Kobo mette sotto accusa Apple per la percentuale che questa si trattiene sugli ebook e la denuncia di aver infranto le leggi antitrust.
Trapela oggi che Kobo, azienda sussidiaria di Rakuten, ha inoltrato una lettera di reclamo alla Commissione Europea per lamentare come Apple stia gambizzando la concorrenza con una “tassa Apple” che sfavorisce gli editori.
Nella missiva, consegnata a Marzo, Kobo sottolineava che Apple abbia la tendenza a ritagliarsi una commissione del 30 per cento sul prezzo di vendita di tutti i libri digitali distribuiti al di fuori del servizio Apple Books. Una mossa sleale che, tuttavia, rientra nelle abitudini dell’azienda fondata da Steve Jobs.
Sempre a marzo, Apple è stata riconosciuta colpevole di concorrenza sleale e violazione dell’antitrust per aver promosso alcune limitazioni ai rivenditori francesi per favorire gli Apple Store, di fatto imponendo prezzi inflessibili e anticompetitivi.
Un esempio ancor più calzante ci è regalato dal reclamo portato avanti da Spotify, servizio di musica in streaming che solo l’anno scorso aveva denunciato come Apple si trattenesse una percentuale su ogni iscrizione di Spotify conclusa via App Store. Guarda caso una quota del 30 per cento.
Secondo ad Apple, le somme sottratte servirebbero a mantenere e preservare i servizi offerti dall’App Store, ma il margine di speculazione non è chiaro e Apple stessa si è mostrata ben propensa a introdurre eccezioni, quando queste risultano convenienti.
Il reclamo di Kobo non è stato menzionato per mesi, il fatto che trapeli ora potrebbe essere connesso al fatto che l’azienda della mela abbia rilasciato proprio ieri, 15 giugno, un comunicato stampa nel quale pubblicava alcuni dati del 2019. Nel testo, Apple annunciava trionfalmente di aver aiutato a generare un traffico commerciale di 519 miliardi di dollari.
Non è dato sapere quanto l’azienda abbia ricavato di commissioni su questa cifra, ma sappiamo che dei 519 miliardi, 61 sono stati generati dalla vendita di beni e servizi digitali.
Potrebbe anche interessarti: