Facebook potrebbe aver mandato in fumo un’enorme operazione di intercettazioni informatiche contro alcuni terroristi e diversi altri criminali. Ops.
Secondo quando riporta il Morning Star, un Paese europeo avrebbe usato un captatore informatico (come direbbe il legislatore italiano, un Trojan, come direbbe chiunque altro) del NSO Group per spiare alcuni sospettati di terrorismo.
Il software dell’NSO Group non operava usando una licenza governativa usata da Whatsapp, con la conseguenza che quando Facebook si è accorto della presenza di un’enorme campagna di spionaggio sulla sua principale app di messaggistica, ha deciso di avvisare le persone monitorate della compromissione dei loro device. Tutte e 1200.
Così almeno uno dei sospetti avrebbe semplicemente azzerato le sue attività sullo smartphone compromesso, vanificando l’attività di indagine delle autorità.
Ad ottobre del 2019 Facebook aveva anche fatto causa alla NSO, un’azienda israeliana che fornisce tool di sorveglianza ai Governi, per aver violato WhatsApp senza la minima autorizzazione.
Quello di Facebook, ad ogni modo, non si può definire un sabotaggio ponderato, giacché le autorità coinvolte non avevano avvisato l’azienda delle loro operazioni di indagine — che pure erano state, ovviamente, autorizzate dai giudici locali.