Il lancio della tanto attesa Immuni per iPhone e Android dovrebbe avvenire nel pomeriggio, ma solo in alcune regioni.
Pierluigi Lopalco, epidemiologo a capo della task force pugliese contro Covid-19, ha fatto trapelare che, nel pomeriggio, l’App atta a monitorare la diffusione del coronavirus dovrebbe finalmente essere pubblicata sugli store. Il condizionale è ovviamente d’obbligo.
Chiunque potrà scaricare il software sul proprio smartphone, ma questi potrà essere utilizzato attivamente solamente nelle sei regioni che hanno aderito alla fase di sperimentazione.
Anche qui vi sono poche certezze, il toto selezione suggerisce che Puglia, Liguria, Abruzzo e Marche siano certamente state reclutate, mentre vi sono dubbi per quanto riguarda Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia.
Si tratterà in ogni caso di uno stress test, più che di un vero avvio dell’App. Gli sviluppatori di Bending Spoons devono infatti controllare che Immuni sia in grado di coordinarsi con i centri sanitari e, soprattutto, che i server siano in grado di reggere la mole di dati.
La tabella di marcia è comunque molto stretta, con il Ministero della Salute che spera di renderla pienamente operativa a partire da metà mese. Si stima che, per risultare un efficiente sistema di prevenzione, il software debba essere scaricato da almeno il 60 per cento della popolazione italiana.
La possibilità di raggiungere un simile traguardo è sempre stata messa in dubbio, ancor più in questo periodo di fase 2. Che siano bagnanti col desiderio di fuggire dalle preoccupazioni, di aziendali con la voglia di rimettersi al lavoro o ricercatori che anticipano i risultati di deflagranti ricerche cliniche, molti stanno iniziando a negare esplicitamente l’esistenza del virus.
Ad affliggere la minoranza che sarebbe anche disposta a scaricare l’App giungono infine alcuni hacker. Oggi è infatti iniziata a circolare una mail che invita il lettore a scaricare un file da un sito fasullo che imita in maniera molto efficace quello della Fofi, la Federazione Ordini dei farmacisti italiani.
Al posto che con Immuni, gli sventurati che hanno cliccato il link si sono ritrovati con un ransomware chiamato FuckUnicorn e si sono visti il computer preso in ostaggio dei criminali informatici.
Con tutta questa confusione e con la rinnovata ostilità nei confronti di una prevenzione attiva, il lancio di Immuni giungerebbe quindi in un periodo ben poco propizio, se non rocambolesco, e i pronostici di una sua adeguata diffusione sono foschi.
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