No Vax: una ricerca psicologica mette in luce come le persone scettiche riguardo ai vaccini li trovino rischiosi perché sopravvalutano la probabilità di eventi negativi, in particolare quelli rari.

I No Vax oltre allo scetticismo riguardo ai vaccini hanno in comune una caratteristica psicologica: sopravvalutano la probabilità di tutti i tipi di eventi negativi, in particolare quelli rari.

Nel 2000, il virus del morbillo è stato dichiarato eliminato dagli Stati Uniti. Nonostante i casi provenienti dall’estero, ci sono stati pochi focolai perché la maggior parte delle persone era vaccinata contro il morbillo.

E poi è arrivato il 2019.

Gli Stati Uniti hanno visto 1.282 casi confermati in 31 stati – il maggior numero riportato dal 1992, con quasi tre quarti legati ai recenti focolai di New York, secondo il Centers for Disease Control and Prevention.

Nel 2018 sono morti per il morbillo 140mila persone nel mondo, soprattutto bambini sotto i 5 anni

La maggior parte dei casi riguardava persone che non erano state vaccinate contro il morbillo.

A livello globale, nel 2018, 10 milioni di persone al mondo hanno contratto il morbillo e hanno perso la vita ben 140mila, soprattutto bambini con meno di 5 anni. Questi sono i dati allarmanti relativi all’epidemia globale di morbillo diffusi lo scorso dicembre 2019 e che hanno fatto dichiarare a Tedros Adhanom Ghebreysus, direttore generale dell’OMS, che si tratta di

un fallimento collettivo nella protezione dei bambini più vulnerabili in tutto il mondo.

Dopo eventi come questo, molte persone esprimono confusione sull’esitazione o sulla riluttanza altrui a farsi vaccinare o a vaccinare i propri figli, risulta incomprensibile perché le persone siano scettiche nei confronti dei vaccini.

E poiché i No Vax stanno aumentando sempre di più, due ricercatori del Dipartimento di Scienze psicologiche della Texas Tech University hanno effettuato uno studio e suggerito una possibile spiegazione.

In un articolo pubblicato di recente sulla rivista Vaccine del giornale Elsevier, Mark LaCour e Tyler Davis suggeriscono che alcune persone trovano i vaccini rischiosi perché sopravvalutano la probabilità di eventi negativi, in particolare quelli rari.

Il fatto che queste sopravvalutazioni si ripercuotano su tutti i tipi di eventi negativi – non solo quelli legati ai vaccini – suggerisce che le persone con maggiore scetticismo sui vaccini in realtà potrebbero elaborare informazioni in modo diverso rispetto alle persone che non hanno paura dei vaccini.

Il prof. Davis a questo proposito afferma:

Avremmo potuto presumere che le persone molto scettiche sui vaccini avrebbero sopravvalutato la probabilità di eventi negativi correlati al vaccino, ma sorprendentemente abbiamo osservato da queste stesse persone una sopravvalutazione di eventi rari per cose che non hanno nulla a che fare con la vaccinazione. Ciò suggerisce che ci siano variabili cognitive o affettive di base che li influenzano.

Nel loro primo esperimento, LaCour e Davis hanno esaminato 158 partecipanti.

È stato chiesto a queste persone di stimare la frequenza di morte associata a 40 diverse cause: dai tumori, ai morsi di animali, dal parto ai fuochi d’artificio, dalle inondazioni agli incidenti stradali. Il risultato è che le persone con maggiore scetticismo sui vaccini erano meno accurate nelle loro stime della frequenza con cui si verificano queste cause di morte. In particolare, un maggiore scetticismo sui vaccini è associato a una sopravvalutazione generalizzata di eventi rari.

Il secondo esperimento ha seguito le stesse procedure del primo, ma i partecipanti hanno inoltre stimato la frequenza di eventi neutri o positivi – come visite papali negli Stati Uniti, nascite di tre gemelli o concerti di Willie Nelson – per verificare se la negatività dell’evento stimato giocasse un ruolo sulle loro previsioni.

 

Quello che è emerso è che i No Vax sono stati meno accurati nelle stime degli eventi correlati a una possibile morte sopravvalutando come maggiormente possibili gli eventi negativi più di quelli neutri / positivi.

La mia opinione è che gli scettici riguardo i vaccini probabilmente non hanno la corretta comprensione di quanto siano più o meno probabili diversi eventi

ha dichiarato LaCour, dottorando in scienze psicologiche e autore del lavoro che prosegue

Potrebbero essere più facilmente influenzati da storie “horror” aneddotiche il cui più tipico esempio è il racconto di un bambino che ha avuto un effetto collaterale per via di una vaccinazione. Si tratta di distorsioni cognitive che sono poi probabilmente esacerbate dalle decisioni di sottoscrivere fonti di informazione statisticamente non rappresentative.

I ricercatori non hanno trovato una chiara associazione tra il livello di istruzione e il maggiore o minore scetticismo sui vaccini, LaCour e Davis credono comunque che ci possa essere una differenza nelle informazioni raccolte e utilizzate dai No Vax.

Può darsi che cerchino specificamente informazioni distorte, per esempio, per confermare le loro convinzioni scettiche

ha detto Davis che aggiunge:

Potrebbe essere che abbiano pregiudizi legati a eventi negativi, in particolare correlati alla mortalità, che fa ricordare loro meglio queste informazioni.

Poiché non sembra che il problema sia il fatto che i No Vax siano meno istruiti in termini di scienza di base o educazione matematica purtroppo anche le strategie per far raggiungere le informazioni corrette attraverso annunci di servizio pubblico o istruzione formale non sembra possano non funzionare. Occorrono interventi mirati e in grado di aggirare le loro distorsioni.

Trovare fattori cognitivi di base collegati allo scetticismo sui vaccini potrebbe essere un modo per creare una informazione diversificata e che faccia breccia negli scettici per interrompere epidemie e morti che potrebbero essere tranquillamente evitate grazie ai vaccini.