Dopo un’attesa di circa dieci anni la serie di Marvel Ultimate Alliance torna con un terzo capitolo pubblicato da Nintendo e sviluppato da Team Ninja. Sarà riuscita la nuova formula a convincere dopo tutto questo tempo? Scopritelo nella nostra recensione!
Sopito per circa un decennio, il retaggio del franchise di Marvel Ultimate Alliance – in Italia conosciuto come La Grande Alleanza – non sembrava destinato ad essere disseppellito per nuove iterazioni, tanto da essere in pratica dimenticato e messo da parte anche dagli assidui giocatori dei due titoli apripista.
Cogliendo invece l’onda del successo del Marvel Cinematic Universe ed in particolare quella dei due blockbuster Avengers: Infinity War ed Avengers: Endgame, Nintendo non ha certo atteso nel calare il poker agli scorsi The Game Awards, con l’annuncio a sorpresa di un terzo capitolo a primo acchito davvero inaspettato.
Il richiamo all’arco narrativo terminale della Infinity Saga dell’universo cinematografico Marvel non è poi alla fine nemmeno così lesinato, dato che con questo action game torniamo di nuovo alle Gemme dell’Infinito e alla minaccia del titano pazzo Thanos (che nei film tanto pazzo non è), ancora qui accompagnato dai terribili membri dell’Ordine Nero. Quindi a metà tra manovra commerciale ed operazione nostalgia, Marvel Ultimate Alliance 3: The Black Order si propone di convincere una consistente fetta di pubblico grazie alla forza del suo numero di personaggi giocabili e alla duttilità di una narrativa polimorfa in grado di attrarre tanto i fan dei fumetti, tanto ovviamente quelli delle pellicole di Kevin Feige e Marvel Studios.
A gestire lo sviluppo di questa pastiche transmediale troviamo i ragazzi di Team Ninja (Nioh, Dead or Alive), che si trovano a sostituire gli archiviati Raven Software e Vicarious Visions, rispettivamente a capo della primo e del secondo episodio della serie. Nella pubblicazione – e questa la sorpresa più curiosa ed atipica – non più Activision, ma Nintendo, che dunque porta il titolo in esclusiva sulla sua console ammiraglia.
Abbiamo il Team Ninja, Nintendo e la fertile licenza Marvel. Cosa ne sarà uscito fuori? Per scoprirlo non vi resta che leggere la nostra recensione. Marvel Ultimate Alliance 3: The Black Order è disponibile da oggi 19 luglio in esclusiva per Nintendo Switch.
Esplorando l’universo Marvel
La narrativa di Marvel Ultimate Alliance 3 rappresenta di base un gigantesco calderone dove confluiscono influenze non solo dalla controparte cartacea e dal Marvel Cinematic Universe, ma addirittura da singole produzioni indipendenti, come nel caso di Spider-Man: Un nuovo universo, del quale troviamo giocabili Miles Morales e Gwen Stacy con relativi poteri. L’operazione svolta da Team Ninja è de facto un soft reboot di quanto visto in precedenza, che con i titoli passati ha in comune quindi solo le meccaniche centrali del gameplay e più in generale il concept di storia e contesto.
A proposito dell’intreccio, cerchiamo di mettere in chiaro qualche punto di riferimento. Messi in moto gli eventi dalla classica azione maldestra dei Guardiani della Galassia, i membri dell’Ordine Nero (seguaci di Thanos, n.d.r.) riescono a scovare la posizione delle Gemme dell’Infinito prima protette e nascoste da Nebula. Dallo scontro – impari – che ne segue le gemme vengono insomma dislocate in diversi angoli della Terra (e di altre dimensioni), dando dunque il giusto pretesto per avviare una ricerca che coinvolga l’intero immaginario Marvel.
Dalla prigione del Raft alla Xavier Mansion, da Asgard ad Hel, dal Wakanda alla Avengers Tower, The Black Order non manca di costruire una serie di vicende volte solo ed esclusivamente ad incrociare, unire ed assemblare più elementi possibile della casa delle idee. Il roster del titolo – composto da 36 eroi e villain – e il numero di personaggi non giocanti presenti ne è la maggiore dimostrazione, spaziando – per il roster – tra il gruppo classico dei vendicatori e buona parte di Defenders ed X-Men, senza considerare aggiunte estemporanee come quelle di Ghost Rider, Elsa Bloodstone, Venom, Magneto e – come già accennato prima – dal mondo di Un nuovo universo.
Tuttavia, laddove Marvel Ultimate Alliance 3 riesce appunto nel mettere in piedi un’alleanza invidiabile, non riesce invece allo stesso modo a costruire in parallelo un racconto valido che possa in primo luogo giustificare – al di là di una mera e banale caccia al tesoro – la formazione della vasta coalizione e il conseguente vagabondare da una location all’altra dell’universo condiviso. La storia proposta – scritta da Mark Sumerak – non va oltre il semplice presentare situazioni già consolidate, compiaciute in un’essenza data per scontata e mai approfondita od arricchita.
Ultron, Hela, Kingpin, Thanos, Mysterio, Goblin, M.O.D.O.K. e gli altri nemici scorrono come semplici pedine superflue di una struttura che punta solo al recupero delle gemme e alla reificazione dello scontro finale, che pure appare prevedibile da metà campagna e poco sviluppato.
Forse era difficile aspettarsi qualcosa in più da un’esperienza di questo genere, ma di sicuro si poteva fare di meglio nel corso delle circa 15 ore necessarie al completamento dell’avventura principale.
Certo, il gioco è straripante di riferimenti e citazioni, con anche un codex dedicato allo studio di ogni personaggio incontrato e location esplorata, e questo potrebbe fare la gioia dei molti fan entusiasti, ma tutto ciò non basta in assoluto senza un solido elemento diegetico alla base.
Avengers, assemble!
Trattata la storia, tempo di gameplay. Marvel Ultimate Alliance 3 rispetta a larghe linee la stessa formula dei capitoli precedenti, presentandosi come un titolo d’azione dai connotati beat’em up che vede il giocatore controllare uno di quattro personaggi nel party attraverso una visuale dall’alto, qui in parte dinamica.
In realtà l’esperienza nasce e vive nel design della sua natura multiplayer drop in/drop out, attraverso la possibilità di far controllare fino a tre altri eroi/antieroi (in caso contrario gestiti dall’intelligenza artificiale) ad eventuali terzi, sia online (con l’abbonamento a Nintendo Switch Online, ricordiamo), sia ovviamente in locale tra console diverse o sulla stessa console – in questo contesto torna pure il supporto ai Joy-Con singoli.
Più nel dettaglio, al semplice nucleo action dell’avventura si abbina una natura da gioco di ruolo in toto non da sottovalutare, specie in vista del terzo livello di difficoltà (disponibile a campagna completata) e di alcuni boss e mid-boss dimostratisi piuttosto insidiosi. Ogni elemento del roster possiede infatti attributi specifici che lo caratterizzano e distinguono dal resto, crescenti in base al livello del singolo e potenziabili con oggetti dedicati. La durabilità indica la resistenza ad attacchi melee, la maestria l’efficacia degli attacchi speciali, la vitalità i punti vita, e così via.
Gli attacchi speciali di cui prima sono quattro per ciascun personaggio (anche se fino al decimo livello ne avrete solo uno) e rispondono tutti ad attributi (fuoco, blocco, elettricità, ghiaccio e relativi effetti) e tipi di sinergia specifici. Se due componenti del party possiedono mosse con tipi di sinergia affini, potranno appunto combinare le loro tecniche in un’unica mossa special.
Viste tuttavia le differenze di livello inevitabili che si verranno a creare tra eroe ed eroe nell’avanzamento della campagna, Team Ninja viene in aiuto con l’aggiunta delle prove Infinity, sfide estranee alla progressione principale – anche molto impegnative – al termine delle quali si otterranno ulteriori cubi esperienza (nomen omen), globi tecniche e altri materiali che aiutano a colmare il gap. Tra questi figurano gli ISO-8, cristalli potenziabili integrati nella narrativa che – occupando appositi slot – permettono miglioramenti sensibili per i singoli del gruppo scelto per il combattimento.
A tutto questo si sommano i classici bonus interni alla squadra volti a premiare particolari combinazioni; se si gioca con Iron Man, Thor e Captain America, ad esempio, si avrà il bonus relativo agli Avengers.
Il sistema di combattimento specchia questa complessità, seppur con uno schema di comandi fortunatamente piuttosto accessibile anche per l’avventore più inesperto. Il tasto dorsale destro apre il menù degli attacchi speciali, il sinistro permette schivata e parata, i tasti frontali consentono selezione di mosse special, salto, attacchi leggeri e pesanti; il trigger destro viene impiegato invece per gli attacchi sinergia.
Padroneggiare il tutto risulta essenziale, in particolare superate le fasi introduttive, nel continuo tentativo di superare la barra di guardia/stordimento dei nemici più coriacei.
Se quindi la profondità su un piano GDR come dimostrato non manca, risulta un peccato capitale la fastidiosa confusione a schermo, che spesso implode in un banale button mashing, deformato poi in una danza ripetitiva nei vari scontri con i boss, dove si cerca di evitare la mischia per favorire la leggibilità. Mosse special, mosse EX (una volta riempito l’apposito indicatore) e la presenza di una miriade di combattenti e minion nelle arene danno vita ad immagini caotiche nelle quali risulta complesso comprendere cosa si sta facendo.
In questo la definizione ridotta in portatile per Switch non aiuta assolutamente, come nemmeno i cali di frame rate frequenti che flagellano una fluidità già fissata intorno ai 30 FPS. Il salto di definizione in modalità TV migliora la percezione senza dubbio, al netto però di un perenne aliasing davvero fastidioso che colpisce le varie superfici, come da tradizione per la maggior parte dei titoli per Nintendo Switch.
La qualità poligonale dei modelli e il dettaglio delle texture per gli ambienti lascia poi a desiderare, come anche un filtro anisotropico quasi totalmente assente. A volte l’illuminazione riesce a sorprendere, tuttavia il resto del comparto tecnico ha problemi critici che non possono non essere notati persino dall’occhio meno attento.
Per il resto, ottimo lavoro nel cel-shading, nella caratterizzazione delle location (con qualche asettica eccezione), nelle animazioni e nella diversificazione dei moveset per i molti personaggi, con sensazioni di controllo ed effettistica che – come giusto che sia – variano da eroe ad eroe, nonostante le somiglianze spesso presenti tra caratteri simili.
Meno bene al contrario per il level design delle mappe affrontate attraverso i dieci capitoli del gioco, nella maggioranza dei casi monodimensionali e concentrate su uno scolastico susseguirsi di arene e puzzle ambientali in nessun modo brillanti.
In conclusione, qualche ultima parola dedicata alla localizzazione italiana. Marvel Ultimate Alliance 3 è interamente tradotto in italiano per quanto concerne menù, interfaccia e sottotitoli, in parallelo però ad un doppiaggio esclusivamente in lingua inglese di notevole fattura.
Ad esempio, Yuri Lowenthal e Nadji Jeter tornano a vestire i panni di Peter Parker e Miles Morales dopo averli doppiati nel videogioco di Insomniac Games, Steve Blum torna dopo le serie animate ad interpretare Wolverine, Nolan North (che non ha bisogno di presentazioni) doppia Deadpool e via continuando; un casting insomma di eccellenza abbinato a dialoghi presenti estensivamente nel pacchetto ludico, non solo nelle scene di intermezzo.
In definitiva, Marvel Ultimate Alliance 3: The Black Order è un buon titolo per qualsiasi amante del gioco di ruolo che voglia di nuovo tuffarsi nell’immaginario Marvel, al netto di una narrativa non sviluppata ed un comparto tecnico da rivedere. Se avete però Nintendo Switch e volete godervi un’esperienza d’azione da giocare in compagnia, questo è quello che fa per voi.
- Roster ampio e tante location dal mondo Marvel
- Sistema di combattimento soddisfacente
- Possibilità di giocare in multiplayer - anche in locale - fino a 4 giocatori
- Stratificato sistema GDR
- Ottimo lavoro nel doppiaggio
- Narrativa scontata, banale e non approfondita
- Graficamente arretrato
- Cali di frame rate frequenti
- Tanta confusione a schermo