Gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai molteplici ed evidenti a tutti, ogni giorno, anche da noi in Italia. Ma, forse, una piccola creatura marina potrebbe aiutare il nostro pianeta a ritrovare un equilibrio climatico.
Stiamo parlando dei larvacei giganti (nome scientifico: Bathochordaeus charon), creature simili a girini dotati di “grandi palloncini” di muco larghi circa un metro che li circondano.
Potrebbe non sembrare molto, in realtà, ma i ricercatori hanno scoperto che possono svolgere un ruolo importante nell’aiutare l’oceano a rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera e quindi contrastare i cambiamenti climatici. Lo studio, condotto dai ricercatori del Monterey Bay Aquarium Resarch Institute (MBARI) e pubblicato sulla rivista Nature, ha attinto da un nuovo sistema laser di nuova generazione che ha fornito immagini 3D dei filtri mucosi dei larvacei giganti nell’oceano profondo.
Il muco è onnipresente nell’oceano e le complesse strutture del muco sono realizzate da animali per l’alimentazione, la salute e la protezione – ha dichiarato in un comunicato l’autore principale del documento Kakani Katija, ingegnere principale di MBARI – Ora che abbiamo un modo per visualizzare queste strutture in profondità sotto la superficie, possiamo finalmente capire come funzionano e quali ruoli svolgono nell’oceano.
I larvacei, che vanno da 1 a 10 centimetri di lunghezza, sono abbondanti in tutti i bacini oceanici del pianeta. Nonostante i loro corpi abbiano un aspetto fragile, sono capaci di rimuovere enormi quantità di cibo ricco di carbonio dall’acqua circostante.
I larvacei usano la coda per pompare costantemente acqua attraverso i loro filtri, a volte fino a 80 litri l’ora. Alla fine, quando i filtri di muco si intasano, gli animali rilasciano il muco. Questa rete di muco, ricca di particelle di carbonio, poi collassa, rilasciando un carico significativo di carbonio e microplastiche sul fondo delle profondità oceaniche. Il carbonio intrappolato viene quindi trattenuto impedendogli di immettersi nell’atmosfera.