Israele ha un asso nella manica per procurarsi l’equipaggiamento medico in un contesto globale dove questo diventa sempre più complesso: la sua vasta rete internazionale di agenti del Mossad.

Tra i diversi Paesi colpiti duramente dall’epidemia è gara per accaparrarsi prima di tutti gli equipaggiamenti medici necessari per proteggere medici e pazienti. Israele, come rivela un articolo del New York Times riportato in Italia dal Post,  ha affidato questo compito al Mossad, la sua potente agenzia d’intelligence.

La guida dell’emergenza da parte del Mossad sarebbe nata ad inizio febbraio, quando il Sheba Medical Center, una struttura di Tel Aviv, aveva contattato il direttore dell’intelligence Yossi Cohen dopo alcune difficoltà nel reperire i ventilatori polmonari.

A Cohen era stata fornita una lista dettagliata dell’equipaggiamento mancante. Gli agenti sono tornati vincitori, individuando e importando il materiale medico. L’agenzia ha avuto successo dove i funzionari dell’ospedale e del Governo avevano fallito.

Sempre il ruolo dell’agenzia sarebbe stato decisivo anche nella corsa del Paese verso l’acquisizione della tecnologia necessaria per accelerare i test per il coronavirus.

L’azione del Mossad non è priva di coni d’ombra, tant’è che alcuni report suggeriscono che l’agenzia si sia procurata il materiale medico prevalentemente da Paesi non pienamente democratici, con cui Israele sulla carta non dovrebbe avere formali rapporti d’alleanza.