Tutelare l’ambiente e le foreste senza fare marcia indietro sui traguardi raggiunti e una App per evitare gli sprechi alimentari. Sono due degli appelli più importanti che si stanno lanciando oggi, in occasione della 50esima Giornata della Terra (Earth Day) che si celebra in tutto il mondo il 22 aprile.
C’è una grande paura per la ripartenza di tutto il sistema mondiale, il timore reale che durante la ripartenza post-covid si tenga conto solo delle questioni economiche e non di quelle ambientali.
I momenti di stop forzato possono essere occasioni importanti anche per rivedere le priorità e l’azione di sostegno all’economia dovrebbe prevedere non una ripartenza dello status quo, ma un’azione forte a favore della sostenibilità e dell’economia circolare, nell’ottica della costruzione di un futuro migliore.
È possibile e necessario tutelare le risorse naturali e contrastare la crisi climatica, che resta la sfida più importante nel medio periodo e richiede azioni decise ora.
C’è preoccupazione di un eventuale ripartenza post-covid che tenga conto solo delle questioni economiche e non di quelle ambientali
La app Too Good To Go ha firmato l’appello lanciato dall’eurodeputato Pascal Canfin
Ecco perché in campo scientifico e ambientale si stanno studiando varie soluzioni che potrebbero arginare problematiche post ripartenza. Una su tutte è la app Too Good To Go, l’app contro lo spreco alimentare, che ha aderito e firmato l’appello lanciato da Pascal Canfin, un eurodeputato francese che presiede la commissione per l’ambiente e la salute pubblica del Parlamento Europeo.
Il documento è stato firmato da più di 180 realtà e aziende, tra cui Danone, Nestlè, Unilever, H&M, i ministri dell’ambiente di vari Paesi (tra cui Sergio Costa per l’Italia), ONG, e anche la CEO di Too Good To Go, Mette Lykke
Ogni anno in Italia vengono gettate via 20 milioni di tonnellate di cibo, uno spreco che in termini di spesa corrisponde a €15 miliardi l’anno, l’equivalente dello 0.9% del nostro PIL.
Lo spreco avviene in tutte le fasi della filiera, dalla produzione al consumo domestico. Nelle case degli italiani 27,5 kg di cibo finiscono, ogni anno, nella spazzatura. Tra gli alimenti più sprecati verdura e latticini.
La app Too Good To Go consente a ogni persona di fare la propria parte per ridurre gli sprechi e allo stesso tempo di ottenere pasti freschi e deliziosi sostenendo le attività commerciali locali.
I commercianti riducono i loro rifiuti e i nuovi clienti provano i loro prodotti.
È doveroso che l’ambiente e la sostenibilità – spiega Eugenio Sapora, country manager Italia di Too Good To Go – vengano considerati dei pilastri fondamentali all’interno di una strategia europea per il post-emergenza.
Ripartire è imperativo e necessario, ma abbiamo la possibilità di far sì che avvenga con un occhio rivolto a quei criteri di rispetto e attenzione verso l’ambiente in cui viviamo e ci troviamo ad operare: un’opportunità da non perdere.
- Nel sito earthday c’è un calcolatore online del proprio foodprint.
Allo stesso modo anche il PEFC, ente promotore della corretta gestione delle foreste ha lanciato un appello per ribadire la necessità di rilanciare l’economica senza far venir meno la tutela delle foreste e dell’ambiente.
Ci dovrà essere la necessità di rilanciare l’economica senza far venir meno la tutela delle foreste e dell’ambiente
La deforestazione, del resto, ha un ruolo ben preciso nella diffusione di virus e pandemie a causa dello spillover.
Lo sfruttamento non sostenibile del patrimonio forestale è tra le cause prime di tutti gli squilibri ambientali del nostro Pianeta
dichiara il direttore del PEFC Antonio Brunori, che continua
alcune delle più gravi malattie infettive che l’uomo deve affrontare oggi sono un’ulteriore conseguenza.
Nelle aree tropicali la deforestazione e la compravendita della cosiddetta bushmeat (carne di animali del bosco) possono aver portato più facilmente al contatto tra uomini e animali selvatici, favorendo il fenomeno dello spillover, cioè il salto che permette al patogeno di passare da una specie ospite ad un’altra.
La gestione sostenibile delle foreste e la conservazione di spazi dedicati alla salvaguardia degli equilibri ecologici sono invece funzionali al mantenimento della distanza tra determinate specie animali potenzialmente portatrici di infezioni e l’essere umano.
È purtroppo evidente la necessità di cambiare comportamenti e gli stili di vita individuali e collettivi, riducendo il più possibile la nostra impronta ecologica scegliendo prodotti che possano assicurare il mantenimento degli ecosistemi forestali.
“Dobbiamo cercare più possibile di mantenere anche questo piccolo benessere ecologico – conclude Antonio Brunori – dato da questa quarantena. Auspichiamo che Europa e Italia sappiano uscire sulla strada della sostenibilità da quella che si preannuncia come la più grande crisi del dopoguerra”.