I dati raccolti dal primo anno della missione InSight della NASA su Marte rivelano un pianeta vivo con terremoti, diavoli di sabbia e strani impulsi magnetici.

Sta iniziando a emergere una nuova comprensione di Marte. Dopo il primo anno della missione terrestre InSight della NASA, sono stati raccolti i risultati in una serie di articoli pubblicati oggi su Nature che rivelano un pianeta vivo con terremoti, diavoli di sabbia e strani impulsi magnetici.

Cinque articoli sono stati pubblicati oggi su Nature Geoscience. Un altro documento in Nature Communications descrive in dettaglio il sito di atterraggio del veicolo spaziale InSight in un cratere poco profondo soprannominato “cavità della fattoria” in una regione chiamata Elysium Planitia.

InSight è la prima missione dedicata a scoprire in profondità la composizione rocciosa sotto la superficie marziana. Tra gli strumenti scientifici che monta a bordo ci sono un sismometro, sensori per misurare la pressione del vento e dell’aria, un magnetometro e una sonda per il flusso di calore progettata per misurare la temperatura del pianeta.

Aperta la prima stazione meteorologica su Marte

Tutti questi strumenti hanno permesso addirittura di aprire qualche giorno fa la prima stazione meteorologica da cui giornalmente viene emesso un bollettino che tutti  possono consultare da qui. In attesa che l’uomo possa conquistare “dalla luna a marte” tutti potranno farsi un’idea delle condizioni meteorologiche, a dire il vero non troppo gradevoli: oggi per esempio la temperatura varia da -10°C a -95°C con un vento da sud-sud est che soffia alla velocità media di 60 km/h.

Mentre tutto il team di controllo continua a lavorare per tenere la sonda sulla superficie marziana come previsto, il sismometro ultra sensibile, chiamato Seismic Experiment for Interior Structure (SEIS), ha già permesso agli scienziati di “ascoltare” molteplici eventi sismici avvenuti addirittura da centinaia fino a migliaia di chilometri lontano.

 

 

Cosa c’è sottoterra?

Le onde sismiche sono influenzate dai materiali che attraversano e offrono pertanto agli scienziati un modo per studiare la composizione della struttura interna del pianeta.

Tutto ciò che si sta scoprendo su Marte aiuterà gli scienziati a comprendere meglio come si sono formati tutti i pianeti rocciosi, compresa la Terra.

Finora il SEIS ha registrato più di 450 segnali sismici, la maggior parte dei quali sono probabilmente terremoti (al contrario del rumore dei dati creato da fattori ambientali, come il vento). Il terremoto più grande è finora stato circa di magnitudo 4.0, non abbastanza grande da viaggiare sotto la crosta nel mantello inferiore e nel nucleo del pianeta. Gli scienziati sperano in qualcosa di più in modo da poter avere informazioni sugli strati più profondi. 

 

 

Quello che già sappiamo è che Marte non ha placche tettoniche come la Terra, ma ha regioni vulcanicamente attive che possono causare brontolii. Una coppia dei terremoti registrati erano fortemente legati a una di queste regioni chiamata Cerberus Fossae.  Antiche inondazioni di lava hanno intagliato canali lunghi circa 1.300 chilometri penetrando poi in questi canali negli ultimi 10 milioni di anni – un battito di ciglia se si pensa in tempo geologico.

Alcuni di questi “giovani” flussi di lava mostrano segni di fratture causate da terremoti meno di 2 milioni di anni fa. “Si tratta solo della più giovane caratteristica tettonica del pianeta”, ha dichiarato il geologo planetario Matt Golombek di JPL. “Il fatto che stiamo vedendo prove di agitazione in questa regione non è una sorpresa, ma è molto bello.”

 

 

Il mistero del campo magnetico oscillante

Miliardi di anni fa, Marte aveva un campo magnetico. Oggi non è più presente, ma ha lasciato la sua traccia, magnetizzando antiche rocce che ora si trovano tra i 61 metri e diversi chilometri sotto terra. InSight è dotato di un magnetometro, il primo sulla superficie di Marte a rilevare segnali magnetici.

Il magnetometro ha scoperto che i segnali sono 10 volte più potenti di quanto previsto in base ai dati provenienti da veicoli spaziali in orbita che studiano l’area. Le misurazioni di questi orbiter sono in media su un paio di centinaia di chilometri, mentre le misurazioni di InSight sono più locali.

Poiché la maggior parte delle rocce superficiali nella posizione di InSight sono troppo giovani per essere state magnetizzate dall’ex campo del pianeta,

questo magnetismo deve provenire da antiche rocce sotterranee

come ha affermato Catherine Johnson, scienziata planetaria presso l’Università della British Columbia e il Planetary Science Institute che aggiunge

Stiamo combinando questi dati con ciò che sappiamo dalla sismologia e dalla geologia per comprendere gli strati magnetizzati sottostanti InSight.

Inoltre, gli scienziati sono incuriositi da come questi segnali cambino nel tempo.

Le misure variano in base al giorno e alla notte; tendono anche a pulsare intorno a mezzanotte. Non ci sono ancora teorie condivise per spiegare ciò che provoca tali cambiamenti, ma una possibilità è che siano correlate al vento solare nell’atmosfera marziana.

 

 

Diavoli di sabbia

Il vento fortissimo che soffia su Marte crea i cosiddetti diavoli di sabbia, mulinelli di polvere, che hanno lasciato molte le strisce sulla superficie del pianeta. Gli strumenti di InSight permettono lo studio di questi fenomeni che sono essenzialmente trombe d’aria a bassa pressione, quindi il sensore di pressione dell’aria di InSight può rilevarli quando ci si trova vicino. In ogni caso è molto sensibile – circa 10 volte di più delle apparecchiature sui lander Viking e Pathfinder – consentendo quindi al team di studiarli da decine di metri di distanza.