Chris Cassidy e lo specchietto perduto nello spazio

L’astronauta della NASA Chris Cassidy stava eseguendo un lavoro di manutenzione all’esterno della ISS sabato scorso quando uno specchietto si è staccato dalla sua tuta spaziale (in diretta streaming) e ora vaga per lo spazio.

Non credo ci sia persona sulla Terra che non abbia mai fatto l’esperienza di perdere un braccialetto o qualcosa che aveva addosso. Ebbene se, sulla Terra, è una piccola preoccupazione perdere qualcosa perché ovviamente non farà altro che cadere al suolo, mentre si è nello spazio significa liberare un pezzo potenzialmente pericoloso di spazzatura spaziale.

Ed è proprio quello che è successo venerdì scorso a Chris Cassidy, astronauta della NASA, che era uscito dalla ISS per un’operazione di aggiornamento dei sistemi di alimentazione all’esterno della stazione orbitante.

Meno male che gli scienziati non sono superstiziosi, perché credo che la caduta di uno specchio nello spazio potrebbe essere interpretata come foriera di disavventure ancora maggiori rispetto allo stesso evento sulla Terra.

Battute a parte, ecco il video “dell’incidente”.

 

 

 

 

Ma perché gli astronauti hanno degli specchietti ai polsi?

Gli astronauti nelle loro passeggiate spaziali hanno specchi su ogni manica per ottenere una migliore visuale durante il lavoro poiché i caschi della tuta spaziale limitano il campo visivo.

Lo specchio è solo 7 per 12 centimetri e secondo il comunicato stampa, insieme alla sua fascia ha una massa di appena 50 grammi.

Cassidy ha ispezionato la manica della sua tuta spaziale, ma dice di non capire perché lo specchietto si sia staccato.

La NASA ha dichiarato che l’oggetto smarrito non ha comportato rischi né per la passeggiata spaziale né per la ISS.

 

Un selfie durante la passeggiata spaziale del 26 giugno 2020. Credito: NASA

 

La spazzatura spaziale è un problema che sta diventando sempre più serio: la NASA ha un elenco di più di 20.000 pezzi di detriti più grandi di una palla in orbita attorno alla Terra e, complessivamente, milioni di pezzi di detriti a volte anche così piccoli da non poter essere rintracciati, ma comunque potenzialmente pericolosi vista l’altissima velocità a cui viaggiano. Sono come proiettili e rappresentano un problema serio non solo per l’incolumità degli astronauti nelle missioni esterne, ma, viaggiando a velocità che possono superare i 28 mila chilometri all’ora, anche un piccolo detrito può danneggiare un satellite o un veicolo spaziale.

Il rischio maggiore per le missioni spaziali deriva da detriti non rintracciabili.

Ha affermato Nicholas Johnson, capo scienziato della NASA per i detriti orbitali.

La spazzatura spaziale continua ad essere un problema che ancora non ha una soluzione definitiva: sono stati ipotizzati progetti di reti spaziali, arpioni o altre metodologie di raccolta, ma alcuni sostengono che il modo più efficace per risolvere il problema sia un accordo internazionale per addebitare delle tasse per ogni satellite messo in orbita.

Fortunatamente per Chris nessuno ha parlato di fargli una multa per aver disperso il suo specchietto.

 

L’astronaut Bob Behnken al lavoro mentre cambia una batteria il 26 giugno 2020. Credito: NASA

 

Chris Cassidy e Bob Behnken nell’intervento esterno dello scorso 26 giugno hanno compiuto solo la prima di quattro azioni che dovranno svolgere per il potenziamento del sistema di alimentazione della stazione. Venerdì scorso hanno trascorso ben sei ore e 7 minuti nel lavoro esterno sostituendo cinque batterie al nichel-idrogeno (NiH2) con due nuove batterie agli ioni di litio.

La prossima uscita è programmata per mercoledì 1 luglio a partire dalle 7:20 EDT per sostituire un’altra batteria NiH2 con una batteria agli ioni di litio sulla struttura a traliccio di Starboard-6.

 

 

 

 

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