Ciclone Harold: devastate le isole Salomone, Vanuatu, Fiji e Tonga

Il ciclone Harold ha devastato le isole del Pacifico. Dopo aver provocato 27 vittime sulle Isole Salomone e distrutto Vanuatu e Fiji è stata anche la volta di Tonga nella giornata di ieri. Vediamo cosa sta succedendo ora.

Questa la situazione del Ciclone Harold “twittata” circa mezz’ora fa dalla NASA.

Tutto è cominciato lo scorso lunedì 6 aprile. Il ciclone Harold è stato identificato da uno dei satelliti della NASA in grado di misurare l’intensità delle piogge nelle tempeste tropicali. Il ciclone si è sviluppato su Vanuatu nell’Oceano Pacifico meridionale. All’inizio i tassi più alti erano nella fascia della pioggia a sud-est dell’occhio che arrivavano fino a 48 mm all’ora.
La genesi del ciclone tropicale Harold è da ricercare in un sistema a bassa pressione che è stato osservato a est della Papua Nuova Guinea la scorsa settimana.

La storia del ciclone Harold è perfettamente riassunta da questa animazione NASA:

 

 

Si possono osservare le forti precipitazioni associate al ciclone tropicale Harold mentre avanza dalle Isole Salomone (in alto a sinistra) il 2 aprile 2020, si intensifica in modo esplosivo il 3 aprile, raggiunge Vanuatu (al centro) come una tempesta di categoria 4 il 5 aprile. Da lì il 6 aprile raggiunge per un tempo limitato addirittura la categoria 5 e passa a sud delle Figi (centro destra). Il 7 aprile torna ad essere classificato come tempesta di categoria 4.

La regione centrale di Harold ha prodotto tassi di precipitazione superiori a 30 millimetri all’ora. Le stime delle precipitazioni in questa animazione provengono dall’algoritmo multi-satellite IMERG sviluppato dalla NASA ed eseguito quasi in tempo reale.

Dopo aver provocato 27 vittime sulle Isole Salomone e devastazioni su Vanuatu e Fiji è stata anche la volta di Tonga nella giornata di ieri. Qui il ciclone tropicale Harold si è presentato di categoria 4 con venti di oltre 260 km/h devastando e riducendo in macerie almeno tre località turistiche a nord della capitale Nukualofa, causando inoltre numerosi black out.

A complicare la situazione sulle isole del Pacifico ci si è messa la pandemia COVID-19, che ha ostacolato le operazioni di soccorso, con Vanuatu riluttante ad aprire i suoi confini internazionali in quanto cerca di rimanere uno dei pochi paesi senza alcun caso confermato di Coronavirus.

Oggi l’immagine dallo spettroradiometro dello strumento MODIS che vola a bordo del satellite Terra della NASA ha mostrato che il ciclone Harold che si è allungato a causa del forte vento da nord-ovest. Il taglio del vento ha spinto la maggior parte delle nuvole e della convezione a sud-est del centro come si vede nella foto sottostante.

La convezione tranciata e la forma complessiva indicano che il sistema sta subendo una transizione extra-tropicale.

Immagine del 10 aprile del ciclone Harold catturata dallo strumento MODIS a bordo di un satellite della NASA. Credit: NASA Worldview, Earth Observing System Data and Information System (EOSDIS).

I cicloni tropicali sono come cilindri rotanti composti da strati di venti. Ogni livello deve essere impilato sopra l’altro in verticale in modo che la tempesta mantenga forza o la intensifichi.

Il taglio del vento si verifica quando i venti ai diversi livelli dell’atmosfera spingono contro il cilindro rotante, indebolendo la rotazione e spingendola a diversi livelli.

Una tempesta extra-tropicale è più debole di quella tropicale

Quando una tempesta diventa extra-tropicale, significa che un ciclone tropicale ha perso le sue caratteristiche “tropicali”.

Il National Hurricane Center definisce “extra-tropicale” una transizione che implica sia lo spostamento polare del ciclone (il che significa che si sposta verso il polo nord o sud) sia la conversione della fonte di energia primaria del ciclone dal rilascio di calore latente di condensa a processi baroclinici (il contrasto di temperatura tra masse d’aria calda e fredda).

È importante notare che i cicloni possono diventare extra-tropicali e trattenere comunque venti di uragano o forza di tempesta tropicale.

In ogni caso il Joint Typhoon Warning Center (JTWC) ha emesso l’avvertimento finale su questo sistema il 9 aprile. Harold ha ormai definitivamente abbandonato anche Tonga e sta proseguendo la sua corsa verso sudest finalmente indebolito a tempesta tropicale agendo in mare aperto. Nelle prossime ore perderà ulteriormente energia e si dissiperà definitivamente uscendo di scena.

La tempesta, per fortuna, non è più una minaccia per le aree terrestri.

 

 

Verme nell’Oceano Pacifico: sorprendente scoperta a oltre 6.000 metri di profondità
Verme nell’Oceano Pacifico: sorprendente scoperta a oltre 6.000 metri di profondità
Missione NASA: aereo-spia raccoglie dati nei temporali per predire fenomeni violenti
Missione NASA: aereo-spia raccoglie dati nei temporali per predire fenomeni violenti
Ecosistema nelle profondità del Pacifico: nuova vita sotto le bocche idrotermali di un vulcano sottomarino
Ecosistema nelle profondità del Pacifico: nuova vita sotto le bocche idrotermali di un vulcano sottomarino
Mare di Ochotsk: spettacolare danza delle spirali ghiacciate
Mare di Ochotsk: spettacolare danza delle spirali ghiacciate
Eruzione del Tonga: un'esplosione vulcanica che ha generato quasi 200.000 fulmini
Eruzione del Tonga: un'esplosione vulcanica che ha generato quasi 200.000 fulmini
El Niño: in arrivo il fenomeno di riscaldamento anormale delle acque dell'Oceano Pacifico equatoriale
El Niño: in arrivo il fenomeno di riscaldamento anormale delle acque dell'Oceano Pacifico equatoriale
Innalzamento dei mari: i villaggi delle Fiji si spostano
Innalzamento dei mari: i villaggi delle Fiji si spostano