A volte un’immagine può essere più pericolosa di un testo nel veicolare la disinformazione. Google ha annunciato un piano per sottoporre a fact-checking anche i risultati di Google Immagini.

Google già ad oggi sottoponeva i risultati di alcune ricerche a rigoroso fact-checking, in modo da limitare la portata delle campagne di disinformazione.

In passato il colosso aveva avuto più di qualche problema sotto questo punto di vista, ad esempio prima che Google iniziasse una stretta nel 2017, cercando querry relative all’olocausto, il motore di ricerca tendeva ad indicizzare nelle prime posizioni siti negazionisti. Sempre nel 2017 Google aveva anche tagliato fuori dal suo servizio Google News circa 200 editori accusati di diffondere notizie inaccurate e false.

Oggi la più grande minaccia potrebbe arrivare dalle immagini. Più immediate, più suscettibili di diventare virali e più semplici da manipolare — lo saranno sempre di più, si pensi alle incognite poste dai deep fake.

Effettuando una ricerca su Google Immagini gli utenti potrebbero iniziare a vedere alcuni avvisi di fact-checking sotto i risultati più controversi. L’avviso potrebbe venire associato all’immagine o al sito su cui è ospitata (ad esempio perché notoriamente inaffidabile).

L’eventuale presenza di un avviso di fact-checking non influisce sul ranking dell’immagine all’interno dei risultati di ricerca.