Negli anni ottanta in Italia era il rampichino, semplicemente una bicicletta con delle ruote tassellate con la quale si poteva uscire dalla strada asfaltata. Ma la Mountain Bike è tanto di più e la storia del suo movimento racchiude un’etica e una cultura.
La mountain bike (spesso abbreviata in MTB, acronimo di Mountain/Trials Bike; in italiano) è una bicicletta strutturata in maniera da potersi muovere agevolmente fuori dalle classiche strade asfaltate, sia in salita che in discesa.
Generalmente si distingue da altri tipi di biciclette grazie alle sospensioni, freni a disco, ma non solo: la mountain bike infatti monta pneumatici più larghi e con un disegno più aggressivo rispetto ad una normale bicicletta da corsa, un telaio decisamente più robusto e delle geometrie studiate per un utilizzo fuoristrada.
Esistono vari materiali di cui è composto il telaio di una mountain bike ad esempio alluminio e carbonio che ormai ne fanno da padrone, ma anche acciaio e titanio per i più nostalgici della disciplina, la sostanziale differenza consiste nel peso.
Esistono vari tipi di Mountain Bike in base ai sentieri che si vogliono percorrere e all’uso generale che ne vuole fare il ciclista: una front per esempio è una bicicletta che in genere è equipaggiata con solo la sospensione anteriore (forcella) idraulica, mentre il carro è di tipo rigido (hardtail) in modo da evitare il dispendio di energia durante la pedalata impedendo l’oscillazione verticale del telaio, mentre una bicicletta che monta oltre alla forcella anche un mono ammortizzatore posteriore è detta full (generalmente utilizzata per le categorie trail e gravity della disciplina).
Come è nata?
La mountain bike moderna nasce alla fine degli anni settanta in California, dopo un lungo periodo in cui venivano usate biciclette adattate, dette klunker (catorci) per far gare in discesa su strade forestali. Klunker è anche il nome originale del carro attrezzi in Cars, tradotto poi da noi “Cricchetto”. Si ritiene che la prima bicicletta appositamente costruita per l’uso fuoristrada sia quella di Joe Breeze, nel 1978, in quanto stanco di dover pedalare sull’asfalto e di non poter sfruttare i meravigliosi trail tra Utah e Arizona. Successivamente Gary Fisher, Charlie Kelly e Tom Ritchey si associarono nella MountainBikes.
In quelle terre e in quegli altipiani rocciosi e lunghe praterie, i primi pionieri decisero di iniziare a modificare le allora bici da passeggio e da strada, inserendo dei pneumatici taccolettati proprio per avere più aderenza nei lunghi trail che avrebbero di lì a poco sperimentato per una nuova concezione di bicicletta.
Le prime Mountain Bike erano delle semplici bici con dei pneumatici taccolettati per avere più grip sul fuoristrada
Più andavano avanti con i test e più erano convinti di un possibile sviluppo di una bicicletta adatta a tutti i percorsi. Si iniziava a disegnare una bici ad hoc per montagne e strade dissestate, con un manubrio dritto e delle geometrie del telaio più conformi a pedalate in salita e per affrontare lunghe discese in velocità. Non esistevano ancora sospensioni né tantomeno freni a disco, i telai non erano come quelli di adesso di alluminio o carbonio, ma l’intraprendenza dei vari Gary Fisher, Charlie Kelly, Tom Ritchey e Joe Breeze alla fine degli anni settanta, hanno fatto nascere il movimento, che ora è in continua crescita anche in Italia.
Nei primi anni ottanta vennero vendute le prime mountain bike prodotte su larga scala, che a quel tempo erano poco più che biciclette da corsa irrobustite, con manubrio dritto e gomme più larghe.
Nei vent’anni a cavallo degli anni 2000 il mountain biking è diventato una disciplina a tutti gli effetti, cresciuto rapidamente, e proprio la nascita di competizioni sportive basate sulle diverse specialità del mountain biking hanno permesso uno sviluppo tecnologico continuo, per cui oggi sono possibili attività che una volta non erano nemmeno pensabili.
Le varie categorie
Inizialmente la Mountain Bike era una e basta, appunto una bici con delle ruote più grandi e tassellate per poter avere più grip nei terreni impervi, ma ad oggi le categorie sono diverse e tutte specializzate. Un po’ come le moto anche le Mountain Bike hanno moltissime sfaccettature che possono calzare a pennello per ogni utilizzo richiesto.
- Cross Country: Sono delle bici sviluppate per percorsi pieni di salite e una velocità media abbastanza elevata. Sono leggere, efficienti, provviste di telai in alluminio e forcelle ammortizzate. La geometria della bicicletta, inoltre, favorisce l’arrampicata e la reattività mentre trascura la stabilità e la frenata. Definite le classiche MTB
- All Mountain/Trail Bike: Sono le bici dedicate al ciclo-escursionismo, e in generale a tutte quelle attività non competitive. Le caratteristiche di queste Mountain Bike sono la buona pedalabilità, affidabilità e comfort soprattutto in discesa. La geometria del telaio è stabile e consente al ciclista di superare con facilità sia tratti tecnici e ripidi in discesa, sia percorrere grandi distanze con altrettanto dislivello positivo.
- Enduro/Free ride: Sono biciclette concepite più per l’aspetto gravity, molto idonee per bike park, e competizioni in discesa dove però il ciclista la salita deve guadagnarsela pedalando. Oramai con i materiali di ultima generazione, la riduzione dei pesi delle varie componentistiche quali sospensioni, freni, ruote, esse possono affrontare, con un buon allenamento da parte del rider, anche giri con un buon dislivello ed un discreto chilometraggio.
- Downhill: Sono bici sviluppate espressamente per l’omonima competizione che consiste in una gara cronometrica in discesa su tracciati molto impervi, raggiungendo elevate velocità ed affrontando passaggi tecnici, salti e tratti ripidi da brividi. Bici molto tecniche e appunto focalizzate su chi fa competizione.
Viaggiare in Mountain Bike
La felicità è reale solo se condivisa
così affermava Christopher McCandless nel film biografico del 2007 “Into the Wild – Nelle Terre estreme” diretto da Sean Penn. Ci sono viaggi ed imprese fondati sulla base della solitudine, dove lo sportivo e l’esploratore riesce a superare il proprio limite per arrivare ad un determinato obiettivo e meta, ma anche nelle più grandi traversate o missioni il supporto di un compagno all’arrivo è senza dubbio il coronamento di un percorso fatto di innumerevoli sacrifici.
Nel Colorado e nello Utah ci sono ormai delle palestre a cielo aperto, in cui i percorsi vengono “adottati”, con una sorta di donazione alle associazioni che si occupano di tenerli sempre puliti e dove la mountain bike non è più un semplice mezzo, ma un vero e proprio stile di vita.
Nel Colorado i trail vengono “adottati” dai bikers e dalle associazione sportive che si occupano di tenerli sempre puliti
Non sono molte le associazioni sportive in Italia che hanno voluto ripercorrere quei luoghi storici: dal Colorado allo Utah, dalle Rocky Mountain al deserto di Canyonlands National Park, sempre al di sopra dei 1400 metri di quota con l’altezza massima di Burro Pass a 3400 metri sopra il livello del mare.
La gioia di queste imprese è proprio nella condivisione con i tuoi compagni – racconta Michele Romagnoli, bikers e presidente dell’Associazione sportiva Foligno Free Ride – nel tuo amico che alla fine della salita ti aspetta per darti un cinque o per una fotografia.
Con i miei compagni di avventure abbiamo deciso di ripercorrere questi storici percorsi, che hanno visto nascere la Mountain Bike, un viaggio studiato da diverso tempo.
Abbiamo soggiornato nelle città di Eagle, Moab, Fruita e Golden che sono i punti nevralgici da dove parte l’intero movimento del mountain biking e abbiamo notato questo approccio allo sport a 360°, oltre alla grande cura nei percorsi è l’etica di tutti coloro che vivono in quei luoghi che è segnata dal movimento di questa bicicletta. In quei luoghi il mezzo principale è proprio la bicicletta in tutte le sue forme possibili e immaginabili.
I trail che abbiamo percorso, tutti perfettamente segnalati in modo quasi maniacale, ci hanno fatto riflettere moltissimo sull’esigenza dei pionieri di trasformare una bici da passeggio in un mezzo adatto a tutti i terreni.
Avendo a disposizione tantissimi sentieri sopra altipiani rocciosi, paesaggi con salite e discese su terra rossa, per non parlare dei sentieri di Eagle Colorado, delle Slicky Rock o di The Wall Enchilada percorso di alta quota dove si possono trovare le famose betulle bianche con la chioma oro, l’unico modo per goderseli appieno era proprio una bicicletta, in quanto quello che ti dona la maestosità di un paesaggio vissuto in sella è un qualcosa di irripetibile”.
Un viaggiatore che utilizza la Mountain Bike è diverso dal ciclista che conosciamo noi come stereotipo, anche semplicemente l’abbigliamento non forzatamente aerodinamico, permette una comodità molto differente, il mountain bikers è un appassionato di montagna e di passeggiate che cerca il percorso impervio per godersi del paesaggio, insieme ad un mezzo che potenzialmente può arrivare ovunque.
Siamo felici che il movimento sia sempre più in aumento – continua Michele Romagnoli – in Italia siamo pieni di percorsi interessanti e trail impegnativi e sono ancor di più fiero del fatto che la maggior parte dei mountain bikers cercano di riversare l’etica dei pionieri americani anche qua in Italia.
Questo mezzo ti permette sia di realizzare percorsi brevi divertendoti vicino casa ma anche viaggi molto lunghi, caricando di bagagli la stessa Mountain Bike con la consapevolezza di poter pedalare sentieri totalmente immersi nella natura.
Portarsi tende e sacchi a pelo sulle nostre bici è la norma per i nostri weekend. Inoltre chi va in bici si sente quasi in obbligo anche di controllare i sentieri, tenerli puliti e avere una cura tale che sia il camminatore che il ciclista ne possano usufruire in futuro.
Su tre uscite una è sempre dedicata a quella della messa in sicurezza e della pulizia dei nostri percorsi, ce lo chiede la Natura e anche il nostro buon senso.
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