Suona assurdo che qualcuno si metta a guardare serie tv su epidemie da virus e quarantene proprio mentre il nostro Paese è al centro (anche e soprattutto mediaticamente) di un focolaio del Coronavirus? O forse no. Ecco perché abbiamo deciso di consigliarvi le migliori 16.

Forse a qualcuno potrà sembrare veramente strano mettersi a guardare serie tv che ripercorrono in un certo modo i passi che stiamo intraprendendo noi stessi in questi giorni; invece, a molti altri – magari costretti a casa – non sembra strano mettersi a consumare prodotti di intrattenimento come le serie tv che un po’ giocano sul sadico brivido del terrore di virus e quarantene, e un po’ ci fanno vedere gente che sta decisamente peggio di noi. Proprio per questo motivo siamo scesi in avanscoperta per consigliarvi le 16 migliori serie tv su epidemie da virus.

Le ultime rilevazioni online a livello globale dimostrano che negli ultimi giorni, in Europa come negli USA, è letteralmente esploso l’interesse per i film, serie e videogiochi a tema “malattie”.

Che poi questo sia una sorta di esorcismo o le persone cerchino di vedere (e prendere spunto) come se la cavano i protagonisti alle prese con mondi devastati da contagi ed epidemie è un altro paio di maniche.

La notizia è stata battuta della AFP (Agenzia di stampa francese) che ha invitato a commentare anche il sociologo dei media Robert Bartholomew:

“In psicologia, il processo di parlare, guardare e “interagire a distanza” con prodotti che riguardano eventi traumatici può aiutare le persone a ad alleviare lo stress e avere qualche pensiero in meno”

Va anche considerato che comunque il tema del contagio su scala globale è sempre stato popolare, soprattutto se si parla di giochi per smartphone, dove un titolo come “Plague, Inc” è stato uno dei più popolari, permettendo ai giocatori di controllare un agente patogeno mortale.

 

 

Gli stessi tizi della Ndemic Creations, creatori del gioco, dicono che i download spesso si impennano nelle zone del mondo dove i media parlano di malattie, figuriamoci durante una epidemia su scala globale.

E mentre Netflix caccia fuori proprio in questi giorni la docuserie “Pandemic”, da vedere solo se non siete particolarmente sensibili al fatto che il mondo sia sostanzialmente impreparato alla diffusione violenta e improvvisa di virus sconosciuti… parliamo di care vecchie serie tv a tema. E quindi ecco le 15 migliori serie tv su epidemie da virus!

 

 

Black Summer

black summer
E se ti dicessi che The Asylum, l’infame studio di produzione di Z-movie che sono spoof di roba di successo ne ha imbroccata una?
Beh, non sarebbe esatto, perché ci sono sempre loro dietro a Z Nation… comunque sembra proprio che pandemie e fine del mondo piacciano molto a questi ragazzi, perché anche Black Summer è ambientata sei settimane dopo un’apocalisse di non-morti.

Con il 95% della popolazione mondiale che ha tirato le cuoia, ci sono persone come la protagonista Rose (Jamie King) che cercano di sopravvivere andando a caccia di cibo e riparo.

Lei, in particolare, ha un motivo in più per muoversi in lungo e in largo nel nuovo, brutale universo infernale in cui si è trasformata l’America: deve ritrovare sua figlia, dalla quale è stata separata.
Scritta da Karl Schaefer e John Hyams, questa serie è praticamente il prequel di Z Nation e rispecchia fedelmente la paranoia e il senso di angoscia che si respira quando un virus ti costringe a prendere misure estreme ogni minuto per poter sopravvivere.

 

 

12 Monkeys – L’esercito Delle 12 Scimmie (2015)

Iniziamo la nostra selezione di serie tv su epidemie da virus con una ispirata al celebre film di Terry Gilliam con Bruce Willis e Brad Pitt, di cui abbiamo accennato nel nostro approfondimento sui migliori film su epidemie da virus. Questa serie tv è ambientata nell’anno 2043, dove lo sbandato James Cole (Aaron Stanford) viene reclutato da un team di scienziati per viaggiare nel tempo e fermare il rilascio del virus mortale che ha decimato l’umanità e minaccia di farla estinguere.

 

serie tv su epidemie da virus

 

Manco a dirlo, i colpevoli sono i componenti di un’organizzazione nota come “Esercito delle 12 Scimmie”. Così Cole torna nel 2015 e, non senza difficoltà, si fa aiutare dalla virologa Cassandra “Cassie” Railly (Amanda Schull).

In quattro stagioni (di cui l’ultima ancora inedita in Italia, è del 2018) succede un po’ di tutto, forse fin troppo. Doveva durare 5 stagioni, ma è stata chiusa prima.

Comunque resta un buon intrattenimento, soprattutto per chi apprezza i richiami alla fantascienza un po’ sopra le righe alla Gilliam, qui certamente normalizzata, ma con un po’ di assurdità presenti.

 

 

 

Containment (2016)

Un uomo arriva in pessime condizioni in un ospedale, con un brutto aspetto e i sintomi di un’influenza. Si fa visitare, poi scappa in preda al panico.

Il medico che l’ha visitato, dopo aver subito tossito in maniera violenta, muore.

 

serie tv su epidemie da virus

 

Ecco l’arrivo di un virus altamente letale e sconosciuto in poche righe.

Incipit semplicissimo ma tristemente attuale quello che porta nella città di Atlanta (che potrebbe essere qualsiasi altra al mondo) il panico per un’epidemia.

Containment è una (mini)serie televisiva di qualche anno fa: nel 2016 descriveva la quarantena, prima di un ospedale, poi di un’intera parte della città.

Come abbiamo visto accadere al nord Italia a causa del COVID-19, una situazione che sta interessando diverse parti del mondo, ormai.

 

 

 

Helix (2014)

In apertura, un contagio sconosciuto si sta diffondendo nelle strutture di un laboratorio sotterraneo di una misteriosa società biotecnologica: la Arctic Biosystems. Direi che le premesse per entrare nella nostra classifica sulle serie tv su epidemie da virus ci sono tutte!

 

serie tv su epidemie da virus

 

Qualcuno la definisce una specie di “big pharma”… insomma, come avrai capito il complottismo la fa da padrone nel plot di questa serie di SyFy (2 stagioni, 26 episodi) dove di mezzo c’è anche il produttore Ronald D. Moore (Battlestar Galactica, Star Trek, Electric Dreams).

Insomma, siamo in un inferno sotterraneo dove i protagonisti non sanno dove sbattere la testa trovando si fronte un agente patogeno virale, forse un retrovirus, che però non vuole farsi etichettare tanto facilmente.

Senza svelare troppo della trama, mentre nella base compaiono dei topi che nascono senza organi sessuali, i nostri eroi si ritrovano a far fonte a morte, terrore e disperazione, in un contesto dove niente è come sembra e forse i “poteri forti” ci hanno mezzo lo zampino!!!1!!!!11!

 

 

 

The Strain (2014)

Nel 2014 c’era grande entusiasmo nell’attesa della serie tratta dai libri del mitico regista Guillermo del Toro e del bravo romanziere Chuck Hogan.

Poi è arrivata la prima stagione… anche se certamente curiosa e divertente, questa serie tv non ha mai convinto fino in fondo, però si è conquistata una base di affezionati spettatori che l’hanno seguita fino alla fine della sua quarta e probabilmente migliore stagione.

 

serie tv su epidemie da virus

 

Il “realismo stilizzato” invocato da Del Toro non ha conquistato tutti, ma di sicuro la fusione tra contagio mortale, vampirismo, complotti nazisti, cacciatori di mostri e scienziati e poliziotti schiacciati in mezzo a sette millenarie ha assicurato una varietà molto interessante.

Per di più, la serie è iniziata solo quando i due autori hanno completato la trilogia dei libri, con la garanzia del canale FX di pensare subito alla struttura e ad un finale soddisfacente, puntualmente arrivato.

Qui il virus è di natura più fantasy, ma i suoi effetti e la ricaduta sui comportamenti umani sono a volte tristemente riconoscibili. Da recuperare se siete appassionati delle serie sopra le righe ma appassionanti.

 

 

 

The Last Ship (2014)

Una missione semplice: trovare una cura per un tremendo virus e salvare il mondo.

Una pandemia globale ha ucciso l’ottanta per cento della popolazione del pianeta. Tocca all’equipaggio di un cacciatorpediniere navale trovare un modo per allontanare l’umanità dall’orlo dell’estinzione.

 

serie tv su epidemie da virus

 

Insomma, un insolito racconto post-apocalittico dove militari e scienziati si trovano confinati su una nave senza sapere esattamente cosa rimanga da salvare nel mondo esterno, anche se in realtà (non è troppo spoiler) l’equipaggio faceva già parte di una missione top secret.

Mentre i contatti con il mondo sono rari e le notizie altamente allarmanti, il pilot di Jonathan Mostow (già regista di “U-571”) rischia di far venire la claustrofobia a più di uno spettatore, anche se le cose iniziano a farsi interessanti a partire dal terzo episodio, con un memorabile scontro con i russi.

Purtroppo, nonostante la competenza tecnica e la realtà scientifica siano ben delineate, lo stesso non si può dire per le linee narrative dedicate ai personaggi, non particolarmente eccitanti e fin troppo confuse (o stancanti).

Andato in onda per una cinque stagioni su TNT con il nome di Michael Bay come produttore esecutivo, nel corso degli anni The Last Ship ha dimostrato avere carattere e ha offerto un solido intrattenimento (di stampo fanta-militare) per gli appassionati del genere.

 

 

 

Survivors (1975)

Se vogliamo parlare di una serie datata ma che ha segnato l’immaginario televisivo e non solo, dobbiamo risalire a Survivors – I Sopravvissuti, storica serie inglese andata in onda per la prima volta ne lontano 1975.

Tre stagioni che sono state all’epoca un “eventone” anche in Italia, dove la RAI le ha mandate in onda con grande successo.

 

serie tv su epidemie da virus

 

Anche in quest’opera, l’epidemia non ci va leggera: solo l’1% della popolazione mondiale rimane in vita per colpa dei soliti scienziati che si fanno scappare l’esperimento dal laboratorio.

La storia ruota attorno ai pochi sopravvissuti che cercano di radunarsi e creare una nuova società, anche se il peggior nemico è sempre l’egoismo…

Da segnalare che molti potrebbero conoscere il remake del 2008, sempre realizzato dalla BBC ma andato in onda senza troppi clamori e chiuso dopo 2 stagioni e 12 episodi totali.

Non era malaccio, ma neppure abbastanza memorabile da garantirsi un posto in paradiso.

 

 

 

Dystopia (2019)

Nel 2037 il mondo non è un posto particolarmente felice: l’umanità sta infatti morendo lentamente, perché le persone sono diventate sterili.

 

serie tv su epidemie da virus

 

La colpa, manco a dirlo, è del solito virus di origine sconosciuta: nessuno figlia da 25 anni e le cure promesse non funzionano e non arrivano.

In questo scenario desolato e desolante a prosperare è solo la Biocorp, una multinazionale che nel più classico segno cyberpunk domina su tutti i governi disperati.

Ma non tutto è perduto: un paio di scienziati, invece di trovare una cura, creano un sistema per viaggiare nel tempo (la stessa cosa, no?). Manco a dirlo, torneranno indietro per cercare di fermare l’apocalisse prima che si scateni.

Peccato che il loro pasticciare col passato crei una catena di morti di massa del tutto differenti, ma che potrebbero riscrivere in maniera ancora più catastrofica la storia.

Qualcuno ha detto 12 Scimmie? Beh, questa serie è freschissima, 2019, quindi non si può proprio dire che l’idea di base non abbia subito qualche influenza

La serie sta su Amazon Prime Video (non in Italia) e le recensioni al momento non sembrano particolarmente benevole. Peccato, perché la trama non sembra poi così male.

 

 

 

The Stand (1994)

Parlando di serie tv su epidemie da virus, come non citare la leggendaria opera di Stephen King, “L’Ombra dello Scorpione” che sta, guarda caso, per avere una seconda trasposizione televisiva dopo la prima miniserie del 1994.

Io c’ero! C’ero quando andò in onda, e diciamo che tra Twin Peaks e quello, la mia adolescenza fu abbastanza segnata.

 

serie tv su epidemie da virus

 

La leggendaria introduzione sulle note di “(Don’t Fear) The Reaper” dei Blue Öyster Cult ci introduce al mondo dove un virus stranamente simile all’influenza stende tutti quelli che lo hanno creato in laboratorio…

Il Re ci trasporta in un universo dove il classico caso di potere sfuggito al controllo dell’esercito americano che si ripercuote prima di tutto su una piccola cittadina di provincia (manco a dirlo, nel Maine).

Mente il virus avanza senza pietà e l’umanità sembra sul punto di finire, ecco che un piccolo gruppo di persone si accorge di essere immune.

Se non conosci ancora questa opera letteraria di grandissimo pregio di King – la miniserie del 1994 non è certo perfetta, ma rimane gradevole – rivelare di più sarebbe un delitto, anche in attesa del nuovo serial in arrivo su CBS.

Diciamo che, nel pieno stile del Re, la battaglia per il destino dell’umanità non si combatterà solo sul piano (fanta)scientifico ma anche e soprattutto nelle oscure zone dove il Bene e il Male si fanno carne e il soprannaturale gioca con le emozioni.

 

 

The Tribe (1999)

Non c’è anno più seminale del 1999 per una serie di fantascienza che non è certo uguale alle altre.

Prodotta tra Nuova Zelanda (fu girata interamente a Wellington) e Inghilterra, parla di un virus che uccide gli adulti. Si chiama “Ok Boomer, ma anche Millennial”. Scherzi a parte, oggi sarebbe abbastanza attuale.

 

the tribe

Serie curiosa perché pensata e realizzata per rivolgersi agli adolescenti, ma comunque interessante per tutti soprattutto per l’articolato immaginario che è capace di evocare, a partire dalla città post-apocalittica dove è ambientata

Ghiottissima occasione per parlare di bambini e ragazzi che prendono il potere, facendo fronte alle turbolenze della loro età, dello sviluppo e della mancanza di controllo, un po’ sulla scia de “Il Signore delle Mosche”, ma un po’ meno cruento.

La serie è andata avanti per cinque stagioni, per un totale di 260 episodi, e si è conclusa nel 2003, dando vita a uno spin-off ancora una volta rivolto ai ragazzini e ad una serie di libri scritta da diversi autori.

Non male per una serie teen che ancor oggi ha comunque qualcosa da dire nello scenario del post-apocalittico.

 

 

 

The Rain (2018)

La fine, una volta tanto, arriva dal cielo e non da qualche laboratorio sotterraneo o nascosto nel deserto: la sostanza però non cambia: se entri in contatto con la pioggia, schiatti.

 

the rain

 

Un padre molla i due figli in un rifugio in mezzo alla foresta e se ne va, dicendo (un classico) che tornerà presto. Ovviamente non tornerà mai e solo dopo cinque anni al sicuro, i due ragazzini si avventureranno nel mondo esterno a cercare risposte… e qualcosa da mangiare.

The Rain è la prima produzione originale Netflix che arriva dalla Danimarca, e potenzialmente rappresenta un curioso detour rispetto ai soliti cliché del genere post-apocalittico.

Peccato che una certa superficialità finisca per rendere il plot, come detto su una pioggia che trasporta un virus letale, molto meno interessante delle sue premesse, soprattutto nella scrittura dei protagonisti.

Si sente che gli autori sono acerbi, e superare i primi episodi può essere davvero dura, anche se ogni tanto ci sono delle trovate che, per quanto non originali, riescono a ridestare un po’ di interesse.

Peccato che quel senso di angoscia e disperazione che dovrebbe trasmettere un mondo inospitale, dove pure trovare acqua potabile è un’impresa, non sia mai davvero presente.

Nonostante questo, non si può certo dire che la serie sia da buttare, e proprio quest’anno Netflix presenta la terza e conclusiva stagione. Non è mai scontato nel panorama dello streaming odierno dove le serie rischiano di concludersi senza tante spiegazioni. In fondo, il suo posto tra le migliori 15 serie tv su epidemie da virus se l’è meritato.

 

 

 

Jericho (2006)

Anche questa serie non è destinata ad avere un posto nel Pantheon delle serie tv, eppure presenta delle caratteristiche che la rendono unica.

Nel 2007, quando ancora le serie tv avevano stagioni di oltre 22 episodi, Jericho non superò il ventiduesimo episodio.

 

jericho

 

Una sola stagione ma significativa: l’incubo nucleare esplode negli USA e travolge la piccola cittadina di Jericho, isolata completamente.

Anche qui la trama è molto meno banale di quello che si potrebbe pensare, con alcune intuizioni notevoli… ma non farò spoiler.

Fu accolta abbastanza bene, Jericho, ma non riuscì a trovare un pubblico abbastanza ampio per convincere la CBS a proseguire, lasciando purtroppo la serie senza un finale anche solo lontanamente soddisfacente.

La cosa curiosa è che proprio grazie alla mobilitazione fanatica della fanbase, una cosa avvenuta poche volte nella storia, il network si rese disponibile a produrre altri sette episodi e dare una seconda chance alla serie.

Ma non servì neppure questa soluzione. Il virus dell’indifferenza ammazzò definitivamente Jericho.

O almeno la sua versione TV, perché in realtà il finale è arrivato sotto forma di fumetto. Insomma, se cercate un’opera davvero tra(n)smediale – nel senso che l’anima è trasmigrata altrove – siete a cavallo!

 

 

 

Between (2015)

Altra serie probabilmente sconosciuta ai più e che in questi giorni si vedrà citata in diversi articoli, questa Between, opera canadese presente su Netflix, parla di una cittadina di nome Pretty Lake che si ritrova al centro di una misteriosa malattia.

Anche qui i risultati sono molto particolari: a perdere la vita sono le persone dai ventidue anni in su.

 

between

Quarantena, panico, isolamento, disobbedienza alle regole senza alcuna preoccupazione per la vita del resto del mondo: suona familiare?

Qui comunque la cosa più curiosa è il tono young-adult della narrazione, con elemento thriller all’acqua di rose,mentre gli adolescenti devono prendere le redini di una città sull’orlo dell’abisso e fare fronte alle emergenze della situazione di cui il governo si lava le mani.

Purtroppo il potenziale di perde tra intrighi che sembrano più quelli di Riverdale che non quelli di opere di altra caratura che sarebbero congeniali.

Nonostante qualche trovata interessante, tra western e distopia, la storia si trascina nella seconda stagione senza troppi sussulti e al momento, dopo tra anni, si sono perse le tracce di un rinnovo.

 

 

 

Regenesis (2004)

Anche qui, dal Canada con furore, stavolta però con la considerevole durata di quattro stagioni (2004-2008).

Gli scienziati del NorBAC (“North American Biotechnology Advisory Commission”) indagano su vari casi di natura scientifica, dal bioterrorismo, alle malattie sconosciute alla medicina ufficiale.

 

regenesis

 

Attraverso gli occhi di un pool di scienziati di diversa estrazione, la serie parla di epidemie, ma anche di temi sociali, politici ed etici.

Da notare che il consulenze scientifico della serie è Aled Edwards, biologo molecolare canadese di chiara fama e direttore dello Structural Genomics Consortium.

Attualmente le prime due stagioni sono in streaming su Chili.

 

 

 

The Walking Dead (2010) + Fear The Walking Dead & Z Nation (2014)

Last but not least, e direi anche d’obbligo quando si parla di serie tv su epidemie da virus, non si potevano non citare le serie più celebri dove l’epidemia è quella zombie.

 

the walking dead

 

The Walking Dead è stata un fenomeno globale inarrestabile, salvo arenarsi negli ultimi anni, ma ha descritto in maniera implacabile l’imbarbarimento dell’umanità messa di fronte alla fine del mondo.

Dal canto suo, Z Nation è un prodotto più puramente di intrattenimento con una partenza non fantastica ma un incedere sorprendente, con un approccio da B-movie nel miglior senso del termine.

Laddove TWD si prende tremendamente sul serio, ZN si permette di creare un’atmosfera più caciarona e divertita.

Due serie che sono facce della stessa medaglia, e che descrivono in maniera complementare l’approccio all’Apocalisse.

Con virus e morti al seguito.

 

 

E tu hai altre serie tv da segnalare su virus, pandemie e psicosi da malattie varie ed eventuali? Scrivile nei commenti!