BepiColombo: l’ultimo scatto alla Terra prima del suo viaggio verso Mercurio

BepiColombo

La sonda BepiColombo ha effettuato ieri il suo primo flyby con tanto di foto ricordo attorno alla Terra prima di proseguire il suo viaggio verso Mercurio.

La missione BepiColombo lanciata in orbita il 20 ottobre 2018 nasce come osservatorio del pianeta Mercurio. Quello di ieri è stato il primo e il più importante flyby dei nove previsti: attraverso l’effetto fionda gravitazionale BepiColombo arriverà a stabilizzarsi attorno al pianeta per capire la sua formazione e le condizioni limite che potrebbero essere favorevoli alla vita.

In questo primo flyby, o passaggio ravvicinato, BepiColombo si è avvicinato alla Terra a 12.700 km di distanza diventando visibile anche attraverso i telescopi. Il suo viaggio in totale durerà ben sette anni con l’obiettivo di raggiungere Mercurio nel 2025.

La missione BepiColombo nasce dalla collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea, ESA, e l’Agenzia Spaziale Giapponese, Jaxa. Il modulo contiene due sonde realizzate rispettivamente dalle due agenzie e la strumentazione a bordo vede anche la firma italiana in particolare grazie al supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e al contributo scientifico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) sono stati realizzati 4 degli 11 esperimenti a bordo.

Le due sonde si attiveranno una volta che il modulo si sarà posizionato attorno all’orbita di Mercurio e analizzeranno i dati del pianeta per cercare di individuare gli elementi che lo caratterizzano per poter verificare i modelli di formazione ed evoluzione dei pianeti all’interno del nostro Sistema Solare.

In particolare l’ambizioso progetto prevede, come riportato dal sito dell’ASI:

  • di studiare l’origine, l’evoluzione e il moto di un pianeta che orbita vicino alla propria stella,
  • di analizzarne le caratteristiche: forma, struttura, composizione superficiale e struttura interna,
  • di investigare le proprietà dell’esosfera e le sue dinamiche di interazione,
  • di individuare l’origine del campo magnetico e le caratteristiche della magnetosfera,
  • di validare le previsioni della teoria della relatività generale di Einstein.

Per arrivare fino al pianeta Mercurio il modulo sfrutterà quello che viene chiamato effetto fionda gravitazionale. Grazie a voli ravvicinati, i cosiddetti flyby, è possibile utilizzare le traiettorie tangenti i pianeti sfruttando la loro attrazione gravitazionale permettendo alla sonda spaziale di ricevere una spinta sufficiente per proseguire il viaggio all’interno del Sistema Solare.

Con la spinta giusta in fase di lancio, la sonda può raggiungere più velocemente la sua destinazione finale con il minimo utilizzo di carburante.

L’intuizione nello sfruttare le forze gravitazionali dei pianeti venne al matematico e ingegnere padovano Giuseppe Colombo, detto Bepi a cui ESA ha dedicato la missione, che studiò le orbite di Mercurio.

Questo primo e fondamentale passaggio ravvicinato è il primo dei nove voli ravvicinati previsti prima di raggiungere l’orbita ottimale: ce ne saranno 2 con Venere e poi 6 con Mercurio.

 

 

 

La foto con l’immagine della Terra è stata scattata alle 5:33 del 10 Aprile 2020 da una delle camere di BepiColombo ad una distanza di 19000 km.

 

 

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