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I 16 migliori corti Pixar su Disney+

Corti Pixar

Il catalogo Disney+ ci offre una gran varietà di film e serie TV, ma anche tanti dei celebri corti di Pixar: quali sono i migliori?

Soprattutto in questo periodo siamo sicuri che molti di voi staranno facendo il pieno di film e serie TV su Disney+, che si sta dimostrando una validissima alternativa nel mondo dell’intrattenimento via streaming. Il catalogo della piattaforma però, oltre a film e serie TV nuove o nostalgiche, offre anche tanti corti ad opera di Pixar, che sono davvero molto interessanti.

Vediamo insieme quali sono i migliori corti Pixar!

 

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Bao (2018)

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Proiettato prima de Gli Incredibili 2, Bao racconta la storia di una madre cinese-canadese che fatica ad accettare la crescita e la voglia di libertà, di suo figlio, espressa nell’allegoria che funge da prima parte del corto. Bao è infatti uno dei tipici ravioli cinesi, cucinato dalla madre, che all’improvviso prende vita e attraversa le varie fasi della crescita. Ma è anche la rappresentazione di suo figlio, che prima o poi dovrà “lasciare il nido”. Un parallelo all’apparenza bizzarro, ma quantomai attuale e a tratti anche commovente.

 

 

 

 

Float (2019)

 

Float fa parte della raccolta SparkShorts, la serie di corti indipendenti e basati sulle esperienze degli impiegati Pixar. Nello specifico, questo è stato scritto e diretto da Bobby Rubio, e ispirato all’autismo di cui soffre suo figlio. Float racconta di un padre che fatica ad accettare la particolarità del figlio, tentando anche di nasconderla, quasi vergognandosene, finché non realizza il terribile errore che stava commettendo. Tratta un tema fortissimo in maniera assolutamente delicata ed elegante. Consigliatissimo.

 

 

 

 

Kitbull (2019)

 

Anche Kitbull fa parte del programma SparkShorts, e racconta dell’improbabile e tenerissima amicizia tra un gattino randagio ed un pitbull maltrattato dal suo padrone. I due finiranno per stringere un rapporto di reciproca fiducia, ed a fuggire dal cortile del perfido proprietario del cane, trovando in una nuova famiglia l’amore che meritano.

 

 

 

 

La Luna (2011)

 

Un po’ d’Italia in questa selezione con La Luna, corto del 2011, proiettato al cinema prima di Brave, e scritto, diretto e sceneggiato dal nostro Enrico Casarosa. Si tratta della storia di una piccola famigliola, nonno, padre e figlio, che sono impegnati in una improbabile quanto poetica missione. Uno dei corti più sfiziosi dal punto di vista visivo, fino al “colpo di scena” finale. Anch’esso, super consigliato.

 

 

 

 

La partita di Geri (1997)

Uno dei corti Pixar più iconici è sicuramente La Partita di Geri (Geri’s Game). Cortometraggio dalla durata di 5 minuti, che apriva il film Pixar A Bug’s Life e che vinse un Oscar per il miglior cortometraggio animato. Il cortometraggio ha come protagonista un arzillo vecchietto che gioca a scacchi, con se stesso, in un giorno d’autunno.

I “due” sfidanti si differenziano l’uno dall’altro solo per via degli occhiali: Geri li ha, “l’altro” no. Il vincitore della partita a scacchi conquisterà la dentiera dello sfidante. Il corto è tenero e toccante, uno di quelli che ancora oggi, a vederlo, rende gli occhi lucidi dello spettatore e fa venire di abbracciare il proprio nonno.

 

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Lava (2014)

 

I due vulcani Uku e Lele, che in italiano sono interpretati da Giovanni Caccamo e Malika Ayane, vivono una storia d’amore a distanza e canterina, ma purtroppo sono girati in modo che l’uno non riesca a vedere l’altra. Uno dei due vulcani affonda nell’acqua, ma ravvivato dalla voce dell’amata, risale in superficie provocando un’eruzione che fonde entrambi in una sola isola.

 

 

 

Lifted (2006)

 

Noto in italiano come “Stu – Anche un alieno può sbagliare”, si tratta di un corto del 2006, anch’esso candidato all’Oscar, e proiettato prima di Ratatouille. È l’esilarante racconto di un alieno imbranato che fallisce un tentativo di trascinare un umano a bordo di un’astronave con un raggio. Il protagonista non ne combina una giusta sotto l’occhio attento del suo superiore, che alla fine gli offre un’occasione per rimediare, prontamente fallita anch’essa. Consigliato se siete in vena di farvi due risate.

 

 

 

L’ombrello blu (2013)

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L’ombrello blu risale al 2013, è stato proiettato prima di Monsters University, ed è uno dei migliori corti Pixar per resa visiva, dato che utilizzava alcune tecnologie piuttosto innovative per l’epoca, che permettevano di ottenere livelli di realismo mai visti prima. Ecco perché oltre che per la bellissima storia d’amore tra l’ombrello rosso e l’ombrello blu, è un corto che va visto anche per la sua importanza a livello tecnologico.

 

 

 

Lou (2017)

 

Altro cortometraggio vincitore del Premio Oscar, nel 2018, Lou è la storia della redenzione di un bullo, e della vacuità della vendetta. Che detta così lo fa sembrare un cartone pomposo e noioso, ma in realtà è tutt’altro, e sa anzi essere molto divertente: vedere per credere.

 

 

 

 

Luxo Jr. (1986)

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Luxo Jr. è imprescindibile, anche se visivamente non è più sbalorditivo come un tempo (d’altronde sono passati 34 anni…), perché è il primo lavoro in assoluto della Pixar, e perché ha “umanizzato” la celebre lampada da tavolo fino a farne diventare il logo dell’azienda. Un pezzo di storia dell’animazione, insomma.

 

 

 

 

Piper (2016)

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Piper è stato proiettato prima di Alla ricerca di Dory, e ci mostra un giovane uccellino che lascia per la prima volta il nido quando la madre decide di insegnargli a procacciarsi il cibo. Durante la sua prima uscita però, nel tentativo di beccare una tellina viene travolto dalla marea, sviluppando così una paura dell’acqua, che un’insolito amico gli farà passare. Tenerissimo.

 

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Presto (2008)

 

Presto non è solo uno dei migliori corti Pixar, ma è anche uno dei più divertenti. Proiettato nel 2008, prima di Wall-E, è la storia di un prestigiatore e del suo coniglio, protagonista del classico numero dell’estrazione dal cilindro magico. Quando però il mago dimentica di dar da mangiare al coniglio, quest’ultimo si vendicherà, dando vita a una serie di gag visive davvero esilaranti.

 

 

 

 

Purl (2016)

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Purl è un altro corto estremamente d’attualità. Un gomitolo di lana viene assunto nella B.R.O. Company, un ufficio composto da soli uomini, con comportamenti decisamente poco inclusivi. Purl decide così di modificare il suo atteggiamento per essere accettata, ma nel momento in cui viene assunto un nuovo gomitolo di lana, decide di essere sé stessa e di aiutarlo ad inserirsi, cambiando pian piano l’atteggiamento di tutti gli impiegati dell’azienda. Un piccolo manuale di comportamento sotto forma di corto.

 

 

 

 

Quando il giorno incontra la notte (2010)

 

Anche questo corto è di fondamentale importanza dal punto di vista tecnologico, trattandosi del primo lavoro di Pixar in generale ad essere prodotto con il 3D nativo. Ed è anche uno dei migliori corti Pixar in generale, dato che la sua storia è un inno all’apertura nei confronti del diverso, di cui abbiamo più che mai bisogno. È stato proiettato prima del terzo capitolo di Toy Story.

 

 

 

 

Tin Toy (1988)

 

Tin Toy è un altro reperto storico targato Pixar: fu una sorta di preambolo per quello che divenne poi il primo Toy Story (che ne ospita alcuni cammeo), un cortometraggio per il quale vennero sperimentate diverse tecniche molto innovative per l’epoca. Si tratta di uno dei pochissimi corti Pixar a non essere mai stato proiettato al cinema, ma senza il quale probabilmente l’azienda come la conosciamo oggi non sarebbe mai esistita. Il tutto ce l’avete ora a portata di telecomando.

 

 

 

 

Toy Story: Vacanze Hawaiiane (2011)

 

Si tratta di un corto, come avrete ovviamente capito, che è una sorta di mini spin-off di Toy Story, che abbiamo scelto perché assolutamente esilarante. Bonnie va in vacanza alle Hawaii, e Barbie e Ken si nascondono nel suo zaino scolastico nel tentativo di farsi portare con lei. La bimba però porterà un altro zaino, e i due si ritroveranno nella cameretta insieme agli altri giocattoli, che però gli organizzano la vacanza hawaiiana che avevano sognato. Assolutamente imperdibile per i fan di Toy Story, e non solo.

 

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