Gli obiettivi di conservazione possono essere ostacolati dalla mancanza di terra per compensare la biodiversità, la troppa modernizzazione di alcune zone e terre stanno mettendo a dura prova la vita di moltissime specie animali

Se vogliamo salvare la biodiversità dobbiamo vincere una grande sfida: bisogna bilanciare nella maniera giusta lo spazio disponibile tra quello necessario per lo sviluppo e quello invece vitale per compensare la perdita della biodiversità.

In altre parole dobbiamo trovare il modo di restituire terra alla Terra.

La dott.ssa Laura Sonter dell’Università degli Studi del Queensland ha affermato che “le sfide sono evidenti in tutto il mondo e potrebbero limitare significativamente la capacità di raggiungere obiettivi di conservazione globali. C’è sempre meno terreno, soprattutto nelle aree industrializzate, a disposizione delle biodiversità.

La maggior parte dei paesi ha ora politiche di compensazione che impongono agli sviluppatori di ripristinare, oppure proteggere, aree di habitat ed ecosistemi per compensare le perdite di biodiversità causate dai loro progetti”, ha dichiarato la dottoressa Sonter che prosegue “quando queste attività creano tanta biodiversità quanto quella persa per lo sviluppo, si dice che le compensazioni non raggiungono alcuna perdita netta di biodiversità

Ma c’è una grande problematica che affligge questi ultimi anni, semplicemente non c’è più abbastanza terra per compensare appunto le enormi perdite di biodiversità previste dallo sviluppo futuro progettato. Ad esempio, a East Kalimantan, in Indonesia, il doppio della quantità di terra che attualmente è disponibile per la ricostruzione sarebbe necessario per compensare le perdite derivanti dagli sviluppi proposti, al fine di ottenere nessuna perdita netta di biodiversità – e ci sono risultati simili in Mozambico e Brasile.

La problematica legata alla conservazione della biodiversità è un elemento affrontato anche dall’Agenda 2030, nell’Obiettivo 15.

“Credo che in luoghi come questo purtroppo è inevitabile che lo sviluppo comporti una perdita generale di biodiversità, ci sono delle politiche – afferma la dottoressa Sonter –  che limitano le attività di conservazione in habitat già rari per prevenire le estinzioni, quindi esauriscono rapidamente la terra per compensare”.

Lo sviluppo così rapido porterà i paesi ad un consumo eccessivo e fuori misura della stessa terra

Se il rapido e incessante sviluppo continuerà in questo modo e le politiche di compensazione saranno rigorosamente applicate, i paesi rimarranno senza terra per queste attività e probabilmente non saranno più consentiti nuovi progetti di sviluppo proposti, rallentando potenzialmente le perdite globali di biodiversità”.

Lo scenario più probabile futuro è che se la disponibilità di terra diventerà un vincolo, i requisiti di compensazione saranno allentati, consentendo lo sviluppo con meno compensazione e le perdite di biodiversità aumenteranno di pari passo.

Ciò toglie ampi obiettivi di conservazione, e in particolare, un passaggio verso una perdita globale netta degli ecosistemi

Le conseguenze del fallimento della compensazione per le specie rare e gli habitat che hanno limitate opportunità di compensazione purtroppo includono un’estinzione quasi certa. “Tuttavia, poiché lo sviluppo è essenziale in molti casi – conclude la dottoressa Sonter – raccomandiamo ai governi di spiegare esplicitamente i vincoli di disponibilità dei terreni nelle loro politiche di compensazione e di prendere decisioni sui progetti in modo che siano direttamente collegate agli obiettivi nazionali sulla biodiversità”.

 

Ognuno di noi può dare il suo contributo per preservare la biodiversità

Se, da una parte, è responsabilità dei governi trovare le soluzioni più corrette per restituire terra alla Terra e per bilanciare l’equilibrio tra necessità di sviluppo e preservazione della Biodiversità, dall’altra ognuno di noi può fare qualcosa per dare una mano a raggiungere questo obiettivo. Ecco i suggerimenti dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) riguardo a ciò che ognuno può fare per proteggere la biodiversità.