili per periodi completamente imprevedibili. Quindi, un predatore non può sapere per quanto tempo la sua potenziale preda rimarrà inattiva.
Il professor Franks ha aggiunto:
questa è una strategia che dovrebbe mettere alla prova la distruzione della pazienza di un potenziale predatore e probabilmente ha salvato innumerevoli antlioni dal loro triste destino.
Questo lavoro è importante perché mostra una nuova strada per gli studi sull’evasione dei predatori su cui si crede siano necessari approcci più quantitativi e analitici incentrati su come gli atti comportamentali possono essere programmati in modo strategico.
- Post-contact immobility and half-lives that save lives (royalsocietypublishing.org)