La recensione di Kairos, la graphic novel di Ulysse Malassagne, un piccolo gioiello a fumetti. Intenso, ricco di umanità, vicino al fantasy ma anche ad un certo tipo di manga, debitore di una poetica molto simile a quella di Miyazaki.

Scopriamo assieme la storia struggente di Nills e Anaëlle in questa recensione di Kairos. Il mercato dei fumetti in Francia è incredibilmente sviluppato, lo sappiamo tutti e ce lo diciamo sempre da tanti anni. In un paese che conta un numero di abitanti simile al nostro, la cultura del fumetto e in generale lo sviluppo della lettura sono assolutamente fiorenti e in costante crescita.

Potremmo discutere per giorni di questo aspetto, le ragioni sono molteplici: sicuramente il maggior numero di lettori è dovuto anche ad un’educazione alla lettura diversa e per certi versi trans-generazionale, inoltre la diffusione del media fumetto ha subito una notevole impennata quando a metà degli anni ’80 si aprì la distribuzione nelle librerie e non più solo alle edicole, parificando il confronto libro-fumetto. Cosa che in Italia è esplosa veramente da pochi anni.

In generale, forse anche per merito di tante rivoluzioni culturali avvenute nel corso degli anni (come ad esempio Métal Hurlant con Moebius e Druillet o all’arrivo de L’Association), il popolo francese sembra più abituato a concepire la semiotica e l’arte illustrata come una forma d’arte superiore e trasversale. E quindi ad accoglierla con maggiore entusiasmo e attenzione.

A differenza del nostro Lucca Comics & Games che tratta tutte le forme di entertainment a 360°, ad Angoulême il protagonista è quasi esclusivamente il fumetto.

Basti pensare al Festival international de la bande dessinée d’Angoulême.

Attivo sin dal 1974, è la terza manifestazione al mondo per numero di partecipanti con le sue oltre 200.000 presenze in quattro giorni, con una particolarità tuttavia: a differenza del nostro Lucca Comics And Games che tratta tutte le forme di entertainment a 360°, ad Angoulême il protagonista è quasi esclusivamente il fumetto.

I miei amici che lo frequentano ancora mi raccontano di quanto sono rimasti impressionati la prima volta che hanno visto le scolaresche in gita davanti ai padiglioni dei diversi editori.

In questo ambiente fertile nascono quindi numerosissime produzioni originali e anche le più piccole o indipendenti riescono ad ottenere una diffusione e una potenzialità che possono a volte fare la differenza.

Non sono tantissimi i fumetti italiani che vengono tradotti e pubblicati in Francia. Sono decisamente di più i casi in cui avviene il contrario, senza contare il numero di artisti italiani che lavorano abitualmente con la Francia come interlocutore primario.

Credo di avervi dato una leggera infarinatura quindi su quella che è la situazione d’oltrealpe.

Questa premessa è utile perché ci permette di individuare il contesto in cui è nato un piccolo gioiellino come Kairos, del giovane autore Ulysse Malassagne, già membro fondatore di Studio La Cachette, specializzato in animazione 2D e già con esperienze molti interessanti alle spalle come alcune sequenze di Love Death + Robots di Netflix.

Anzi a proposito di animazione, guardate che bello il trailer che Studio La Cachette ha appunto creato per il lancio di Kairos.

 

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Kairos è una struggente storia d’amore che ci mostra quanto la nostra natura ci porti a compiere davvero di tutto pur di non perdere la propria metà. Allo stesso tempo è un fantasy, con un’estetica molto vicina all’oriente ed in particolare ai capolavori immortali di Hayao Miyazaki e lo Studio Ghibli.

Ma su questo punto ci arriveremo più tardi.

La vicenda inizia con Nills e Anaëlle, findanzati, che scelgono di recarsi nella vecchia casa al limitare di un bosco appartenente alla famiglia di lei. E’ una casa particolare, perché di fatto rappresenta il momento di rottura che Anaëlle ha avuto con i propri genitori, alla ricerca di indipendenza e libertà da alcune “vecchie tradizioni” di cui non siamo – ancora – messi al corrente.

Capiamo tuttavia fin da subito quanto sia forte e indipendente la nostra protagonista, di certo non bisognosa di aiuto maschile, anche se fortemente legata ad un passato che ancora la tormenta, impedendole di vivere serenamente il suo presente con Nills, che fa di tutto per dimostrarle la sincerità dei suoi sentimenti.

 

 

Ma è quando i due si coricheranno alla sera che accadrà l’impensabile.

Dal camino della vecchia abitazione scaturisce un improvviso lampo di luce e fuoriescono delle creature misteriose, simili a dei draghi di forma umanoide. Stanno cercando proprio Anaëlle, quasi ignorando la presenza del debole e gracile umano che gli si contrappone. Ma la reazione di Nills sarà repentina.

E’ tutto concitato, estremo, assurdo, Nills non ha quasi il tempo di reagire, riesce a ferire d’istinto una delle creature e si salva solo grazie all’intervento della sua fidanzata, che sembra conoscere fin troppo bene le gli esseri che stanno cercando di rapirla.

Ma il tentativo risulta comunque vano. Anaëlle sparirà con le creature nel camino e a Nills, disperato, non resta che una cosa da fare: seguirla ed impedire ai draghi di portarla via da lui.

La dimensione in cui si ritroverà Nills è magica, una terra popolata da antichi draghi umanoidi, con un vecchio re despota che tenta di soffocare le prime scintille di una rivolta popolare che rischia di trasformarsi in guerra civile.

Nills, nel suo cammino, incontrerà dei draghi pacifici che, seppur in maniera non troppo convinta, accetteranno di aiutare il giovane umano a ritrovare la sua amata, anche se ormai il nostro protagonista è pronto a tutto e determinato a ritrovarla con ogni mezzo a sua disposizione.

Una landa divisa quindi e metaforicamente molto vicina a situazioni che purtroppo possiamo ancora riscontrare in certe comunità e nazioni.

Nills, nel suo cammino, incontrerà dei draghi pacifici che, seppur in maniera non troppo convinta, accetteranno di aiutare il giovane umano a ritrovare la sua amata, anche se ormai il nostro protagonista è pronto a tutto e determinato a ritrovarla con ogni mezzo a sua disposizione. Anche a conto di perdere la propria stessa umanità, vittima della sua furia, trasformandosi gradualmente in un drago berserker, un essere maledetto che non si fermerà di fronte a nulla pur di raggiungere il suo obiettivo.

 

 

La sua battaglia e il suo “viaggio dell’eroe” avranno inizio e la storia ci porterà a scoprire la vera identità di Anaëlle, il suo ruolo e il motivo per cui si è allontanata dalla famiglia, oltre a compiere un altro tipo di viaggio, interiore, che parla di quanto i nostri sentimenti possano arrivare ad offuscare la ragione e la realtà dei fatti.

Quando l’amore (o quello che presumiamo essere tale) diventa qualcosa di diverso e inizia ad assomigliare maggiormente all’egoismo? Quando la ricerca spasmodica del bene di una persona a noi cara si scontra con la libertà della stessa persona che vorremmo aiutare?

E quando i propri doveri superano la forza dei nostri sentimenti?

A tutto questo cerca di rispondere Ulysse Malassagne con una storia davvero toccante ed intensa, in cui il tipico “viaggio dell’eroe” viene messo in discussione, analizzato e mostrato anche per le conseguenze terribili che può potenzialmente generare.

Nills e Anaëlle sono dei personaggi definiti e caratterizzati, ma le decisioni che prenderanno nel corso della graphic novel sono tutt’altro che banali, anche in presenza degli altri personaggi con i quali interagiranno.

 

 

Sia lo stile narrativo che quello grafico mi hanno ricordato molto da vicino la produzione del maestro Hayao Miyazaki, con le sue donne forti e indipendenti  e la sua maniera di mostrare i conflitti sullo sfondo della vicenda.

Sia lo stile narrativo che quello grafico mi hanno ricordato molto da vicino la produzione del maestro Hayao Miyazaki, con le sue donne forti e indipendenti (per certi versi Anaëlle assomiglia a San de La Principessa Mononoke, sebbene più triste e appesantita dal destino che le è stato assegnato) e la sua maniera di mostrare i conflitti sullo sfondo della vicenda. Nills invece non potrebbe essere più distante da Ashitaka, quanto a personalità, modi e intenti, finendo quasi per assomigliare al triste Gatsu di Berserk mentre indossa l’armatura nera, condannato a lottare contro le creature demoniache per salvare la sua amata Caska.

L’ambientazione fantasy stessa in cui si svolge la storia ricorda molto da vicino opere come Nausicaa della Valle Del Vento e Laputa, lo si nota dalle architetture e dalla dinamicità dei disegni, anche se gli stili dei due autori risultano sicuramente differenti.

Mi è piaciuto moltissimo lo stile di disegno di Malassagne, l’ho trovato efficace e molto narrativo. Se in un primo tempo lo avevo superficialmente associato a quello di J. M. Ken Niimura (I Kill Giants), ho poi realizzato quanto invece fosse originale e caratteristico, anche per l’utilizzo coerente dei colori.

 

 

Kairos è quindi certamente un fantasy, ma debitore di un’estetica giapponese decisamente marcata, che lo rende molto “familiare”.

Questo fumetto colpisce per la genuinità e la forza con cui riesce a raccontare le conseguenze dell’amore e le difficoltà nei rapporti sentimentali, mostrando nel contempo una grande quantità di azione e una dinamicità davvero sorprendente.

Brava Edizioni BD che ce lo ha portato in Italia e che ci propone un bel cartonato solido e piacevole, pur senza troppi fronzoli o lavorazioni particolari (non ci sono contenuti speciali o editoriali a riguardo) ma che che riesce a mantenere contenuto il prezzo.

 

 

Kairos uno dei piccoli tesori fumettistici che arrivano da questa Francia iper produttiva e che coltiva i propri talenti in maniera amorevole, dando loro spazi e opportunità nel mondo della nona arte e non solo.

Sarà che l’erba del vicino sembra sempre più verde ma viene spesso da pensare – con una non celata punta d’individia – a come sarebbe il mercato qui da noi, visti i grandi talenti che possiamo vantare, se il fumetto fosse considerato come tra i nostri cugini d’oltralpe.

Che – ricordiamolo – girano ancora con le baguette sotto braccio. Si scherza, eh.

 

 

 

77
Kairos, la recensione: l’amore disperato
Recensione di Giovanni Zaccaria
ME GUSTA
  • Storia intensa e struggente, vicina allo spirito delle opere di Miyazaki
  • Disegni fluidi, dinamici, grande storytelling
  • Storia fantasy, adulta e avvincente, con un'estetica nipponica manifesta
FAIL
  • Il cartonato avrebbe meritato qualche contenuto extra in più o qualche editoriale di approfondimento
  • Si possono riscontrare piuttosto chiaramente le influenze che l'autore ha avuto nel realizzare Kairos; magari uno sforzo in più di personalizzazione avrebbe migliorato ulteriormente il risultato