Si avvicina il Natale e come ogni anno anche il settimanale Topolino dedicherà una storia all’evento. Quest’anno l’episodio natalizio sarà realizzato dal disegnatore Stefano Intini su sceneggiatura di Tito Faraci.
Stefano Intini si è evoluto nel corso degli anni partendo da un segno di matrice più classica, ispirato agli autori italiani degli anni ’70/’80, per approdare ad un tratto distintivo particolarmente riconoscibile nel quale la pulizia e la rotondità si sovrappongono ad un’espressività unica che rende questo disegnatore immediatamente riconoscibile.
Un’artista indubbiamente versatile e poliedrico da sempre molto attivo in Disney e al quale si deve un fondamentale apporto all’interno delle PKNA.
Abbiamo avuto l’occasione di scambiare due chiacchiere in occasione della prossima uscita del settimanale Topolino.
Si tratta di una storia suddivisa in tre puntate da 20 tavole che verrà pubblicata a partire dal numero 3342. Di base è una classica storia Disney a tema natalizio con, ovviamente, il tratto distintivo dell’umorismo tipico di Tito Faraci. Troveremo situazioni e dialoghi sempre molto spiritosi e poi ovviamente come in tutte le storie di Natale ci sono un paio di messaggi impliciti che sono sempre d’obbligo in questi casi.
Il senso della festività e dei valori del Natale non può certo mancare ma abbiamo cercato di inserire il tutto all’interno di una duplice cornice disneyana visto che assisteremo ad un bel crossover tra Paperopoli e Topolinia.
Già in passato, in occasione del compleanno di Topolino, mi è capitato di disegnare “La Sorgente del Tempo” storia del ciclo “Alla Ricerca di Topolino” scritta da Artibani in cui Topolino è affiancato da Paperon De Paperoni in un’avventura esotica.
In questa nuova avventura i due si troveranno in un contesto ben differente, ma l’accoppiata fra i due personaggi funziona sempre molto bene perché si tratta di due personaggi che caratterialmente sono poco compatibili che con la complicità del Natale riusciranno atrovare una particolare intesa.
In realtà no, le storie vengono sempre assegnate dalla redazione di Topolino, ma di base è lo staff del settimanale che seleziona l’autore considerato più adatto per il tipo di sceneggiatura su cui si deve lavorare.
Generalmente il mio tratto viene associato alle situazioni umoristiche quindi ci sta che io venga preso in considerazione ance per storie in cui i personaggi escono dai loro più classici comportamenti dove può essere più utile alla narrazione un tratto maggiormente dinamico e nel contempo comico.
Per quel che riguarda Dinamite Bla, il personaggio era già stato ripreso con le storie di Vitaliano e Cavazzano quindi mi è successivamente capitato di inserirmi in quel filone ma devo dire che è un personaggio che sento molto perché costantemente sopra le righe e probabilmente finisce con lo sposarsi bene con il mio stile.
In principio sono partito da quella che era la mia passione, la mia prima lettura, che è da sempre Topolino. Sono legato ad autori come Giorgio Cavazzano, Massimo De Vita e Luciano Bottaro, ma parallelamente mi sono trovato a leggere molti fumetti francesi che venivano pubblicati ne “Il Messaggero dei Ragazzi” la rivista dove lavorava mio padre Giuseppe.
È grazie a quella che ho scoperto grandi disegnatori d’oltralpe come Andrè Franquin o Albért Uderzo assimilandone un po’ il tratto ma più che altro la comicità.
La mia matrice è sempre stata quella così come il mio modo di intendere il fumetto umoristico.
Ultimamente sono uscite storie di autori che si sono cimentati coi personaggi Disney e ciascuno ha volutamente mantenuto la propria personalità nel tratto.
Son venuti fuori lavori piuttosto interessanti come “La Jeunesse de Mickey” o “Mickey’s Greatest Adventures”, esperimenti divertenti che vanno considerati dei bellissimi esercizi di stile sui quali in qualche modo mi piacerebbe potermi cimentare.
È una bellissima domanda, più che collaborare a una storia particolare mi piacerebbe realizzare un’operazione come quella fatta dagli autori francesi di cui parlavamo poco fa.
Sarebbe interessante disegnare qualcosa non preoccupandosi di uscire dal seminato, da quello che giustamente è un canone Disney. Realizzare qualcosa che si possa ricondurre a questo tipo di operazioni come il lavoro recentemente pubblicato da Glenàt “Mickey et l’Océan Perdu“ di Silvio Camboni. Qualcosa in cui si sia più liberi di interpretare e personalizzare il personaggio!!!
Alle volte si sente la necessità di rompere gli argini ma si tratta di una vera e propria sfida perché non sempre la troppa libertà porta ai risultati desiderati. Anche disegnando “a briglie sciolte” bisogna sempre trovare una chiave che funzioni da un punto di vista grafico.
Al di là di questo devo comunque dire che in questo momento in Disney c’è molta attenzione nei confronti degli autori e viene data la possibilità di rendere molto personali i tratti e di inserire il proprio marchio distintivo all’interno di qualcosa che ha dei paletti ben precisi.
Non nego che negli ultimi anni mi sto divertendo molto sia graficamente che nella lettura del prodotto finito.
In questo momento non sento tanto l’esigenza di essere autore completo. Disegnare mi diverte ancora tantissimo e come dicevo nei nostri confronti viene sempre mostrata una certa libertà interpretativa.
Se sento di poter intervenite con una modifica sul soggetto della storia che a mio parere possa migliorare la narrazione mi sento abbastanza libero di farlo così ne parlo liberamente con lo sceneggiatore e da lì può nascere lo spunto per qualcosa di più strutturato ed approfondito poi è anche chiaro che dopo tanti anni qualche libertà me la prendo, ma si tratta comunque di dettagli che a mio modo servono a rendere la narrazione più coerente.
Più che realizzare una stesura mi piacerebbe dare degli spunti suggerire alcune mie idee su cui costruire la storia che ho in mente lasciando comunque la sceneggiatura ad altri. In passato è già capitato di lavorare in questo modo e per ora l’esigenza di scrivere non è ancora così concreta.
le immagini Disney sono © Disney/Panini