Trump porta avanti la battaglia contro la tecnologia cinese e rinnova il ban commerciale a Huawei.

Con una mossa che non ha sorpreso nessuno, ieri il presidente statunitense ha rinnovato il divieto alle ditte statunitensi di commerciare con l’industria cinese delle telecomunicazioni, ramo tecnologico giudicato motivo di pericolo per la sicurezza nazionale.

Pur non menzionando esplicitamente alcuna azienda, persino i legislatori statunitensi hanno dovuto riconoscere che i bersagli diretti della manovra sono Huawei Technologies Co e ZTE Corp, due delle aziende maggiormente coinvolte nella creazione della rete 5G.

L’ordine esecutivo è entrato in atto il maggio del 2019, limitando grandemente le possibilità innovative delle aziende cinesi che, almeno per quanto riguarda il ramo hardware, si trovano a dover sempre più fare affidamento sulle strategie autarchiche sostenute da Xi Jingping.

 

 

Le cose divengono però complesse e sofferte quando si parla di software: impossibilitati a collaborare con Google, i mastodonti della telefonia orientale hanno difficoltà non indifferenti nel convincere gli utenti occidentali a preferire i loro prodotti.

Un accordo temporaneo con il Commerce Departmen statunitense concede a Huawei di mantenere aggiornati almeno gli apparecchi già immessi sul mercato, ma non è detto che Trump non si intrometta anche in questa questione, ora che i rapporti con la Repubblica Popolare Cinese sono tesi come una corda di violino.

Oltre a voler frenare il monopolio cinese sulla tecnologia 5G, il presidente statunitense potrebbe essere infatti tentato dal “punire” le industrie orientali come forma di ripicca nei confronti del loro governo, considerato da lui causa della pandemia di covid-19 e, quindi, della susseguente depressione economica.

Il patto tra Huawei e il Commerce Department deve essere rinnovato ogni 45 giorni, con prossima scadenza domani, 15 maggio 2020.

 

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