Jurij Gagarin il primo uomo nello spazio

Il 12 aprile 1961, alle 9:07 ora di Mosca, Jurij Gagarin pronunciò il suo famoso “poyekhali!” (andiamo!) e il vettore Semyorka partì per lanciare in orbita bassa la minuscola e claustrofobica Vostok 1 con all’interno lo stesso Gagarin.

La storica impresa sanciva non solo un successo scientifico, ma anche e soprattutto politico: sì perché l’Unione Sovietica dimostrava agli Stati Uniti di padroneggiare la tecnologia che permetteva all’uomo di esplorare lo Spazio oltre la Terra.

Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini

Forse tra le frasi più iconiche mai pronunciate dai cosmonauti e che rappresenta l’essenza dell’esplorazione spaziale e di che cosa siamo noi in correlazione con l’universo.

 

La capsula Vostok 1che ospitava Gagarin

 

A quasi sessant’anni da quello storico momento è giusto ricordare anche qualche curiosità che hanno accompagnato il lancio del cosmonauta sovietico. Innanzitutto l’impresa scientifica era racchiusa in 108 minuti di incursione nello spazio, due ore che hanno significato tantissimo in piena Guerra Fredda. Alle 9:12 del 12 aprile 1961, quasi al limite dell’atmosfera, le prime parole pronunciate così lontano dalla terra ferma furono «Vedo la Terra… è magnifica!».

Il Cosmonauta Russo realizzò un’orbita attorno alla Terra e rimase nello spazio per 108 minuti

Dopo un volo di più o meno due ore che prevedeva una singola orbita del pianeta Jurij Gagarin rientrò a Terra, ma non all’interno della navicella bensì con un paracadute, dopo essere stato espulso a circa 7.000 metri di quota. Questo particolare venne tenuto segreto per diversi anni, in quanto i russi avevano il timore che quel volo non venissi omologato perché ritenuto incompleto. Era la seconda volta, dopo lo choc dello Sputnik, che l’Unione Sovietica dimostrava in maniera pressoché impressionante il proprio enorme vantaggio nel campo dell’esplorazione spaziale nei confronti degli USA.

 

L’Unione Sovietica primeggiò per moltissimi anni nella corsa allo spazio, gli USA dovettero attendere l’allunaggio del 1969.

Grazie ai programmi Vostok e Voschod, per anni sarà l’Unione Sovietica a essere la prima nazione in grado di marcare nuovi record in questo campo. Gli americani saranno in grado di colmare il gap solo con l’avvio del programma Gemini, raggiungendo comunque il risultato più prestigioso della corsa allo spazio solo nel 1969 durante la missione dell’Apollo 11 con lo storico allunaggio.

Gagarin dopo quel primo volo non riuscì, nonostante fosse il suo più grande desiderio, a tornare nello spazio in quanto divenne da subito un simbolo nazionale, un vero eroe e la nazione non voleva assolutamente rischiare la vita del primo uomo che ha oltrepassato l’atmosfera terrestre.

Il 27 marzo 1968, appena sette anni dopo la sua storica missione, durante un addestramento il suo MiG entrò in avvitamento ad alta velocità e si schiantò al suolo. Le circostanze dell’incidente vennero da subito protocollate ai segreti di Stato, alimentando ancor di più le teorie complottistiche antisovietiche.

 

Vengo da una famiglia comune, una famiglia di lavoratori, mio padre è un carpentiere come ce ne sono a milioni nella mia patria socialista.I miei genitori sono due semplici russi ai quali la Rivoluzione d’Ottobre ha dato una vita piena e dignitosa.

 

Tra le varie curiosità del primo viaggio di Gagarin ci sono senza dubbio la lettera d’addio che scrisse alla moglie due giorni prima del volo nello spazio nel caso in cui fosse sopraggiunto un incidente ma soprattutto quello che successe all’interno della capsulo al suo rientro.

Ovviamente oggi tutti gli astronauti sono preparati alle fiamme causate dal passaggio della navicella attraverso gli strati densi dell’atmosfera. Gagarin non ne era a conoscenza e alla vista delle copiose fiamme pronunciò la frase che per lungo tempo si preferì non riportare: “Sto bruciando, addio compagni”.

Vedendo infuriare le fiamme dall’oblò, Gagarin pensò che la capsula fosse in avaria e che entro pochi secondi sarebbe morto quando in realtà l’attrito del rivestimento termo-resistente della navicella con l’atmosfera è qualcosa di routine che avviene ad ogni volo.

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