Con la quarantena le visualizzazioni dei video su youtube sono alle stelle, peccato che gli youtuber non siano mai stati pagati così poco.
Stando al New York Times il traffico su Youtube è cresciuto del 15%, con un aumento in larga parte dovuto al numero crescente di persone costrette a casa. Contestualmente, sono crollati anche i compensi dati dalla piattaforma ai content creator. C’entra sempre il coronavirus, ed è un problema comune a qualsiasi azienda che campi grazie alla pubblicità — inclusa l’editoria online.
La conseguenza, è che gli youtuber stanno registrando visualizzazioni record, in alcuni casi registrando picchi senza precedenti, salvo scoprire che a fine mese percepiranno meno soldi di quando i loro video erano visti da meno persone.
Da febbraio ad oggi Carlos Pacheco, che lavora come consulente per oltre 180 canali Youtube con un audience di 68 milioni di iscritti, ha registrato un crollo nel CPM medio del 50%.
Significa che per ogni pubblicità visualizzata sui loro video, gli youtuber stanno guadagnando esattamente la metà rispetto alla norma.
Le aziende stanno riducendo all’osso gli investimenti in marketing e pubblicità. Un’azienda su quattro, dice IAB, ha messo in pausa le sue campagne pubblicitarie.
Il 46% dei brand ha invece preferito ridurre significativamente la spesa mostrando comunque alcune pubblicità (magari ad un audience ridotta o con un compenso minore per click o impression).
Il 75% delle persone intervistate da IAB ritiene che il coronavirus produrrà più danni all’industria dell’advertising di quanti ne abbia procurati la crisi del 2008.
Guai in vista, insomma. E non solo per gli youtuber.
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