Ascoltando il respiro delle stelle è possibile capire il loro interno ed ora è possibile definire degli schemi regolari anche per le stelle di massa media come le Delta Scuti.

Un gruppo di astronomi guidati dall’Università di Sidney in Australia è riuscito ad armonizzare le pulsazioni di un gruppo di stelle del sistema Delta Scuti. I dati sulle variazioni di luminosità di questo gruppo di stelle raccolti dalla missione TESS della NASA, sono stati elaborati e ricomposti ottenendo uno schema chiaro e regolare: un suono che assomiglia al battito del cuore e che rappresenta la vita delle stelle.

 

 

Lo studio è stato effettuato grazie ad un ramo della scienza che si chiama astrosismologia: identificando quelle sequenze di pulsazione che possono essere confrontate con modelli teorici è possibile determinare le caratteristiche interne di una stella.

 

attraverso misurazioni precise delle variazioni nell’emissione luminosa delle stelle pulsanti è possibile studiare la struttura interna

 

Più si conoscono le stelle e più è possibile comprendere gli effetti che potrebbero avere sui pianeti.

Così come per il nostro Sole dove lo studio della sua variazione luminosa permette di conoscere la formazione delle macchie solari e della sua struttura più interna.

 

Questo è stato fatto con grande successo per molte classi di stelle pulsanti tra cui stelle simili a sole di piccola massa , giganti rossi, stelle ad alta massa e nane bianche.

ha affermato il professor Tim Bedding dell’Università di Sydney e autore dello studio.

 

Le stelle Delta Scuti oggetto dello studio hanno dimensioni intermedie da 1,5 a 2,5 volte la massa del nostro Sole e si trovano tra i 60 e i 1400 anni luce di distanza. Quando gli astronomi iniziarono a studiare le variazioni luminose di questa classe di stelle avevano rilevato molte pulsazioni ma non erano stati in grado di determinare schemi chiari.

La rapida rotazione e il movimento casuale di questo gruppo di stelle non permetteva di individuare delle sequenze specifiche con degli schemi regolari

Ora nello studio pubblicato su Nature il team di ricercatori dimostra come è possibile utilizzare i dati della missione TESS della NASA per studiare le variazioni luminose di queste stelle al pari di quelle di piccola massa o giganti rossi e poterle comprendere nel profondo fin al loro interno.

 

Può interessarti anche: