Disattivare il desiderio di sbronzarsi: scoperto un meccanismo neurocerebrale legato alle emozioni agendo sul quale si può ridurre il desiderio di bere eccessivamente.
Un team di ricercatori finanziati dal National Institutes of Health dell’Università medica della Carolina del Sud ha scoperto che la disattivazione di un sistema di segnalazione dello stress in un’area cerebrale nota per la motivazione e i comportamenti legati alle emozioni riduce il desiderio di sbronzarsi.
Lo studio, che è stato pubblicato online a febbraio, ma apparirà nel numero di maggio di Neuropharmacology, individua un particolare sistema in una specifica regione del cervello che può essere manipolato per ridurre il consumo eccessivo di alcool.
Il team, guidato da Howard C. Becker, Ph.D., direttore del Charleston Alcohol Research Center e professore presso il Dipartimento di Psichiatria e Scienze comportamentali ha dichiarato:
Bere spesso è un comportamento rischioso e una delle conseguenze del consumo ripetuto di alcol è l’aumento del rischio di sviluppare una dipendenza.
Inoltre, secondo Becker, coloro che si sbronzano spesso, in particolare durante l’adolescenza e l’università, hanno quasi 10 volte in più il rischio di sviluppare una dipendenza.
Ma quanto alcool deve essere consumato per qualificare una bevuta come eccessiva?
Premettendo che l’alcool è una sostanza tossica per il nostro organismo e che quindi sarebbe totalmente da evitare, una bevuta eccessiva, definita dal National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism (NIAAA), significa bere tanto da raggiungere il limite legale dell’intossicazione in due ore.
Becker ha quantificato in maniera più pratica dicendo che
si tratta di quattro bevande standard per una donna o di cinque bevande per un maschio, consumate nell’arco di circa due ore
JR Haun, primo autore dell’articolo, ha descritto ciò che la NIAAA considera “standard” in relazione a determinati tipi di bevande.
Una bevanda è definita all’incirca una lattina di birra, un bicchiere di vino da circa 150 ml o un colpo standard da 50 ml di distillati
ha spiegato, aggiungendo che le porzioni possono variare in base alla percentuale di alcool puro nella bevanda.
Nel loro studio, Becker e Haun hanno testato una potenziale strategia per ridurre il rischio di sbronzarsi.
Il sistema dei recettori degli oppioidi è già noto nel campo della dipendenza
Il sistema che il team di Becker ha studiato è il sistema dei recettori per gli oppioidi, ben riconosciuto nel campo della dipendenza.
Le sostanze narcotiche, come la morfina, l’eroina e l’ossicodone agiscono sul sistema dei recettori degli oppioidi, producendo gli effetti stupefacenti noti di queste molecole che sono piacevoli e che quindi portano le persone a utilizzarli (nonostante i gravi danni sulla salute che poi l’utilizzo comporta).
Tuttavia, esiste uno strano recettore oppioide, per così dire, che non è coinvolto nella segnalazione del piacere.
Il sistema dei recettori degli oppioidi kappa è l’antitesi di altri recettori degli oppioidi, viene spesso definito un sistema anti-ricompensa.
ha spiegato Haun.
Invece di sensazioni di piacere, il recettore oppioide kappa produce stress e malcontento.
Quando le persone bevono, sperimentano effetti positivi e ciò è in parte dovuto alla attivazione dei recettori degli oppioidi che genera piacere.
Tuttavia, dopo aver bevuto troppo iniziano a manifestarsi nausea, mal di testa e stress da astinenza: è ora attivo il sistema dei recettori degli oppioidi kappa.
Il team di Becker ha scoperto che la disattivazione dei recettori degli oppioidi kappa nel cervello riduce il consumo eccessivo di alcool.
Questa scoperta suggerisce che il sistema del recettore degli oppioidi kappa è importante non solo nello stato di astinenza negativa, ma anche nel guidare lo stesso desiderio di sbronzarsi.
A prima vista, questa scoperta potrebbe sembrare controintuitiva.
In che modo la disattivazione del recettore degli oppioidi kappa diminuisce il consumo di alcol?
Non è del tutto chiaro il perché, ma quello che sappiamo è che i recettori degli oppioidi kappa svolgono un ruolo importante nello stato emotivo negativo che spinge a bere e che diventa compulsivo nelle persone alcolizzate
ha detto Haun.
Becker e Haun ipotizzano che il sistema dei recettori degli oppioidi kappa possa condurre in modo simile al desiderio di sbronzarsi e al conseguente consumo compulsivo di alcol, oltre a contribuire allo stress e al disagio durante l’astinenza.
Per iniziare a testare la loro ipotesi, Becker e Haun hanno prima identificato la regione esatta nel cervello legata al desiderio di sbronzarsi guidato dai recettori degli oppioidi kappa.
La squadra di Becker si è concentrata su una rete di strutture chiamata amigdala estesa.
Secondo Haun, è una parte del cervello che è coinvolta in comportamenti motivazionali, è molto sensibile allo stress ed è implicata nel desiderio compulsivo di bere.
Questa rete di circuiti nel cervello contiene anche numerosi recettori degli oppioidi kappa, che lo rendono il miglior candidato per indagare sul suo ruolo nella regolazione del consumo eccessivo di alcool.
Per determinare in che modo i recettori degli oppioidi kappa nell’amigdala estesa influenzano il desiderio di sbronzarsi, il team di Becker ha inattivato specificamente i recettori degli oppioidi kappa in questa regione nel cervello di topi.
Per questo studio è stato utilizzato un modello di topo tendente all’alcolismo. Agli animali è stato permesso di bere liberamente per quattro ore ogni notte.
È stato poi introdotto un farmaco che blocca i recettori degli oppioidi kappa proprio nell’amigdala estesa ed è stato verificato che i topi hanno consumato molto meno alcool.
Il blocco dei recettori degli oppioidi di kappa nell’amigdala estesa, quindi, potrebbe agire come terapia per ridurre il consumo eccessivo di alcol.
Quindi ci sarà presto una pillola per frenare la voglia di sbronzarsi?
Secondo Becker, se una tale terapia fosse sviluppata, sarebbe meglio crearla su misura per coloro che hanno difficoltà a controllare il consumo di alcool.
Penso che l’obiettivo finale sia quello di comprendere meglio i nuovi potenziali target terapeutici e come le future terapie possano avere un certo valore nel contribuire a reprimere il desiderio e la motivazione a bere eccessivamente in coloro che hanno sviluppato un disturbo da consumo di alcol o sono sulla soglia di farlo
ha concluso Becker.
Su questo tema abbiamo recentemente scritto:
- Articolo originale (sciencedirect.com)