Sono passati più di cinquant’anni da quando l’uomo è sbarcato sulla Luna e proprio nel 1969 l’allora astronauta Buzz Aldrin, dopo aver solcato il suolo lunare, disse ai giornalisti le seguenti parole: “Marte è lì, in attesa di essere raggiunto”.

Una base spaziale in orbita attorno alla nostra Luna sembra essere il modo migliore per riuscire nell’impresa di portare l’uomo su Marte.

Di tempo ne è passato moltissimo e a quanto pare Marte sta effettivamente per essere avvicinato. Senza dubbio questa decade sarà ricordata nella storia come il decennio dello spazio, nel quale l’uomo torna sulla Luna e si prepara per la più grande avventura mai concepita fin ora.

Ma prima di arrivare a toccare il suolo di Marte con un astronauta, la Luna potrebbe essere di nuovo il trampolino di lancio per la buona riuscita dell’impresa.
Innanzitutto una tappa intermedia in una spedizione che durerà più di due anni, sei mesi di viaggio per arrivare, almeno un anno di permanenza e altri sei mesi per ritornare, risulta fondamentale in quanto Marte è a 228 milioni di chilometri da noi, la Luna posta a 386.000 chilometri di distanza potrebbe rappresentare il viatico ideale per una missione di successo

Nel 2024 torneremo sulla Luna

A quanto detto dagli ultimi ricercatori e scienziati Nasa il 2024 sarà l’anno del ritorno dell’uomo sulla Luna ma chiariamo alcuni dettagli, la Luna non sarà il banco di prova per l’atterraggio sul Pianeta Rosso in quanto Marte e la Luna sono due oggetti profondamente diversi, gravità diverse, su Marte abbiamo anche un po’ di atmosfera, ci sono dei venti, i metodi di atterraggio sono decisamente discordi.

La costruzione della stazione Gateway preparerà per l’approdo su Marte

“La Luna ha come fattore di preparazione verso Marte la costruzione di Gateway – racconta Enrico Flamini, docente di esplorazione del Sistema Solare all’università di Pescara e ex coordinatore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana  – la stazione spaziale che ruoterà quasi in orbita lunare e che sarà in grado di sviluppare di conseguenza quelle tecnologie per ricominciare a viaggiare nello spazio lontano dalla Terra con gli astronauti.

 

 

 

Lunar Gateway

 

 

 

Ovviamente i viaggi con sonde robotiche sono state realizzate e si continueranno ad effettuare, ma quando si parla di uomo le dinamiche sono totalmente differenti. Se vogliamo portare astronauti oltre l’orbita della nostra ISS e preparare le tecnologie per andare poi su Marte, la Luna è sicuramente un ottimo step intermedio.

Il Gateway sarà fondamentale per la preparazione di lanciatori più potenti, o di motori con funzione solare-elettrica per spostarsi poi in orbita lunare, inoltre il fatto di avere una stazione di appoggio vicino l’orbita lunare sarà indispensabile per essere utilizzata in futuro come stazione di partenza per arrivare in orbita marziana”.

Se dovessimo fare un cronoprogramma di quello che accadrà da qui al momento di una possibile partenza per Marte quali sono le tappe?

Il primo step a cui si sta attualmente lavorando prevede la realizzazione di una piccola stazione spaziale che ruota intorno alla Luna seguendo una complessa orbita ellittica, una volta terminata questa stazione ci sarà la missione successiva che farà scendere l’uomo di nuovo sulla superficie lunare.

Sulla Luna nel 2024 con la missione Artemis (dea della Luna e sorella di Apollo) l’uomo riscenderà sul suolo ma solo molto più avanti si potrà pensare di poter “colonizzare” il terreno lunare al fine di costruirne una base.

Quello che si farà subito dopo il 2024 è quello di potenziare il Gateway – continua il fisico Enrico Flamini – perché per andare su Marte non dobbiamo atterrare sulla Luna e ripartire, la forza della gravità della Luna seppur più piccola rispetto a quella terrestre è comunque una forza da vincere, mentre se si parte dall’orbita, non avendo praticamente gravità da combattere, la partenza risulterà molto più facile e tutto quello che si manderà verso Marte sarà carico utile.

 

Dalla Luna a Marte

 

In questi anni l’attenzione rivolta allo spazio e a Marte è aumentata a dismisura e le agenzie spaziali pubbliche, insieme ad alcune private come SpaceX di Elon Musk, stanno portando avanti progetti per arrivare all’impresa di portare l’uomo su Marte.

A differenza della NASA, che appunto utilizzerà la Luna come step intermedio, Elon Musk ha una concezione diversa per arrivare su Marte.

SpaceX sta sviluppando un lanciatore molto potente – ricorda Enrico Flamini – che partirà dalla Terra, arriverà direttamente sul pianeta Rosso trasportando con sé moltissima attrezzatura e diversi astronauti, missione che però sarà preceduta da un viaggio senza umani, con delle macchine automatizzate per fare il propellente che sarà indispensabile per il viaggio di ritorno.

 

SpaceX

 

SpaceX partirà dalla Terra con un lanciatore molto potente che lo farà arrivare direttamente su Marte

Essendo un privato Elon Musk può assumersi dei rischi che le agenzie spaziali invece non possono correre gestendo denaro pubblico. Sicuramente siamo nella decade dell’approdo sul pianeta Rosso e si sta studiando a perfezione ogni possibile “intoppo”.

Il viaggio che ci porterà su Marte durerà non meno di due anni e ad oggi i grandi quesiti sono proprio rivolti all’uomo come potrà reagire di fronte ad un tempo così lungo fuori la gravità terrestre, dato che al massimo nella ISS gli astronauti hanno soggiornato per un anno.

 

SpaceX Marte

 

Ciò che per cui sia la NASA che le agenzie private stanno lavorando è l’autonomia e indipendenza dell’uomo su Marte, l’obiettivo di recuperare il 95% dell’acqua sull’avamposto spaziale, la possibilità che gli astronauti possano curarsi da soli oltre a quella di coltivare del cibo, dato il terreno fertile marziano”.

La possibile colonizzazione marziana è molto più realistica e indipendente, dato appunto dalle condizioni del pianeta, rispetto a quella lunare che si presenta non autosufficiente per quanto riguarda cibo e acqua.

“La mia visione per il successo di quest’impresa è realizzare una sorta di Gateway, ma intorno all’orbita marziana in maniera che si possa fare un viaggio stazione spaziale lunarestazione spaziale marziana per poi scendere con delle navette più piccole direttamente sul pianeta Rosso.

Realizzare un avamposto di questo tipo potrebbe rappresentare un elemento di sicurezza di grande rilievo dal quale sarebbe possibile anche comandare robot per operazioni particolari senza far rischiare ogni volta l’uomo.

Marte è vicino, più di quanto non si pensi, ma la Luna sarà sicuramente il nostro trampolino di lancio per aver successo nella missione marziana.

 

 

 

Lunar City

Se ti interessano questi argomenti, ti ricordiamo che dal 17 al 19 febbraio arriva al cixnema Lunar City, il docu-film che celebra i cinquant’anni dal primo sbarco sulla Luna e racconta le sfide che ancora ci aspettano per tornare prima sul nostro satellite e poi verso Marte e il resto dello spazio profondo.

Dopo il suo debutto all’ultima Festa del cinema di Roma, Lunar City sarà distribuito nelle sale italiane dal 17 al 19 febbraio come evento speciale.