Jet senza pilota: la nuova frontiera dell’esercito USA

La Marina degli Stati Uniti sta sperimentando dei jet senza pilota, ovvero una serie di nuovi velivoli a cavallo tra il normale aeroplano militare e il drone comandato in remoto.

La Marina ha reso noto che le prime esercitazioni risalgono al settembre 2019, ma sulle dinamiche specifiche di tali collaudi le forze armate si sono dimostrate comprensibilmente avare di dettagli. Maggiori informazioni sono reperibili da diverse dichiarazioni ufficiali rilasciate da Boeing, azienda produttrice dei mezzi militari in questione: già il 4 febbraio, il portavoce Justin Gibson aveva illustrato le dinamiche del progetto, annunciando che due jet EA-18G Growler erano stati modificati per divenire mezzi senza equipaggio da affiancare ai normali aeroplani militari.

L’idea alla base del progetto è quella di creare jet di supporto che affianchino un terzo velivolo controllato da un pilota in carne e ossa. Un’ibridazione “manned-unmanned” che ricorda per molti versi i power-up dei vecchi videogame e che offre all’areonautica la possibilità di sostenere i propri uomini con apparecchi satellite. Tom Brandt, uomo a capo del progetto della Boeing, sottolinea come questa nuova tecnologia possa garantire un supporto ricognitivo ad ampio raggio senza mettere a rischio la vita di alcun marine.

 

Primo volo del jet Valkyrie

 

Trattandosi per ora di un prototipo, la situazione reale è tuttavia meno eclatante di quella promossa ufficialmente. Ancora oggi i Growler necessitano di un equipaggio per le fasi di decollo e atterraggio, un ostacolo che vanifica il senso dell’intero progetto, ma che è anche di difficile risoluzione.

Si tratta dello stesso scoglio che sta tenendo in scacco gli sforzi congiunti dell’areonautica militare e dell’azienda Kratos. Il loro programma omologo, il Valkyrie, decolla via binari e riesce a volare autonomamente, ma ha dimostrato i suoi limiti proprio nell’atterraggio.

Todd Harrison, direttore del Progetto di Sicurezza Aerospaziale al Center for Strategic and International Studies, sottolinea come, una volta risolto questo limite, la Marina sarà potenzialmente in grado di fare a meno dei piloti gregari e di fabbricare velivoli di supporto dal costo contenuto. I nostri figli, insomma, potrebbero finire con il considerare Top Gun un film obsoleto, se non addirittura incomprensibile.

 

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