Darwin Day: la celebrazione della ricerca scientifica

Si è celebrato ieri 12 febbraio il Darwin Day ispirato dalla teoria dell’evoluzione di Charles Darwin per sensibilizzare le persone sull’importanza della ricerca scientifica nel rispetto dei valori di razionalismo e di laicità. La giornata si fa coincidere proprio con il giorno della nascita di Darwin.

Una tradizione nata in Inghilterra e negli Stati Uniti subito dopo la morte di Darwin nel 1882 , diffusasi rapidamente a livello mondiale, continua tutt’oggi con l’organizzazione di eventi e incontri nei musei e nei laboratori di tutto il mondo con il fine di promuovere e divulgare conoscenze scientifiche. Non solo una giornata ma eventi che possono protrarsi fino alla fine di marzo.

L’obiettivo è creare una vera e propria consapevolezza scientifica per tutti dove è possibile assimilare delle conoscenze scientifiche di base per imparare ed esprimersi correttamente in termini scientifici.

La teoria dell’evoluzione di Darwin pubblicata nel 1859 è ancora attuale e la sua validità è dimostrata ancora oggi: la variabilità ed eredità dei caratteri innati, adattamento all’ambiente, lotta per la sopravvivenza, selezione naturale ed isolamento geografico sono i punti cardine della teoria.

I più deboli non sopravvivranno perché non hanno le capacità di adattarsi al nuovo ambiente, solo i più forti ce la faranno: questa è la selezione naturale.

Gli individui sono in continua lotta per la sopravvivenza in competizione tra loro per accaparrarsi le risorse naturali. L’ambiente opera in questa situazione una selezione naturale e  gli individui che hanno le caratteristiche migliori avranno maggiori possibilità di sopravvivenza e di trasmettere questi tratti favorevoli ai loro discendenti. I più deboli non sopravvivranno perché non hanno le capacità di adattarsi al nuovo ambiente, solo i più forti ce la faranno: questa è la selezione naturale.

La teoria dell’evoluzione elaborata da Darwin è importante per la storia dell’umanità sia perché si basa su prove scientifiche e sia perché si contrappone a quella più di moda all’epoca, e l’unica possibile fino a quel momento, del creazionismo dove le specie sono il frutto della creazione di Dio e quindi perfette ed immutabili.

 

 

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