Perché l’acquisto di Grindr da parte di Bending Spoons sarebbe una bella notizia

È emersa in queste ore la notizia che Grindr potrebbe venire acquistato da un’azienda italiana: Bending Spoons, la compagnia che, tra le tante cose, ha lanciato anche la popolare app HQ Trivia.

Non è una notizia di secondo piano, nemmeno se del mondo delle app LGBT (comprensibilmente) non ve ne può fregare di meno. Di Grindr se ne è parlato molto nel 2019, e per due ragioni: per la mole di dati incredibilmente personali e sensibili che gestisce (è un’app che monitora continuamente la posizione dei suoi utenti, tanto per iniziare), e per il fatto che dal 2016 la maggior parte delle quote di Grindr LCC appartengono alla Beijing Kunlun Tech Company, un’azienda cinese, con tutte le incognite che questo comporta.

Proprio per queste ragioni, l’anno scorso Grindr è diventato un autentico caso di sicurezza nazionale in America.

A marzo del 2019 il Governo ha fondamentalmente obbligato la Beijing Kunlun Tech Company a cedere le sue quote.

Le ragioni perché la politica americana si sia interessata di Grindr non sono difficili da immaginare, una volta che si approfondiscono le dinamiche del funzionamento dell’app.

Se avete meno di 30 anni c’è una discreta possibilità che abbiate un minimo di familiarità con Tinder e le sue dinamiche di matching. Su Tinder si può avviare una conversazione con un altro utente esclusivamente quando c’è un match –cioè quando entrambi gli utenti dichiarano di piacersi a vicenda– e allo stesso tempo gli utenti visualizzano le persone da “matchare” in modo casuale.

Grindr funziona in modo completamente opposto. Si può interagire con tutti gli utenti, senza un filtro preliminare, e questi non vengono mostrati in ordine casuale, ma sulla base della loro distanza (con una precisione nell’ordine delle decine di metri). Per fare ciò Grindr richiede sempre accesso alla posizione dei suoi utenti.

L’anno scorso il Committee on Foreign Investment in the United States si era domandato se fosse davvero un’idea brillante dare ad un’azienda cinese un controllo così capillare sulla posizione di milioni di americani (gli utenti globali sono almeno 27 milioni), trai quali, per quel che ne sappiamo, ci sono anche diversi funzionari del Governo, membri delle forze dell’ordine, dipendenti delle ambasciate e militari.

Ma questa non è l’unica informazione incredibilmente sensibile a cui ha accesso l’app: quanti altri social che chiedono ai loro utenti se hanno contratto l’HIV conoscete? Nessuno? Ecco, Grindr lo fa. Non è un’informazione obbligatoria, e sta alla sensibilità degli utenti decidere se fornire questa informazione o ometterla.

Sta di fatto che ad aprile del 2019 si è scoperto che Grindr aveva condiviso i dati sulla salute dei suoi utenti con almeno altre due aziende private, come rivelò all’epoca un’inchiesta di Buzzfeed. La settimana scorsa è invece venuto fuori, grazie al lavoro di un ricercatore norvegese, che Grindr avrebbe condiviso altri dati personali dei suoi utenti con terzi violando le norme europee incluse nel GDPR.

Insomma, come avete capito la questione di Grindr è incredibilmente delicata, ed è probabilmente un bene che un’app così complessa finisca sotto il controllo di un’azienda occidentale, soprattutto per una questione di responsabilizzazione e controllo da parte dei governi.

 

 

L’offerta di Bending Spoons

Così arriviamo alla notizia della giornata, la possibilità che sia l’italianissima Bending Spoons ad acquistare l’app. Forse è un nome che non vi è del tutto familiare, ma c’è una discreta possibilità che abbiate usato almeno una volta una delle app sviluppate da quest’azienda. Tra queste anche Live Quiz, l’app di quiz in diretta con in palio soldi veri.

Con 200 milioni di utenti complessivi, Bending Spoons è considerata l’azienda sviluppatrice di app iOS #1 in Europa.

Tra gli investitori c’è anche la holding14, è della Fininvest e viene gestita direttamente da Luigi Berlusconi. Bending Spoons, insieme ad un gruppo eterogeneo di diversi altri investitori, hanno messo sul piatto ben 260 milioni di dollari per accaparrarsi l’app, 100 dei quali arrivano da Intesa Sp e Banco Bpm.

Secondo quanto riportato da Rosario Dimito sulle pagine de Il Messaggero, Bending Spoons si contenderebbe Grindr con un’altra azienda americana, che avrebbe presentato un’offerta molto più modesta. Sempre secondo il quotidiano quest’ultima non avrebbe lo stesso sostegno finanziario su cui può invece contare Bending Spoons, e in altre parole rischia di non riuscire ad aggiustare il tiro per avere la potenza di fuoco necessaria per competere ad armi pari.

Salvo lo zampino delle autorità americane, che potrebbero comunque tentare di influenzare la Kunlun per cedere ad un’americana (Grindr ha sede in California) facendosi forza delle accuse rivolte all’app fino ad adesso, è abbastanza probabile che siano gli italiani a spuntarla.

 

 

 

 

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