Un progetto per osservare, mediante un sondaggio diffuso su scala nazionale, gli effetti psico-sociali della contrazione dell’interazione, della prolungata convivenza e del distanziamento sociale dovuti all’emergenza COVID-19.

L’osservatorio Mutamenti Sociali in Atto-COVID19 (MSA-COVID19) è un progetto dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irpps) realizzato in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e la Fondazione Movimento Bambino ONLUS.

Mediante un sondaggio diffuso su scala nazionale, esplora e analizza gli effetti psico-sociali della contrazione dell’interazione, della prolungata convivenza e del distanziamento sociale dovuti all’emergenza COVID-19.

I primi risultati dello studio forniscono informazioni circa la condizione abitativa, relazionale e lavorativa, analizzando nello specifico le attività quotidiane, l’uso di internet e l’iperconnessione, la violenza domestica, la fiducia sistemica e gli stati psicologici.

Il 73,1% dei rispondenti ha in questo momento un partner, con cui convive per il 56,7%, a fronte del 13% di persone che abitano sole.

Circa la metà degli intervistati vive con almeno 2 o 3 persone.

Il 49,3% è impiegato a tempo pieno e per il 24,9% dei soggetti l’attività lavorativa è sospesa. Tra i rimanenti lavoratori, il 23,4% opera in smart working e il 10,8% si reca sul posto di lavoro.

4 persone su 10 prevedono di andare incontro a gravi perdite economiche

Circa 4 persone su 10 prevedono di andare incontro a gravi perdite economiche, più di una su 10 di perdere il lavoro o la propria attività, e due su 10 di andare in cassa integrazione.

Il titolo di studio risulta un importante salvagente della tenuta lavorativa.

Il rischio di non riuscire a far fronte anche alle esigenze alimentari nei prossimi giorni è concreto per circa 3 persone su 10, soprattutto nel centro e sud Italia.

Le donne mostrano più incertezza nel futuro rispetto agli uomini

Si evidenzia un’elevata quota di incertezza per il futuro, che riguarda in particolare le donne (il 44,9% contro il 31,1% degli uomini) e chi possiede un titolo di studio medio-basso.

Si evidenziano condizioni di disagio connesse all’assenza dell’interazione sociale, l’aumento di stati depressivi, disturbi di tipo alimentare e legati all’abuso del digitale e dell’alcool. Sui minori di 12 anni, il distanziamento sta producendo un disagio dovuto al distacco da amici e nonni (rispettivamente 64,5% e 47,5%) e un rilevante abuso di internet a scopo di gioco e comunicazione (rispettivamente 33,5% e 19,2%).

 

Potrebbe interessarti: