È nata ufficialmente la Space Force, la sesta forza armata statunitense

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Il Congresso americano ha votato il National Defense Authorization Act 2020, che include anche la costituzione della chiacchierata Space Force: una nuova forza armata fortemente voluta da Donald Trump.

Da quando ad agosto del 2018 Trump ha lanciato l’idea di istituite una Space Force, un nuovo ramo delle forze armate che si sarebbe occupato di tutti gli asset militari americani spaziali — dai satelliti usati per scopi militari, agli strumenti di sorveglianza— il progetto ha assunto diverse forme.

Alla fine si è optato per una via di mezzo, forza armata sì, ma comunque legata all’aeronautica.

All’inizio sembrava che dovesse essere una forza armata completamente indipendente, poi è stata valutata l’idea di costituire un nuovo corpo all’interno dell’aviazione militare, con maggiori poteri e autonomia rispetto a quello che fino ad oggi si è occupato della stessa materia.

Alla fine si è optato per una via di mezzo: la Space Force, è a tutti gli effetti una forza armata inedita, ma opererà in un rapporto di interdipendenza con l’Aviazione militare simile a quello che esiste oggi tra la Marina militare e il Corpo dei Marines (anche questo a tutti gli effetti una forza armata).

La Space Force avrà un suo generale a 4 stelle, ma il personale verrà preso in prestito interamente dall’Aviazione.

La Space Force sulla carta diventa la sesta forza armata dell’Esercito americano, oltre che la prima forza armata creata da zero in oltre 60 anni.

 

https://twitter.com/realDonaldTrump/status/1204782262912503808?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1204782262912503808&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.wired.it%2Fscienza%2Fspazio%2F2019%2F12%2F12%2Fspace-force-trump-budget%2F

 

Gli analisti descrivono l’istituzione della Space Force come un progetto di lungo respiro.

Oggi, è evidente, opererà come una sorta di corpo d’armata, nonostante la presenza di un generale in capo ad hoc. Non sono nemmeno previsti grossi aumenti di budget, prenderà semplicemente i fondi che normalmente venivano già dati all’aeronautica per le operazioni spaziali. Proprio il discorso del budget, comprensibilmente, era quello che aveva incontrato le maggiori perplessità in occasione del primo annuncio di Trump.

Sanders aveva detto che gli States dovevano investire soldi in salute pubblica ed educazione «e non in nuove armi». Per ragioni analoghe la proposta non aveva scaldato il cuore di molti repubblicani. Alla fine pare che la novità sarà piuttosto indolore. Addirittura il NDAA 2020 mette per iscritto esplicitamente che la Space Force non potrà assumere nuovo personale, ma dovrà esclusivamente attingere truppe e funzionari attraverso i ricollocamenti dagli altri rami delle forze armate.

Eppure, è molto probabile che la Space Force sul lungo periodo avrà un forte impatto sulle politiche militari americani. Anche il semplice fatto che ci sia un generale a 4 stelle implica che le questioni del programma spaziale militare americano riceveranno una nuova priorità, quando oggi tendenzialmente venivano assorbite completamente dalle operazioni più tradizionali dell’aeronautica.

In the immediate future, it’s a little change, a little step. But I think it has potential if given the time to grow and the real effort to distinguish it and support the space professionals that are there.

dice a The Verge Kaitlyn Johnson, associate director dell’Aerospace Security Project del Center for Strategic and International Studies.

 

 

Space Force e Space Command

È bene ricordare che ad agosto di quest’anno la Casa Bianca aveva inaugurato anche uno Space Command, che è una cosa ancora diversa. In quella occasione lo slogan, lanciato un anno prima da Mike Pence, manco a dirlo, fu «Make Space Great Again»

 

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L’America cercherà sempre la pace nello spazio, come sulla Terra. Ma la storia ci dimostra che la pace arriva soltanto con la potenza, e la Space Force americana si trasformerà in una potenza negli anni a venire

aveva detto il Vicepresidente Mike Pence.

Uno Space Command era esistito già all’interno dell’esercito americano, operando all’interno dell’Air Force dal 1985 al 2002. Poi era stato assorbito dallo US Strategic Command che ne aveva assunto le funzioni. Il nuovo Space Command, distinto dalla Space Force, opera come Comando combattente unificato (Unified combatant command).

 

Un Unified Combatant Command è un comando speciale composto da membri di almeno due diverse forze armate. Ad esempio possono essere costituiti UCC di tipo geografico, incaricati di coordinare gli sforzi militari americani in uno specifico continente — esiste un United States Africa Command, ma anche United States Europe Command. Altri, invece, hanno funzioni specifiche, come la gestione delle operazioni speciali, o della difesa informatica.

 

In generale oggi l’esercito americano ha già anche una pletora di dipartimenti e uffici che si occupano delle operazioni e degli strumenti spaziali all’interno di un po’ tutte le forze armate. Vi basti pensare che ogni ramo dell’esercito, dalla Marina all’Aviazione, passando per la Guardia Costiera, utilizza abbondantemente strumenti come i satelliti per gestire le proprie operazioni. Per il momento la Space Force non assorbirà anche tutti questi reparti.

C’è poi anche un National Space Council, che non c’entra con l’Esercito ma è una istituzione che assiste la Casa Bianca in materia di policy sullo spazio, e che ha avuto una sorte combattuta, assumendo rilevanza a fase alterne, venendo aperto e poi chiuso in più occasioni. Nasce (con altro nome) negli anni cinquanta, per poi essere fatto fuori da Nixon nel 1973. Nel 1989 George H.W. Bush lo istituisce nuovamente, ma nemmeno 4 anni dopo viene ancora chiuso per ragioni di budget dalla presidenza Bill Clinton. Nel 2017, a meno di un anno dal suo insediamento, la Casa Bianca di Trump l’ha ristabilito ancora una volta. Al suo capo c’è Mike Pence. Sì, a questa amministrazione lo Spazio piace un sacco.

 

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L’USSPACECOM si occuperà dell’utilizzo effettivo degli strumenti e delle telecomunicazioni via Spazio, mentre la Space Force si occuperà di “operare, addestrare ed equipaggiare” tutti gli asset spaziali di cui avrà bisogno lo Space Command. In altre parole, se lo Space Command avrà bisogno di un nuovo satellite per la sorveglianza, sarà la Space Force a mandarlo in orbita, assicurarne il corretto funzionamento e ad addestrare il personale che lo utilizzerà.

 

 

Dunque, cambia qualcosa?

Tutte queste cose fino ad oggi in parte faceva già l’Air Force Space Command, con la differenza che oggi le persone incaricate di quest’ultimo verranno trasferite in una nuova forza armata. “All’inizio sarà un’operazione di rebranding“, ha detto sempre a The Verge Brian Weeden, direttore dei programmi della Secure World Foundation.

Ma non si tratta nemmeno di un cambiamento esclusivamente così banale. Essere una forza armata significa avere anche una certa autonomia decisionale (Title 10 authority), cosa che l’Air Force Space Command non aveva. Ci sarà quindi un nuovo Chief of Space operation che risponde direttamente esclusivamente all’US Secretary of Air Force (oggi Barbara Barrett, con un passato da chair dell’Aerospace Corporation), il Ministro con delega all’aviazione. Sempre il Chief of Space operation farà parte del consiglio ristretto di militari che assistono la Casa Bianca sulle questioni militari, e avrà l’autorità per conferire direttamente con il Presidente, senza passare per ulteriori intermediari. Non è poco.

Sarebbe poi ingenuo pensare che il ruolo delle operazioni spaziali nella guerriglia moderna rimarrà invariato.

Sebbene lo Spazio sia chiaramente un terreno di guerra, non abbiamo intenzione di combattere una lotta che si possa estendere nello Spazio. Il nostro scopo è quello di evitare un conflitto del genere, e il modo migliore che io conosca per fare ciò, è da un punto di forza

aveva detto non a caso a settembre il Generale John Raymond, il capo dello Space Command. Sembra che sempre Raymond sarà anche il Chief of Space Operation per tutto il primo anno di vita della Space Force.

 

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Il Gen. John “Jay” Raymond sarà a capo di Space Force e Space Command.

 

L’altro elemento interessante, sottolineato a più riprese dagli analisti, è che l’istituzione di questa forza armata verosimilmente porterà ad un radicale cambio culturale all’interno della Difesa USA.

Parte delle ragioni dietro la Space Force vengono dal fatto che lo Spazio, in un certo senso, si stesse completamente perdendo nelle priorità dell’Air Force, che aveva un focus sulla supremazia aerea.

Dare alla Space Force il suo generale a 4 stelle seduto al tavolo del Join Chiefs significa elevare la voce delle questioni spaziali ad una nuova e più alta priorità.

argomenta infatti sempre Kaitlyn Johnson. 

Senza scomodare scenari fantascientifici (come fece Ted Cruz qualche mese fa), oggi sono sempre di più i Paesi che hanno accesso a tecnologie per la distruzione dei satelliti.

A marzo di quest’anno nel club dei Paesi con sistemi ASAT si è unita anche l’India, che è riuscita con successo a far esplodere un suo satellite obsoleto situato a 300Km della Terra. Distruggere i satelliti di una Nazione significa metterla in ginocchio. Delle armi ASAT si parla abbondantemente nel documento “Final Report on Organizational and Management Structure for the National Security Space Components of the Department of Defense” datato 9 agosto 2018. Documento che fa da presupposto alla fondazione della Space Force, e che cita il crescente impegno di Cina e Russia per acquisire gli strumenti necessari per escludere dallo Spazio l’America nel caso di un conflitto. Avere una Forza militare autonoma incaricata di gestire e proteggere gli asset americani nello Spazio diventa, in altre parole, sempre più cruciale per non farsi trovare impreparati davanti agli scenari bellici dell’immediato futuro.

Peraltro la stessa Air Force Secretary Barbara Barret suggerisce che gli Stati Uniti debbano usare la Space Force non solo in modo passivo, come strumento di difesa degli asset in caso di minaccia, ma anche in modo proattivo: 

It is important for America to get on the case of space. And we have got to be able to deter derogatory action in space, and if deterrence doesn’t work, we need to be prepared to be something other than a victim with our space assets.

La grande questione è se la Space Force in futuro continuerà a rimanere una forza armata che si comporta da commando, o se al contrario negli anni continuerà ad acquisire maggiore autonomia, prestigio e budget. La risposta al momento non è scontata.

 

 

 

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