Nasce il prototipo di un WC intelligente che identifica l'”impronta anale” dell’utilizzatore così da valutarne lo stato di salute.
Dopo la smart TV, lo smart watch e lo smart phone, ora tocca ai sanitari di casa diventare “smart”. Partorito dalla Stanford University, il progetto è stato svelato a inizio settimana con una pubblicazione sul Nature Biomedical Engineering. Superata una prima fase di facile ironia ci si rende conto che la macchina ha uno scopo effettivo e che questo è tutt’altro che superfluo: automatizzare l’analisi delle feci e delle urine.
Dei sensori di movimento applicati all’interno della tazza attivano una serie di test su quanto appena deposto. Le urine ricevono un approfondito controllo molecolare, mentre gli escrementi si limitano a una più rudimentale analisi fisica. I risultati registrati vengono quindi inviati a un database cloud che, in un ipotetico futuro, li condividerà con il medico curante del soggetto poggiato sul gabinetto.
Si tratta di uno scanner che a ogni seduta valuta le fattezze dello sfintere dell’utente, studiandone le grinze e creandone un’inconfondibile profilatura.
Per evitare che il WC intelligente raccolga indiscriminatamente i dati dei suoi utilizzatori, i ricercatori capitanati dal dottor Seung-min Park hanno introdotto anche un sistema di identificazione “diametralmente opposto al riconoscimento facciale”. Si tratta di uno scanner che a ogni seduta valuta le fattezze dello sfintere dell’utente, studiandone le grinze e creandone un’inconfondibile profilatura.
L’introduzione di una vera e propria sonda anale pare eccessivo, oltre che inquietante, ma è giustificato dal fatto che l’intero strumento di analisi sia stato congegnato per adattarsi a tutti i sanitari immessi sul mercato. L’idea iniziale era infatti quella di registrare le impronte digitali direttamente dalla leva dallo scarico, ma gli scienziati si sono ricordati sia oramai comune incappare in apparecchi che attivano lo sciacquone via fotocellula.
Per ora, lo strumento ha una funzionalità limitata e non registra che 10 biomarcatori, ma lo spettro di indagine dovrebbe essere grandemente ampliato già dal secondo prototipo, attualmente in lavorazione. Nella sua semplicità, lo smart WC potrebbe aiutare a monitorare tutti coloro che hanno una predisposizione genetica al diabete, al tumore, all’insufficienza renale, garantendo un intervento repentino in caso di anomalie.
- ‘Smart toilet’ monitors for signs of disease (med.stanford.edu)
- A mountable toilet system for personalized health monitoring via the analysis of excreta (nature.com)