La recensione di The Hunt, il nuovo film della Blumhouse, si presenta in un mix tra La Fattoria degli Animali di George Orwell e The Purge – La Notte del Giudizio, regalando un’ora e mezza di pura adrenalina, tra splatter e satira.

The Hunt arriva in un momento storico molto strano per la sala cinematografica. La pellicola di Craig Zobel, sceneggiata da Damon Lindelof, è stata una delle “prime vittime” dell’emergenza, uscendo direttamente in versione noleggio. Per scrivere la recensione di The Hunt abbiamo, infatti, visionato il film su RakutenTV, una delle piattaforme a noleggio che consente la visione della pellicola in “prima fila”.

La Universal ha deciso, per alcuni dei suoi titoli come, appunto, di uscire immediatamente sulle piattaforme on demand

Cosa vuol dire questo? La Universal ha deciso, così come altre distribuzioni, per alcuni dei suoi titoli come, appunto, The Hunt, L’Uomo Invisibile e Trolls World Tour, di uscire immediatamente sulle piattaforme on demand, sfruttando il mezzo del noleggio. Come potrete constatare, però, il prezzo è decisamente superiore. Una sorta di biglietto cinematografico ma con l’accesso in sala direttamente da casa propria. Il prezzo, di 15,99€, viene giustificato quindi qualora a godere del film fossero almeno due o più persone in contemporanea, andando a spendere l’equivalente (o anche meno) di una serata al cinema. Stesso ragionamento non può essere applicato al singolo che, giustamente, in quel prezzo potrebbe vedere un costo decisamente elevato per un film a noleggio dalla durata di massimo 48h.

 

recensione di The Hunt

 

Del resto, in una situazione complessa e critica come quella che attualmente sta vivendo la sala, le soluzioni sono veramente poche. Non posso, perciò dirvi, al di là della riuscita o meno di qualsiasi tipo di film, se il prezzo valga la candela, ma posso però dirvi perché The Hunt è un film che, o prima o dopo, dovrete vedere assolutamente.

Partiamo dal presupposto che parliamo di una pellicola che segue la scia di film un po’ come Ready or Not, mescolando il thriller/horror all’ironia e critica sociale. In questo caso è evidente come alcuni dei più grandi franchise prodotti da Jason Blum, quali The Purge – La Notte del Giudizio, influenzino di gran lunga lo stile del film.

 

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Seguendo il filone degli home invasion, che negli ultimi anni hanno preso prepotentemente piede nel panorama dell’horror, The Hunt è una pellicola dissacrante, che usa un pretesto abbastanza banalotto per tracciare le linee di una società sempre più divisa: il ricco dal povero, la sinistra dalla destra, l’acculturato dal bifolco. Una società che diventa carnefice di se stessa, sempre più schiacciata dall’uso improprio dei social che consentono, a qualsiasi essere capace di scrivere (anche in modo sgrammatico sulla tastiera) di dire la propria in qualsiasi contesto. L’era dei tuttologi, dei “laureati” all’Università della strada e dei lavoratori presso “se stessi”.

 

recensione di The Hunt

 

Una società dove perfino un uomo come Trump può diventare il Presidente degli Stati Uniti d’America e, citando proprio le parole di Hilary Clinton durante le presidenziali per indicare i sostenitori dell’umpa lumpa col parrucchino, 12 “spregevoli” sono le vittime ignare che si ritroveranno al centro del perverso gioco chiamato La Fattoria.

Che cos’è la fattoria?

Prendendo larga ispirazione da George Orwell, la fattoria è un luogo dove gli esseri umani diventano bestie e queste bestie vengono caccia da altri… esseri umani, non meno bestie di loro.

12 uomini e donne, provenienti da parti diversi del Paese, si ritrovano sperduti chissà dove nel mondo, disorientati ma armati per potersi difendere da un gruppo di bracconieri. Perché proprio loro? Perché proprio lì? E qual è lo scopo di tutto questo?

 

recensione di The Hunt

 

Tra una bomba a mano nei boxer di uno, la testa esplosa di un’altra e un buco in pieno petto di un altro ancora, tra un paradosso ed un altro, un cliché e combattimenti corpo a corpo, The Hunt ci appare, appunto, come un film che non punta unicamente a far divertire, eccitare e far salire l’adrenalina nello spettatore; ma è una pellicola che prende in giro, ironizza sulle categorie, sulle etichette che noi stessi ci siamo imposti. Capovolge la realtà, si fa beffa di essa e satiricamente critica in modo aspro gli stessi spettatori che, in quel preciso istante, si stanno facendo una grassa risata sull’ennesima sparatoria al sapore di steroidi.

Capovolge la realtà, si fa beffa di essa e satiricamente critica in modo aspro gli stessi spettatori

Craig Zobel, guidato dall’esperienza di Jason Blum, si muove sullo scivoloso terreno del B movie che tenta di essere da sempre rivalutato, usando gli stessi cliché che lo hanno condannato ad essere, appunto, un film di serie b. Ci riesce? Assolutamente sì. Fingendo di non prendersi sul serio, ed usando l’idiozia delle azioni dei personaggi – dal dialogo all’espressioni ai variopinti modi di morire – come filtro per fare della critica la chiave di volta per la sua pellicola, The Hunt diventa una deliziosa perla carica di adrenalina, azione e violenza, che si assapora fin dalle prime immagini.

 

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recensione di The Hunt

 

Un contrasto grafico che va dalle sequenze più calme dove l’espressioni o le parole diventano il manifesto dell’odio e dell’insofferenza, fino alla brutale violenza, a quelle più dinamiche, veloci, schizzate che fanno accelerare i battiti del cuore dello spettatore.

Uno sprint adrenalinico all’ultimo sangue, guidato da un’eccezionale protagonista, Betty Gilpin, ovvero la Liberty Bell della serie Glow. Personaggio completamente borderline, al limite tra la follia e l’innocenza. Una falsa “palla di neve” che finisce con l’essere una vera e propria mina vagante; una bomba ad orologeria pronto ad esplodere e a spazzare via tutto ciò che si trova sul suo cammino.

 

 

Betty Gilpin diventa la superstar di The Hunt, conquistando fin dal primo istante lo spettatore, sebbene la sua follia spesso e volentieri ci pone di fronte l’annosa questione: chi sono le vittime e chi sono i carnefici? Un gioco pericoloso e vorticante, frenetico dove la violenza diventa iperviolenza e non si ha paura a sporcarsi seriamente le mani, una partita dove non si lasciano feriti, esattamente come in guerra. E alla fine della giostra ci ritroviamo di fronte ad una nuova divisione; l’unica, la sola che in un contesto del genere, in una società del genere possa esserci: vinti o vincitori.

 

 

In conclusione de la recensione di The Hunt possiamo dire che il film è una vera chicca che vale decisamente la candela. In un periodo del genere qualcosa per staccare la spina, divertirsi ed esaltarsi, ma anche gustare un po’ di cinema di genere che non vuole troppo prendersi sul serio, ma che al tempo stesso riesce ad essere mosso da una sottile metafora, una critica che prende largamente ispirazione dalle pagine di Orwell, per poi trasformarsi in una vera macelleria degna di un film di Eli Roth e Robert Rodriguez.

 

The Hunt è disponibile su RakutenTv e su tutte le piattaforme a noleggio on demand.