Jalopnik ha raccontato la storia di un americano che aveva acquisto una Model S usata, che sulla carta avrebbe dovuto avere anche due pacchetti per la guida autonoma da 8mila dollari. Dopo neanche un mese Tesla gli ha tolto gli optional con un aggiornamento.
La Model S usata non era stata acquistata direttamente da Tesla, ma da un rivenditore terzo, che a sua volta l’aveva comprata ad un’asta. In entrambi i casi, la Model S veniva venduta con guida autonoma inclusa — una cosa che ovviamente si riflette sul prezzo, venendo a costare i due optional oltre 8.000$.
La Model S è stata acquistata a dicembre, poi, dopo un aggiornamento, Tesla cancella l’optional. Puff. Sparito, senza nessun avviso da parte del produttore.
Tesla ha confermato la veridicità della notizia, spiegando che negli ultimi mesi ha condotto delle verifiche scoprendo che alcune auto erano state abilitate per la guida autonoma nonostante questo optional non fosse stato pagato correttamente.
Ne consegue che l’acquisto degli optional distribuiti via software —una cosa a cui dovremmo abituarci sempre di più con le auto di nuova generazione— non è legato alla vettura (come lo sarebbero gli optional comuni, pensate ai fari allo xeno o ai cerchi in lega) ma all’acquirente.
Una volta che l’auto passa di mano, gli optional digitali devono venire riacquistati.
Inutile dire che Tesla in questo modo ha creato un inquietante precedente.
Peraltro, il venditore terzo, la United Traders, ha raggiunto Jalopnik per aggiungere un altro importante dettaglio: secondo il rivenditore Tesla avrebbe rimosso via software e da remoto anche un altro optional digitale legato ad una Tesla usata che aveva in listino, si tratterebbe del pacchetto ludicrous speed. Era montato in origine su una Model X P90D: 60 giorni dopo l’acquisto del veicolo, Tesla avrebbe cancellato l’optional sostenendo sempre che questo non era stato acquistato dall’attuale proprietario.