Middlewest, la recensione: di genitori, figli e tornado

Middlewest

Ecco la nostra recensione di Middlewest, il nuovo fumetto di Skottie Young e Jorge Corona edito da Bao Publishing, una fiaba di crescita dalle tinte dark, che unisce il fantastico alle atmosfere rurali e decadenti del midwest americano.

È bello poter scrivere la recensione di Middlewest, il nuovo fumetto di Skottie Young, edito in Italia da Bao Publishing. L’autore americano di Odio Favolandia, Rocket Raccoon e Deadpool, attualmente al lavoro per Marvel su Strange Academy (coi disegni di Humberto Ramos), non è solo un disegnatore che ammiro, è anche un autore con il quale penso che potrei fare facilmente amicizia.

È come se sentissi una certa affinità con lui, quanto ad attitudine, humor, modo di esprimersi (ed utilizzo di cappellini).

Ma se per caso aveste conosciuto questo nome solo di recente o attraverso un’opera in particolare, vi posso assolutamente garantire che non ce ne sono tanti di artisti così poliedrici nel comicdom americano. Soprattutto se si è legati fortemente alla Casa Delle idee.

Skottie Young riesce a passare piuttosto agilmente dallo humor più demenziale e nero a quintali di citazioni alla cultura pop (dai, usiamo le parole giuste, cultura nerd) e senza apparente difficoltà approdare poi a storie young adult, dai significati più profondi e maturi.

Proprio come Middlewest, il suo secondo lavoro per Image Comics, ma questa volta come autore, lasciando i disegni al bravissimo cartoonist Jorge Corona.

 

Middlewest

Nel midwest di Skottie Young le volpi parlano. Eccome.

 

Tenete la concentrazione sul fantasy e immaginate di partire verso gli Stati Uniti, fino alle terre del midwest americano, rurali, ventose, dove la famiglia è un valore ancora molto importante e forte di una tradizione molto sentita.

Avete presente le atmosfere di certi film di Tim Burton? Ovvio che si. Parlo proprio di quell’immaginario fantastico e colorato che sottintende dei risvolti più oscuri, decadenti e minacciosi.

Ma non limitiamoci all’estetica burtoniana, pensiamo anche a film come Labyrinth di Jim Henson o, volendo essere decisamente più ambiziosi, a La Città Incantata di Miyazaki.

Ecco, tenete la concentrazione sul fantasy e immaginate di partire verso gli Stati Uniti, fino alle terre del midwest americano, rurali, ventose, dove la famiglia è un valore ancora molto importante e forte di una tradizione molto sentita, al pari della torta di mele, dove le luci e la modernità delle grandi metropoli sembrano distanti anni luce.

Se siete lettori di fumetti quantomeno il Kansas dovrebbe esservi familiare, visto che è la terra dove è cresciuto Clark Kent, in mezzo ai campi coltivati, a Ma’ e Pa’ e ai tornado.

Ed è proprio di genitori e tornado di cui parleremo tra poco.

Abel è un giovane paperboy di Farmington, un ragazzo come tanti che vive, in mezzo a non poche ristrettezze, con il padre, dato che la madre se n’è andata da parecchio tempo. E per “andata” intendo che lo ha proprio abbandonato.

 

A Farmington tutti devono guadagnarsi da vivere, non importa l’età, ma Abel sta per scoprire a sue spese che anche un singolo errore può avere conseguenze drammatiche.
Consegnare giornali è un lavoro duro, ci si sveglia molto prima dell’alba, e questa volta Abel non ce l’ha proprio fatta finendo col prendersi a letto.

 

Middlewest

Middlewest: rapporti letteralmente “burrascosi”.

 

Dale, suo padre, non è tipo da lasciar correre e lo costringerà ad effettuare comunque il suo giro, non importa a che ora finirà. Intuiamo fin da subito il temperamento irascibile e violento del padre, che però sembra eccessivamente severo, più che cattivo.

Dale però è un ragazzo come tanti (anche se gira con una piccola ed astuta volpe parlante come amico) e quando i suoi coetanei lo inviteranno ad unirsi a loro per un pomeriggio di cazzeggio lui non saprà proprio dire di no, esasperato dai continui doveri imposti a dispetto della sua giovanissima età.

Fino a cacciarsi nei guai, per una bravata, una di quelle cose stupide che si fanno quando si hanno tredici o quattordici anni, come per esempio rubare qualcosa da un negozio per dimostrare chissà che.

E questo fatto darà il via alla nostra vicenda.

Quando Dale tornerà a prendere Abel ne nascerà una furiosa lite tra i due che avrà un epilogo inimmaginabile.

Il padre, all’apice della sua ira, si tramuterà in una specie di tremendo tornado dalle sembianze umane, una furia distruttiva capace di radere al suolo tutto, senza curarsi delle conseguenze.

 

Middlewest

Middlewest: di figli, genitori e tornado

 

Arriverà quasi ad agguantare Abel, il quale riuscirà a mettersi in salvo proprio per un pelo, pur non senza conseguenze, visto che il tocco del padre tramutato in demone furioso sembra averlo marchiato e “maledetto”.

Inizierà quindi il viaggio di Abel e del suo amico volpe, in fuga dal padre, alla ricerca di una libertà tanto agognata e di una crescita che avrà i risvolti più inaspettati, attraverso scenari fantastici sempre immersi nella tradizione e negli orizzonti del midwest, dove la magia non è ancora stata dimenticata del tutto ed esistono creature magiche di ogni tipo, come troll e spiriti maligni degni dei racconti voodoo dei bayou del sud.

L’incontro con un vecchio girovago di nome Jeb e successivamente con il circo itinerante della famiglia Hurst porterà Abel a comprendere l’importanza dei legami familiari e ad affrontare l’oscuro destino che lo attende.

Già perchè Dale è certo che il suo ragazzo sia ancora vivo la fuori e partirà anch’egli in viaggio intenzionato a trovarlo, costi quel che costi.

 

 

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Una splendida splash che evidenzia il talento di Jorge Corona

 

 

Middlewest ha tanti punti in comune con numerose opere che conoscete già.

Il viaggio di Abel, dopo essere stato marchiato dalla maledizione, potrebbe ricordare quello di Ashitaka ne La Principessa Mononoke o di Frodo ne Il Signore degli Anelli (con la volpe nel ruolo appartenuto a Samwise Gamgee, anche se decisamente più cinico e opportunista), ma ricorda anche le peripezie di Chihiro in un mondo fantastico per potersi ricongiungere con i genitori che si sono trasformati.

Le difficoltà che affronta Abel sono riconducibili a quelle che affronta Sara nell’affrontare il labirinto del Re dei Goblin e così via. Potrei farvi numerosissimi esempi, dal Mago di Oz (particolarmente caro a Skottie Young) a Big Fish.

Il tipico romanzo di formazione e crescita, che meravigliosamente si adatta ai toni e ai modi della favola, su Middlewest diventa una splendida avventura, illustrata in maniera davvero accattivante da Jorge Corona e ricca di spunti di riflessione.

Il tipico romanzo di formazione e crescita, che meravigliosamente si adatta ai toni e ai modi della favola, su Middlewest diventa una splendida avventura, illustrata in maniera davvero accattivante da Jorge Corona e ricca di spunti di riflessione.

Per stile di disegno e temi affrontati middlewest si presenta come un’opera davvero trasversale, adatta ai più giovani che non possono non rimanere affascinati dagli scenari e dall’avventura, ma anche ai più grandi che leggeranno nel rapporto tra Abel e Dale la classica voglia di evasione e di realizzazione dei ragazzi contrapposta al bisogno dei genitori di trattenere i propri figli, per paura di rimanere soli.

Ho adorato la parte grafica di Jorge Corona, molto cartoon e dinamica, con personaggi dal design originale seppur riconoscibile e colori sempre azzeccati (vivaci e caldi nelle scene “familiari” di Abel con il circo Hurst, intensi e minacciosi nel mostrare la magia e le creature fantastiche che popolano questo fumetto).

 

Middlewest

 

Ogni inquadratura sembra uscire dal tipico immaginario burtoniano, un po’ distorto, dove non troverete un singolo palo della luce allineato con il successivo e dove le stesse architetture tendono ad essere sempre un po’ sbilenche ed “impossibili”.

Un po’ come a voler descrivere la visione sempre un po’ distorta che ha un adolescente della vita, dove anche le cose più semplici a volte sembrano in disordine.

Adoro queste storie, non mi stancano mai. E Skottie Young riesce a dosare ritmo e dialoghi in maniera davvero sapiente, mostrando un lato del suo approccio alla narrazione che va ben oltre quanto visto nelle sue incursioni nel mondo Marvel o in Odio Favolandia (che comunque aveva dei sottotesti notevoli).

Fa bene Bao Publishing a credere in Skottie Young e a portare nel nostro paese le produzioni di questo autore che personalmente mi piace molto; speriamo di poter leggere il secondo volume al più presto, ci conto. Così come spero di poter leggere una parte editoriale che accompagni il lettore in questa storia approfondendo le tematiche, la contestualizzazione e – perchè no? – le citazioni. Ormai sono rimasti in pochissimi a farlo.

 

 

Ci fa tanto bene tornare a leggere con regolarità le storie dei ragazzi che crescono. Ci aiutano a riflettere e a capire come stiamo diventando grandi e magari a comprendere meglio i comportamenti dei più giovani che ci stanno a fianco.

Perchè – dannazione se è vero – crescendo ed affrontando le tante prove della vita si rischia troppo spesso di smarrire quell’entusiasmo e genuinità di quanto eravamo ragazzi.

 

 

 

75
ME GUSTA
  • Skottie Young costruisce un racconto di crescita, ambientandolo in un magico midwest fantasy
  • Il viaggio di Abel è coinvolgente, ricco di spunti di riflessione e riferimenti fantasy
  • I disegni di Jorge Corona si adattano perfettamente al tono della narrazione
  • Una favola contemporanea, appassionante e ben scritta.
FAIL
  • Manca - come sempre - una parte redazionale che arricchisca la lettura e che approfondisca la contestualizzazione
  • Capiamoci, non è poco originale; semplicemente è pieno di riferimenti anche molto conosciuti che affiorano nel corso della lettura. Per molti è un bene, per i più esigenti meno.
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