Nel 2020 numerose aziende come la cinese Sinogene offrono la possibilità di clonare gli animali domestici, anche dopo diversi giorni dalla loro morte.
Il micio che vedete nella foto qua sotto si chiama Garlic. È un bellissimo British Shortair, e il suo padrone è un imprenditore 22enne di nome Huang Yu. Garlic ha gli occhi azzurri come il cielo e un manto grigio interrotto da qualche chiazza bianca.
Garlic ha anche un’altra peculiarità che lo rende un gatto speciale: è il clone di un gatto morto un anno e mezzo fa.
Subito dopo la sua morte Huang ha fatto quello che moltissimi padroni affezionati fanno con i loro animali domestici: lo ha sepolto in giardino, sotto diversi strati di terra. Eppure Garlic è qua, fa le fusa, è grossomodo identico a quando era in vita e si comporta in modo leggermente strano.
Strano quantomeno rispetto alla personalità che aveva fino al momento prima della sua morte. I più cinefili staranno già pensando a Pet Sematary, film tratto dall’omonimo racconto di Stephen King. Lasciate stare, non c’entrano nulla i cimiteri maledetti in questo caso.
C’entra piuttosto un’azienda cinese chiama Sinogene. Azienda specializzata nel campo della clonazione degli animali domestici. Il Garlic in foto è un clone (quasi) perfetto: Huang Yu lo ha pagato più di 30.000 euro. Una cifra che all’inizio lo aveva lasciato piuttosto spiazzato, ma che ha alla fine deciso di sostenere visto l’affetto che provava per il suo animale.
Secondo i media cinesi è a tutti gli effetti il primo gatto domestico clonato in Cina.
Nel mio cuore, Garlic è insostituibile. Garlic non aveva lasciato eredi, quindi l’unica possibilità che avevo era la clonazione
aveva spiegato Huang al New York Times.
Quando ha contattato la Sinogene ha ricevuto precise istruzioni di disseppellire l’animale e congelarlo. Nel frattempo, Huang non è l’unico ad aver scelto di clonare il suo animale domestico: l’azienda lo scorso settembre parlava di una lista d’attesa estremamente fitta, in un Paese, la Cina, dove il settore degli animali domestici si sta espandendo a vista d’occhio (con un valore stimato di quasi 30 miliardi di dollari nel 2019).
La Sinogene è attiva dal 2015 e verso la fine del 2019 vantava già circa 40 cani clonati con successo.
L’azienda lavora sia con proprietari che non riescono a superare il loro lutto come Huang Yu che con laboratori di ricerca e agenzie statali.
Ci sono voluti quattro anni prima che l’azienda decidesse di iniziare a clonare i gatti, dopo che diverse ricerche di mercato avevano mostrato che stavano iniziando a diventare molto popolari anche in Cina.
Oggi la Sinogene permette di clonare anche i cavalli.
Clonare un animale non significa resuscitarlo
Quando Huang Yu ha visto per la prima volta Garlic II non ha potuto fare a meno di notare alcune discrepanze, ad esempio il gatto non era uguale alla matrice originale in ogni dettaglio. Mancava una piccola macchia grigia sul mento, tanto per iniziare, e gli occhi del suo gatto non erano così chiari.
Mentirei se dicessi che non ero deluso, ma ho imparato ad accettare che la tecnologia può presentare dei limiti
ha raccontato il padrone del gatto.
Ma le discrepanze tra i due Garlic non si limitano soltanto all’aspetto fisico. Per ovvie ragioni, i due gatti non condividono nemmeno la stessa identica personalità.
Proprio come per gli esseri umani, i tratti caratteristici dei gatti non dipendono soltanto dalla genetica, ma una larghissima parte deriva dal condizionamento ambientale. Il nuovo Garlic non condivide gli stessi ricordi della sua matrice.
La Sinogene sta lavorando per risolvere anche questo “piccolo” problema. Durante una conferenza, il CEO dell’azienda cinese aveva spiegato di voler iniziare ad usare «l’intelligenza artificiale o interfacce uomo-macchina» per impiantare nel gatto clonato i ricordi dell’originale — ad ogni modo non è entrato nei dettagli di come una simile procedura dovrebbe funzionare.
Cloni per tutti
Nel frattempo, dalla clonazione di Garlic ad oggi il business della Sinogene non si è fermato.
Oggi cloniamo cani, gatti e cavalli. Da settembre del 2019 abbiamo clonato con successo oltre 20 specie diverse. Oggi abbiamo un’azienda internazionale che offre i suoi servizi in tutto il mondo. Riceviamo richieste da ogni Paese.
ha spiegato a Lega Nerd per email Eric Li, International Project Manager della Sinogene.
Per la clonazione la Sinogene estrae alcune cellule dalla pelle dell’animale, che innesta poi negli ovuli precedentemente congelati di diversi altri gatti. Dopo un trattamento elettrico e chimico, gli ovuli clonati vengono inseriti all’interno di quattro diverse madri surrogate: serve per aumentare le possibilità di successo. Nel caso di Garlic tre delle gravidanze non sono andate a buon fine.
Quando l’animale che ci chiedono di clonare è deceduto, siamo in grado di intervenire entro 7 giorni dal decesso per i cani, e entro 3 giorni per i gatti. È fondamentale che l’animale sia stato tenuto ad una temperatura di 4 gradi celsius
La waiting list è pressoché inesistente. La Sinogene è in grado di consegnare l’animale clonato in appena sei mesi:
Oggi un cliente che ci contatta non deve attendere molto prima dell’inizio del processo di clonazione. Per i cani e gli altri animali domestici, nella maggior parte dei casi, siamo in grado di consegnare gli animali clonati entro 6 mesi dall’inizio della procedura.
Nel frattempo, la Sinogene guarda con interesse alla possibilità di estendere la sua offerta. Uno delle possibilità a cui l’azienda guarda con maggiore attenzione è quella di clonare le specie oggi ritenute a rischio di estinzione:
Stiamo facendo diverse ricerche, ed è verosimile che estenderemo la lista di animali coperti dal nostro servizio, con la possibilità che questa possa includere sia specie a rischio che ulteriori animali domestici
ci ha raccontato il manager della Sinogene.
La clonazione degli animali non è un fenomeno solo cinese
La clonazione degli animali domestici non è confinata esclusivamente alla Cina, ma è proprio in questo Paese che sta prendendo piede con maggiore forza: le leggi a tutela degli animali sono più flessibili nella migliore delle ipotesi.
Perlopiù vige il laissez faire più totale.
In Cina è lo stesso Governo a guardare con favore alla pratica della clonazione animale.
È dello scorso marzo la notizia che il dipartimento di polizia della contea cinese dello Yunan ha deciso di clonare Kunzun, il suo migliore cane poliziotto. Il cane è stato clonato sempre dalla Sinogene.
La convinzione è che clonando un cane che ha dimostrato di avere un ottimo patrimonio genetico sia possibile ottenere un animale con una predisposizione ai compiti di pubblica sicurezza altrettanto forte. In questo modo la polizia dello Yunan crede che sarà possibile accelerare i tempi di addestramento e moltiplicare la squadra di cani poliziotto in servizio.
La stessa cosa fatta con il cane antidroga Chase —definito il cane dal “naso leggendario” — dalle forze dell’ordine sudcoreane. Sono stati creati ben 7 cloni. Mentre gli americani avevano creato 5 cloni di Trakr, “cane eroe” responsabile del salvataggio di diversi americani durante l’attacco terroristico contro le torri gemelle e gli altri edifici del WTC.
Esistono già diverse aziende in occidente che offrono la clonazione di animali
Oggi esistono diverse aziende specializzate in questo servizio anche in occidente, come la Viagen, una compagnia con sede in Texas che ha anche una versione del suo sito ufficiale in (un blando) italiano.
In America i proprietari che hanno scelto di clonare i loro animali sono già numerosi.
Solamente a febbraio del 2020 la CNN riportava di una coppia che ha deciso di clonare il suo Labrador venuto a mancare da poco. Clonare un cane costa molto di più dei gatti: si parla di quasi 50.000€.
Hanno la stessa personalità, giocano allo stesso modo, hanno gli stessi giocattoli preferiti
aveva spiegato la padrona del cane Ziggy all’emittente. Curiosamente, i due americani hanno scelto di dare un nome diverso all’animale clonato rispetto a quello dell’originale, che si chiamava Marley.
Nel 2018 Barbara Streisand ha invece annunciato di possedere ben due cloni del suo vecchio cane Samantha.
In Europa nel 2015 il Parlamento Europeo ha votato per impedire la clonazione di animali da fattoria e la loro importazione, dopo che nel 2013 una direttiva proposta dalla Commissione Europea si era limitata a vietare la clonazione di cinque specie animali precise: bovini, ovini, suini, capre e cavalli. La stessa direttiva approvata dal Parlamento offre invece margini sufficienti sul fronte della ricerca scientifica, inoltre non contrasta nemmeno gli sforzi per provare a clonare le specie a rischio di estinzione.
In Europa è tecnicamente possibile importare cibo derivato dagli animali clonati: la letteratura scientifica è concorde nell’affermare che non c’è sostanziale differenza tra un animale normale e un animale clonato in salute. Da quando questa possibilità è stata concessa, l’Unione Europea non ha ancora ricevuto nessuna richiesta d’autorizzazione per questa pratica.
Sembra che non esista una regolamentazione europea sulla clonazione degli animali da compagnia.
Ad ogni modo, non siamo riusciti a trovare una singola azienda che offra questo servizio con sede nell’Unione Europea.
Non tutti sono entusiasti della clonazione animale
Parliamoci chiaramente: clonare un animale domestico non è un processo rapido e indolore, e coinvolge un larghissimo numero di animali. La pratica solleva diverse questioni etiche, denunciate in tutto il mondo da numerose organizzazioni a difesa dei diritti degli animali.
Gli animalisti contestano il business della clonazione usando diversi argomenti, alcuni seri, altri più effimeri. Ad esempio sostengono che sia una pratica cinica, dato che nel mondo è pieno di canili e gattili che abbondano di trovatelli in cerca di una famiglia.
È un argomento che viene usato anche contro chi decide di comprare un animale domestico d’allevamento, ma che, francamente, lascia il tempo che trova e risulta più o meno efficace a seconda della sensibilità individuale di ciascuno di noi.
I problemi sono davvero altri: la gestazione di un animale creato artificialmente non è paragonabile a quella di un animale nato per vie naturali.
Per clonare un animale è necessario estrarre degli ovuli non fecondati da un altro animale della stessa specie. È un procedimento non particolarmente doloroso, ma decisamente invasivo. Gli ovuli vengono ripuliti dal loro materiale genetico per fare spazio al DNA ricavato dalle cellule precedentemente estratte dall’animale-matrice. Poi vengono innestati in una o più madri surrogate, spesso sottoposte a trattamento ormonale per favorire la riuscita dell’operazione.
La fecondazione normale non funziona così. Ultra semplificando: l’ovulo contiene già parte del materiale genetico, che verrà poi completato da quello contenuto negli spermatozoi. L’ovulo che porterà all’animale clonato contiene già tutto il suo materiale genetico fin dal principio, è una cosa che porta a diverse complicazioni durante la gestazione.
Ed è questo il motivo per cui le gravidanze di questo tipo hanno un tasso di insuccesso estremamente elevato.
Molto spesso si arriva ad un aborto spontaneo.
Ma questo è il caso migliore, perché può anche succedere che l’animale nato da questa procedura abbia delle malformazioni. Cosa succede quando nasce un animale con delle malformazioni? Beh, sicuramente non viene consegnato ad un cliente che ha pagato dai 30mila ai 50mila euro.
Lo Smithsonian Magazine, con un articolo dall’eloquente titolo “The Real Reasons You Shouldn’t Clone Your Dog” sostiene che nel caso specifico di Snuppy, uno dei primissimi cani clonati nel 2005, ci siano voluti oltre 1000 embrioni impiantati e 123 surrogati.
You need a good number of dogs to do this type of cloning. I would say it’s about 20 percent. Very high.
ha detto al magazine CheMyong Jay Ko, professore a capo del team che ha portato a Snuppy. Nel frattempo sono passati 10 anni da quella clonazione.
Negli anni su questo fronte si sono fatti enormi progressi, e il tasso di successo è aumentato significativamente. Non a caso per il clone di Garlic si parla di 4 madri surrogate.
There are a lot of failures, and those are killed because they’re not perfect. They keep trying until they get a good puppy. Consumers have to realize the procedure is not fully perfected
ha spiegato a OneZero un veterinario, sostenendo che molti degli animali imperfetti prodotti nel processo di clonazione vengono sottoposti ad immediata eutanasia.
Tutto questo lo riportiamo non per demonizzare la pratica, a maggior ragione per il ruolo fondamentale che potrebbe ricoprire per la ricerca e per la preservazione delle specie animali a rischio.
Ma è bene capire qual è il costo etico della clonazione degli animali domestici, ed è altrettanto fondamentale chiedersi se sia sostenibile continuare con le zone grigie che esistono tuttora nella maggior parte dei Paesi dove questa pratica si sta diffondendo rapidamente.
- His Cat’s Death Left Him Heartbroken. So He Cloned It. (nytimes.com)
- The Real Reasons You Shouldn’t Clone Your Dog (smithsonianmag.com)
- People Are Killing Puppy Clones That Don’t Come Out ‘Perfect’ (medium.com)