Questa settimana indossate i vostri cilindri da festa, è ora di andare nella Belle Epoque a fare i magnati industriali. In Barrage dovrete improvvisarvi imprenditori in un’epoca post-vittoriana alternativa dove il bene più prezioso è l’Oro Blu: l’acqua. Ne sarete all’altezza?
Un mondo post-vittoriano che però ha esaurito ogni risorsa combustibile fossile. Un manipolo di inventori che cambia radicalmente la storia, illuminando il mondo intero con l’energia idroelettrica. Una spietata sfida commerciale, dove solo il più abile capitano d’industria sarà in grado di monopolizzare il bene più prezioso per tutti: l’acqua.
Questi sono gli ingredienti di Barrage, made in Cranio Creations, che ci porta sul tavolo un’esperienza di gioco che nel 2019 ha avuto pochi pari. Andiamo a scoprire insieme questo mondo di dighe e generatori.
Viva la diga
Categoria: Heavy
Durata media: 2h
Barrage è un gioco di piazzamento lavoratori per 2 – 4 giocatori dove dovrete calarvi nei panni di intraprendenti compagnie che, in una distopica Belle Epoque ormai priva di risorse per alimentare il progresso tecnologico, forniranno a caro prezzo energia elettrica al resto d’Europa cercando di trarne il maggior profitto.
Sulla plancia di gioco troveremo una serie di laghi collegati da fiumi che scorrono dalle Alpi fino a valle. Il nostro scopo sarà costruire delle dighe, con lo scopo di immagazzinare i segnalini acqua che arrivano da monte e convogliarli tramite dei convertitori alle nostre centrali di produzione energia a valle. Il gioco si svolge in cinque turni, durante i quali dovremo cercare di produrre più energia degli altri giocatori in modo da prendere punti vittoria. Alla fine dei cinque turni, il giocatore che avrà accumulato più punti vittoria risulterà vincitore.
Durante ogni turno i giocatori avranno a disposizione 12 segnalini Ingegnere da piazzare sui diversi spazi azione per attivarli; come da consuetudine nei giochi di piazzamento lavoratori, attivare uno spazio azione lo renderà non disponibile agli altri giocatori, lasciando loro una versione peggiore dell’azione stessa.
Questa meccanica consolidata da tempo, in Barrage viene interpretata con una piccola modifica. Infatti, i diversi spazi azione possono richiedere un diverso numero di segnalini lavoratore, costringendo i giocatori a pensare non solo all’ordine in cui vogliono svolgere le loro azioni ma anche all’economia degli Ingegneri: essere costretti ad utilizzare uno spazio azione che richiede più Ingegneri del previsto ci preclude di fare altre azioni che potrebbero essere fondamentali per la nostra strategia.
Altra meccanica interessante è la Ruota di Costruzione. All’inizio della partita ci vengono fornite delle risorse chiamate Betoniere ed Escavatori. Costruire un edificio richiede che noi mettiamo sulla nostra ruota di costruzione il corretto numero di risorse ed il corrispondente segnalino costruzione, per poi muoverla in senso orario.
Le risorse ed il segnalino costruzione non saranno spese del tutto, ma invece diventeranno nuovamente disponibili una volta che quella parte di ruota avrà compiuto un giro completo. Prima di costruire nuovamente lo stesso edificio dovremo quindi costruirne molti altri per far avanzare la ruota oppure approfittare di alcuni spazi azione che la faranno girare con l’utilizzo di qualche Ingegnere.
Strategia che non perdona
Dire che Barrage è un gioco di un certo peso è sicuramente dire poco. Non parlo solo del peso fisico di questo mattonazzo made in Cranio, ma parlo sopratutto delle meccaniche succose ed impegnative che sembrano messe lì apposta per far fumare le meningi. Prendiamo come esempio le pedine Ingegnere. Avere un numero di azioni variabile in base al tipo di aizone che vogliamo svolgere apre le porte ad una dimensione strategica molto interessante, che ci porta a compiere scelte scomode e soppesare ogni decisione con cura. Se normalmente potremmo semplicemente dire “mal che vada mi ritroverò a fare la versione brutta di questa azione”, sbagliare l’ordine con cui occupiamo gli spazi azione ci può mettere al’angolo.
La sensazione che si ha quando si gioca a Barrage è di essere di fronte ad un gioco estremamente stretto, dove le opzioni sono tantissime ma le mosse a disposizione non lo sono. Stretti sono gli spazi di manovra. Stretti sono i margini di errore che potete permettervi. Poche sono le gocce d’acqua che scenderanno dalle montagne per alimentare le vostre fabbriche. Barrage vi metterà alla prova con un gameplay estremamente soddisfacente che trae il suo nutrimento dall’essere dannatamente competitivo.
Barrage è una lotta coi coltelli in una cabina telefonica ed uscirne illesi è terribilmente difficile.
Salteremo a piè pari le polemiche che hanno investito il kickstarter per dirlo chiaro e forte: la versione retail di Barrage ha materiali buoni, che rendono l’esperienza di gioco piacevole. Le rotelle 2.0 fanno il loro dovere, la plancia è enorme ma comunque ben leggibile, i Segnalini Goccia in legno sono ottimi e le illustrazioni hanno quel rertogusto da Art Déco che lo farà subito saltare all’occhio; altro punto bonus lo guadagna grazie alla rigiocabilità che tra le variabili nel setup e nell’assegnazione dei personaggi ci costringerà ogni volta ad adottare strategie differenti.
In sintesi Barrage è quindi un gioco perfetto?
Momenti elettrizzanti e buchi nell’acqua
Palesemente no, non è un gioco perfetto, altrimenti non si sarebbe fermato al quarto posto della classifica Lega Nerd dei giochi da tavolo del 2019. Partendo proprio dai materiali, un appunto che si può fare è la mancanza di un numero adeguato di risorse e monete per sostenere una partita a quattro giocatori.
È stato necessario per noi modificare il valore delle diverse “taglie” di risorse per poter giocare senza dover fare i salti mortali. Questo piccolo intoppo materiale però impallidisce a mio avviso se confrontato con quello che è il peccato capitale dei materiali di Barrage: la totale assenza di un inserto, scatoline o addirittura un numero adeguato di sacchetti nella scatola.
È inaccettabile che un gioco con quasi centocinquanta segnalini di cartone da tenere tutti divisi tra di loro per tipologia non abbia nella scatola un sistema per organizzarli.
Sarebbero bastati dei sacchetti e sarei stato soddisfatto, e nel 2020 dovrebbe essere ormai automatico.
Altra acqua al mulino delle polemiche la tira il bilanciamento, che per certi Ufficiali Esecutivi (personaggi acquisiti da ogni giocatore ad inizio partita che forniscono bonus unici) è un problema davvero evidente.
Non stiamo parlando di squilibri alla Tapestry, per carità, ma alcuni personaggi hanno poteri che risultano evidentemente più utili rispetto ad altri. Questo sbilanciamento non va ad inficiare la partita più di tanto ma di sicuro lascia l’amaro in bocca rendersi conto a fine partita che il potere speciale fornito dal nostro personaggio non è mai stato utilizzato, mentre il nostro vicino se ne è potuto approfittare ad ogni turno.
Polemiche a parte, Barrage rimane uno dei miei giochi preferiti di questo 2019 appena finito, con meccaniche interessanti ed innovative che vanno a costruire un’impalcatura solida per uno scontro all’ultimo neurone. Questo cinghiale di razza è un gioco che è estremamente valido e sia da solo che con l’espansione Leeghwater Project promette una rigiocabilità ottima. Consigliato a chi vuole un gioco cervellotico, punto su punto e che non perdona: il mestiere del venditore di energia non è roba per deboli di cuore.
- Gameplay intenso e cervellotico
- Meccaniche innovative o rivisitate in maniera originale
- Ottima rigiocabilità
- Nessuna maniera per organizzare la componentistica
- Certi Ufficiali Esecutivi sono palesemente più utili di altri