Il 14 luglio 1789 con la presa della Bastiglia aveva inizio a Parigi la Rivoluzione Francese, ma per tuti coloro cresciuti negli anni ’80 e ’90 è il giorno della morte di Lady Oscar, la protagonista del manga Berusaiyu no bara (letteralmente Le rose di Versailles) scritto e disegnato da Ryoko Ikeda.
14 luglio 1789, una data fondamentale per la storia dell’umanità. In quel giorno di metà luglio di duecentotrenta anni fa, con la presa della Bastiglia aveva inizio a Parigi la Rivoluzione Francese. Un periodo di radicale sconvolgimento sociale, politico e culturale che ha investito la Francia e che ha portato alla fine della monarchia assoluta e dell’Ancien Régime nel Paese d’oltralpe, segnato lo spartiacque temporale tra età moderna e età contemporanea e l’emanazione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, vero e proprio fondamento delle costituzioni moderne.
Un periodo quello rivoluzionario iniziato nel luglio del 1789, durato almeno un decennio, che nonostante si sia concluso con l’ascesa al potere di Napoleone e la Restaurazione da parte delle monarchie europee, ha segnato la definitiva fine dell’assolutismo e la nascita di un sistema politico completamente nuovo e basato sul concetto di Stato di diritto, precursori dei moderni stati democratici.
Un periodo quello della Rivoluzione Francese che ha sempre affascinato il mondo dell’entertainment, tanto che innumerevoli sono le opere dedicate ad esso o ai personaggi chiave. Uno dei prodotti più famosi ambientato durante tale periodo è senza dubbio il manga di Ryoko Ikeda Berusaiyu no bara (letteralmente Le rose di Versailles), noto in Italia come Lady Oscar.
Tra i prodotti più noti ambientati nel periodo della Rivoluzione Francese vi è senza dubbio Berisaiyu no Bara, manga di Ryoko Ikeda noto in Italia come Lady Oscar
Il manga della Ikeda racconta in maniera romanzata gli ultimi anni della monarchia assoluta in Francia, e quindi del regno di re Luigi XVI e sua moglie Maria Antonietta. La storia inizia nel 1755, anno in cui nascono le (tre) rose del titolo, persone i cui destini si sarebbero incrociati molti anni dopo alla Reggia di Versilles. In Svezia nasce il Conte Hans Axel von Fersen, primogenito della famiglia dotato di bellezza ed intelligenza. In Francia nasce Oscar Francois de Jarjayes, sesta figlia della casata che da generazioni comanda la Guardia Reale. Infine in Austria nasce Maria Antonietta, figlia dell’Imperatrice d’Austria destinata a passare alla storia.
Dopo la presentazione dei tre protagonisti, con un salto temporale ci troviamo nel 1770, anno in cui Maria Antonietta giunge alla corte di Francia in quanto futura sposa del Delfino. Un matrimonio politico il cui intento è porre fine alla rivalità tra le due potenti nazioni. L’arrivo della bella principessa porterà non pochi scompigli a corte, inizialmente a causa dei contrasti che avrà con Madame Du Barry, favorita di Luigi XV. In secondo luogo per le eccessive spese e gli scandali che la vedono direttamente coinvolta.
Il manga vede protagonisti Oscar Francoise de Jarjayes, Maria Antonia ed il Conte Fersen, tre persone destinate ad incontrarsi a Versailles.
Intrecciando le vite dei tre personaggi e dei personaggi secondari che si muovono sullo sfondo di una corte piena di insidie, e di una Parigi sempre pericolosa polveriera di malcontento popolare, la mangaka ci porta in una realtà storica romanzata in cui non solo assistiamo alla crescita dei tre protagonisti, ma anche e soprattutto al lento ed inesorabile arrivo della Rivoluzione Francese.
Una realtà quella in cui vivono e si muovono Oscar, Fersen e Maria Antonietta tutt’altro che facile. La vita di una regina non è libera e spensierata come la sovrana di Francia credeva da bambina; è piena di persone insidiose, meschine e il cui unico obiettivo è approfittare del potere che possiede per ottenere favori e privilegi.
I tre protagonisti vivono nella classica gabbia dorata, sono prigionieri della propria condizione sociale. Quella descritta nel corso dei numeri è la più classica delle gabbie dorate. Oscar, Maria Antonietta e Fersen sono prigionieri della propria condizione sociale, costretti a seguire un’etichetta in cui non si riconoscono e che gli impone di reprimere la loro vera natura. Nonostante tutti e tre in un primo momento non disdegnino tali regole e vita – che gli permette di vivere nel lusso – quando si renderanno conto che sono catene che ne limitano la libertà faranno di tutto per liberarsi, Oscar in particolare.
Proprio il Comandante della Guardia Reale è il personaggio su cui l’autrice si focalizza maggiormente, nonostante nella prima parte sia in secondo piano. Con il proghedire della storia Oscar diviene sempre più consapevole di sé stessa. Nonostante sia stata cresciuta come un uomo è pur sempre un essere umano con dei sentimenti. Sarà proprio l’amore a farle (ri)scoprire la sua identità sessuale e quindi il suo desiderio di essere sé stessa. Senza alcuna costrizione e alla luce del giorno.
Con il proghedire della storia Oscar diventa sempre più consapevole di sé stessa e sarà grazie all’amore che riscoprirà la sua identità sessuale.
Una manga quello di Lady Oscar quindi che tramite la crescita dei suoi personaggi ci racconta uno degli avvenimenti più importanti della storia mondiale. Allo stesso modo l’autrice tramite un avvenimento storico, e l’epoca in cui si svolge, ci racconta il triste destino che attende i personaggi che si muovono nella storia. Una manga che si fa storia e viceversa, un “dietro le quinte” che porta il lettore a conoscere i sentimenti di tre persone schiacciate dal proprio destino.
Realtà storica si diceva. Leggendo il manga è evidente che l’autrice abbia fatto molte ricerche. Infatti per quanto la storia di Lady Oscar sia stata rielaborata per renderla più interessante per il pubblico, la base su cui si poggia è più che reale. All’interno della vicenda infatti non solo i personaggi che vi appaiono sono realmente esistiti, ma anche gli avvenimenti e gli scandali descritti sono realmente accaduti. Basti pensare al noto scandalo della collana perpetrato dalla contessa Jeanne de Saint-Rémy de Valois ai danni della Regina o alla Fuga a Varennes dei regnanti nel 1791.
Un contesto storico curato in cui i personaggi che vi appaiono sono realmente esistiti e dove gli avvenimenti e gli scandali raccontati sono realmente accaduti.
Un contesto storico curato in cui la Ikeda ci presenta i personaggi chiave del periodo storico in cui il manga è ambientato, spesso accompagnati da didascalie esplicative in cui viene anche esplicitato il ruolo che ricopriranno nella storia di Francia in futuro. Come nel caso di Robespierre o Napoleone. Un manga che soprattutto nella prima parte presenta uno stile scanzonato in cui abbondano facce super deformed, che verrà abbandonato in favore di un linguaggio più drammatico con l’avvicinarsi della Rivoluzione.
Un personaggio quello di Lady Oscar che ha punti in comune con l’eroe tragico greco. Non solo ricorda gli eroi e i semi dei della tragedia per il suo portamento regale e la sua bellezza, ma come gli eroi dell’antica Grecia è in conflitto con sé stessa (conflitto che si instaura in lei quando scopre le condizioni in cui vive il popolo di Parigi). Per quanto circondata da persone che la ammirano è profondamente sola e dovrà prendere decisioni difficili e in assoluto contrasto con la convenzione sociale.
Il personaggio di Lady Oscar ha punti in comune con l’eroe tragico.
Inoltre, per quanto accetti il suo ruolo nella società francese in cui la storia si svolge, così come l’eroe tragico subisce il volere degli dei e il destino che questi gli hanno riservato, allo stesso modo Oscar accetta la vita che il padre ha deciso per lei. La donna è quindi vittima dell’egoismo paterno che in un primo momento asseconda senza dubbi, ma al quale poi si ribellerà quando l’amore le farà riscoprire la sua sessualità. Una ribellione però tardiva e che le farà (ri)scoprire solo in parte cosa vuol dire essere donna.
Un personaggio che se nella prima parte del manga risulta essere in qualche modo granitico, perché privo di dubbi ed anche cinico – essendo nobile si considera superiore a chi di rango sociale inferiore – , con l’evolversi della storia conoscerà una realtà che gli aprirà gli occhi. Un conflitto interiore che prende piede lentamente ed inesorabilmente e che la porterà ad opporsi a tutto e a tutti. Una ribellione che le porterà in eredità il senso di colpa per non essersi accorta di nulla prima e la voglia di fare ammenda facendo la cosa giusta, per quanto difficile.
Un personaggio che decide di agire liberamente, seguendo il suo cuore e con l’intento di rimediare alla sua cecità. Azioni che la consegneranno a un tragico epilogo, perché la doppia colpa di cui si è macchiata – l’arroganza tipica dei nobili ed il venire meno al suo giuramento nei confronti della corona – sono peccati mortali. Una morte tanto tragica quanto eroica per una protagonista affascinante e complessa.
Un’eroina tragica caratterizzata da forza e coraggio, una storia di turbamenti interiori e scoperta di sé che coincide con l’evento storico più importante della storia Europea. Tutti elementi che hanno contribuito al grande successo del manga; un consenso di pubblico che stupì lo stesso editore, che accetto di pubblicare il manga con molte riserve, tanto che come condizione pose l’immediata interruzione in caso di flop. Visto l’ottimo riscontro di pubblico, non passò molto che Lady Oscar divenne un media franchise.
Nel 1974 arriva la versione teatrale della storia. Pratica che negli anni diverrà un must. Lo spettacolo venne portato in scena dalla Takarazuka Revue, compagnia teatrale tutta al femminile, mentre in Italia nel 2009 è stato rappresentato Lady Oscar. François – Versailles Rock Drama, musical in due atti liberato ispirato all’opera della ikeda.
In breve tempo Lady Oscar è divenuto un media franchise.
Nel 1978 arriva il film live action. Scritto e diretto da Jacques Demy il film vedeva protagonista Catriona MacColl, spesso protagonista nelle pellicole di Lucio Fulci, mentre la sua controparte bambina era interpreta da una giovane Patsy Kensit. Il film, nonostante fu girato nella Reggia di Versailles, non venne mai distribuiti nei cinema francesi, mentre in Italia venne chiamato l’intero cast vocale della serie animata per cavalcarne l’onda e dargli più risalto.
A distanza di un anno dal film su Tokyo Movie Shinsha veniva trasmesso l’anime, il quale a differenza del manga non ebbe un grande successo, tanto che in alcune regioni del Giappone venne interrotta al 24° episodio. Destino opposto in Italia, dove la versione animata di Lady Oscar è da sempre molto amata. Trasmesso per la prima volta nel 1982, purtroppo come è spesso accaduto l’anime è stato censurato sia nei dialoghi che nelle sequenze video.
In Giappone l’anime non ebbe successo, tanto da essere interrotto al 24° episodio.
Replicato più volte nel corso degli anni, Lady Oscar fa parte di quegli anime che può vantare due sigle di apertura. La prima cantata da I Cavalieri del Re e la seconda, intitolata Una spada per Lady Oscar, cantata da Cristina D’Avena. In pochi però sanno che di questa seconda sigla esiste una versione interpreta da Enzo Draghi, ovvero la voce da cantante di Mirko dei Bee Hive nella serie Kiss Me Licia.
La serie animata ufficiale non è l’unico anime in cui compare Lady Oscar. Il personaggio – , o meglio una donna che la ricorda – infatti compare nell’episodio Folle amore a Versailles della seconda serie di Lupin III. Membro di una società segreta, la donna vuole ricongiungersi con Andrè, amore della sua vita morto tempo prima e tramutato in statua. In Giappone l’episodio andò in onda qualche giorno prima della prima messa in onda dell’anime di Lady Oscar. Non solo film, anime e gust star, Lady Oscar è stata protagonista anche di video realizzati appositamente per il gioco del pachinko.
Inoltre nel 1984 l’autrice ha pubblicato una miniserie in quattro episodi intitolata Lady Oscar – Le storie gotiche (ベルサイユのばら外伝 Berusaiyu no bara gaiden, lett. Le rose di Versailles gaiden) le cui vicende si collocano poco prima che Andrè venga ferito all’occhio. Mentre nel 1987 la Ikeda inizia la serializzazione di Eroica – La gloria di Napoleone (栄光のナポレオン – エロイカ Eikō no Napoleon-Eroika). Sequel ufficiale di Lady Oscar, il manga racconta dell’impero napoleonico.
Ma la Rivoluzione Francese non è l’unica rivoluzione portata da Lady Oscar. Infatti il manga e la sua autrice sono stati una rivoluzione nel mondo editoriale del fumetto giapponese. Pubblicato sulle pagine di Shukan Margaret della Shūeisha tra il 1972 ed il 1973, non solo Lady Oscar è uno dei pochi prodotti con una protagonista femminile, ma il manga nasce dalla volontà della Ikeda di raccontare una sua versione della storia di Maria Antonietta. La mangaka infatti rimase affascinata dalla biografia dello dello scrittore austriaco Stefan Zweig. Lady Oscar quindi, a differenza di molti manga, non è stata preceduta da una storia one shot di successo.
Lady Oscar e Ryoko Ikeda hanno rivoluzionato il mondo editoriale dei manga.
Ma la rivoluzione più importante riguarda l’aver portato a compimento l’emancipazione femminile nei manga iniziato nei primi anni ’70 con il Gruppo 24, un gruppo di mangaka donna tutte nate nell’anno 24 dell’era Showa cioè il 1949. Infatti prima dell’avvento di tali autrici gli shoujo manga erano realizzati da uomini.
Una doppia rivoluzione quindi quella di Lady Oscar che libera i fumetti per ragazze dei vincoli delle tradizioni, portando nuovi argomenti – in particolare una protagonista che lotta contro una società conservatrice – e veri e propri ribaltamenti di ruoli: basti pensare ad André e al suo ruolo di “balia” nei confronti di Oscar, ruolo fino ad allora tipicamente femminile.
Una vera e propria metafora della condizione della donna in Giappone all’epoca, considerata persona di serie b, tanto che l’autrice in un intervista ha dichiarato che non solo c’era resistenza da parte dei mangaka uomini nei confronti delle colleghe, ma che il suo stesso editore la retribuiva la metà perché se un uomo si fosse sposato avrebbe dovuto mantenere la moglie, se si fosse sposata lei suo marito avrebbe provveduto al suo mantenimento.
Una storia universale e senza tempo quella di Lady Oscar, grazie ad un racconto maturo, dove non mancano momenti cruenti, che per quanto ancorata a fatti realmente accaduti narra di persone che cercano – senza riuscirci del tutto – di ribellarsi alle imposizioni della società in cui vivono nel disperato tentativo di essere sé stessi. Una vera e propria tormentata ricerca di felicità, assaporata solo a tratti.
l’androgina protagonista è divenuta simbolo di forza, coraggio, lealtà e fierezza in cui tutti possono riconoscersi
Una vicenda in cui l’androgina protagonista è divenuta simbolo di forza, coraggio, lealtà e fierezza in cui tutti possono riconoscersi perché ha abbattuto – o meglio frantumato – i modelli maschili e femminili precedenti, portando prima su carta e poi sul piccolo schermo le loro varie sfaccettature. Un personaggio così amato quello di Oscar che da qualche anno sui social il 14 luglio non è il giorno della Rivoluzione Francese ma il giorno della sua eroica morte. Perché è inutile negarlo: Lady Oscar è ognuno di noi.