Nel XIII secolo l’Europa è nel pieno del suo periodo feudale, anticipazione degli imperi e degli stati dei secoli successivi. È anche tempo delle prime concessioni come la Magna Charta Libertatum in Inghilterra, ma non erano solo i sovrani a dettar legge. Nel Mare del Nord sorse una leggendaria lega di mercanti che esercitò una sorprendente forza politica, economica e militare nonostante fosse sprovvista di una terra e di un regno.
Se durante la Storia Antica il Mediterraneo fu la più grande piazza per il commercio, durante l’epoca moderna la sua importanza calò. L’intensificazione dei commerci lungo la via della seta prima e le tratte atlantiche poi, su cui viaggiavano merci esotiche, rappresentavano una fortuna per chi si accaparrava l’opportunità di vendita, tanto da spostare molti affari fuori da esso.
Facendo un passo indietro possiamo però notare come il Mar Mediterraneo passa dall’essere l’unica strada al commercio marittimo ad avere un rivale con cui spartirsi le rotte o un amico con cui condividerle. Tutto questo non prima di un grande passo per l’epoca: il valico delle Colonne d’Ercole.
Nella letteratura classica esisteva un limite invalicabile per l’uomo mortale: le Colonne.
Considerate il limite estremo del mondo conosciuto, espressione della metafora del limite della conoscenza e il non plus ultra (“non più avanti”) scolpito sulle colonne per rimembrare all’uomo il passaggio oltre il quale non si poteva andare. Attualmente questo luogo viene posizionato sullo stretto di Gibilterra.
Questo non solo rappresentava un limite figurativo, ma per secoli è stata la via verso la morte di numerosi intrepidi avventurieri che non fecero mai ritorno, come i fratelli genovesi Ugolino e Vadino Vivaldi che cercarono di circumnavigare l’Africa per raggiungere le indie già nel 1291. Era un’impresa impavida, ma solo fino a quando le avanzate tecniche di navigazione, strumenti ed imbarcazioni, e perché no la fortuna, permisero di sormontare il più grande limite fissato dall’uomo fino a quel momento.
Oltrepassare i limiti della navigazione portò ad allargare gli orizzonti, aumentando le possibilità di commercio, che in quel momento stava prendendo piede. Da una politica economica chiusa e di sussistenza, tipica medioevale, si stava passando al commercio per mezzo della moneta. Le prime eccedenze di grano, sale e pesce permisero il guadagno necessario all’acquisto di prodotti di artigianato e beni di lusso; la macchina dell’economia si mise in moto.
Appena messo il naso fuori casa vennero scoperte nuove terre e ridefiniti i confini. Le isole Europe tra il vecchio continente e le Indie: le Canarie e le Azzorre, furono avvistate la prima volta nel 1351. Così si crearono le nuove rotte ‘sicure’, che proseguendo a sud portavano sulle coste a Nord-Est dell’Africa fino a Capo Verde, anche se i portoghesi non ci arrivarono prima del 1456. Mentre proseguendo a Nord dello stretto di Gibilterra si giungeva nella terra delle fiandre e continuando ulteriormente si andava ad interpolare quel polinomio di città mercantili che formò la più grande lega di mercanti: la Lega Anseatica.
L’Hanse
Il termine Hanse o Hansa, dal tedesco medio, indicava le società o le corporazioni commerciali, nate tra il XII al XVI secolo, al fine di tutelare i diritti commerciali dei mercanti nelle città straniere. Come questa ne sorsero di diverse negli anni, ma la singolarità di quella che divenne poi la Lega Anseatica si ritrova nell’importante ruolo politico che assunse in poco tempo.
La sua nascita non è databile con certezza. Non vi sono molti documenti che fanno riferimento all’alleanza o alla lega prima del XIV secolo, ma una delle prime prove che ci permette di valutare quanto questi mercanti arrivarono a diventare influenti è l‘accordo stipulato tra Enrico II d’Inghilterra e i mercanti di Colonia nel 1157, ottenendo esenzioni e diritti commerciali: in altre parole il libero commercio.
Pian piano i mercanti tedeschi allargarono la loro rete instaurando sedi dell’alleanza non solo nei territori del Mar del Nord, ma anche in quelli del Mar Baltico in cui i mercati iniziavano a farsi interessanti per via dei beni disponibili come le aringhe e le pellicce.
Snodi commerciali furono creati a Visby, Danzica, Riga, Bergen e Novgorod, essenziali per mantenere buoni i profitti nel mercato scandinavo, ostico nei confronti degli stranieri. Ma la più importante delle sedi fu senz’altro Lubecca. La sua posizione permetteva lo scambio dei beni che circolavano nel Mar del Nord con quelli del Baltico.
La città venne rinominata Regina dell’Hansa, scelta nel 1361 come ‘capitale’ della lega. Era la Venezia del Nord Europa.
Fu grazie al duca Enrico il Leone che Lubecca seppe riprendersi splendidamente in seguito ad un rovinoso incendio. Tra il 1158 e 1159 rifondò la città distrutta, facendola prosperare con intelligenti strategie commerciali e politiche come: la libertà di transito e di accesso nella sua città ai mercanti danesi, svedesi e norvegesi, la coniazione di una nuova moneta, l’instaurazione di una dogana cittadina e la concessione territoriale a titolo gratuito per ogni mercante che vi si fosse trasferito li.
Espansione e Monopolio
I mercanti tedeschi, che intrattenevano commerci nel Mar del Nord con l’Inghilterra e le fiandre, per espandersi dovettero guardare alle regioni della scandinavia e della Russia.
Tramite alcuni accordi l’Hansa riuscì ad erigere dei propri uffici nella città di Visby che aprì le porte per la ‘colonizzazione’ delle altre città, fino a raggiungere la remota Novgorod, famosa per le ottime pellicce, verso la metà del XIII secolo.
La rapida espansione aveva portato ad estendere la rete commerciale che arrivava a contare più di 100 città verso la metà del XIV secolo, in cui l’hansa esercitava il proprio potere per favorire i propri commerci.
La proclamazione dello status di Città Libera per Amburgo e Lubecca, comunque fedeli al Sacro Romano Impero, permise la creazione di un’alleanza tra le città. Proprio in questo momento la Lega Anseatica si trasforma ed evolve politicamente. Quindi non ci si riferisce più all’Hansa come una confederazione di mercanti abili nell’arte della retorica, ma si vanno ad individuare i luoghi e le città, in cui essi hanno dimora ed esercitano potere: le Città Anseatiche.
Sebbene queste città risiedessero su diversi stati, riuscirono a mantenere sia legami forti che deboli. Sapevano ridimensionarsi e slegarsi quando era necessario nascondersi e sapevano spalleggiarsi, forti della coesione della lega. Questa elasticità nei legami sembra un’attributo fortificante, e lo è anche stato, fino a quando non si formarono stati con il pieno controllo economico e politico del territorio che si riappropriarono della giurisdizione dei propri mercati.
Nonostante l’impero fosse favorevole alla lega, cercò di limitare la sua strutturazione. Per questo i mercanti si riunivano quasi segretamente nelle diete, tenute con forti irregolarità a Lubecca. L’elasticità della lega si riscontrava anche nelle adesioni a queste diete; nessuno era effettivamente obbligato a partecipare, ma quando bisognava prendere una decisione importante, questa era collettiva senza alcuna discussione.
Ma la ricchezza e il potere della Lega consegue soprattutto dal controllo in molti casi monopolistico che essa esercitava sul grande commercio di esportazione dei Paesi baltici. Il pieno controllo delle riserve di un bene nelle mani di pochi, permetteva di mutare il mercato; con la giusta pazienza la penuria del bene avrebbe fatto lievitare i prezzi, moltiplicando i guadagni di chi invece ne disponeva a palate nei magazzini. Sembra facile a dirsi, ma realizzare anche solo un gioco come questo richiedeva spropositate ricchezze che all’epoca solo la lega, unita, poteva permettersi di sborsare anticipatamente.
E per mezzo di questa posizione di forza, che nel corso del XIV secolo la pone allo stesso livello dei rappresentanti delle monarchie e dei nobili scandinavi, in grado di influenzare considerevolmente le dinamiche politiche delle regioni.
Infatti dove accadevano delle irregolarità che penalizzavano i commerci, la lega agiva anche qui, compatta nel blocco degli scambi, utilizzando una forma di ricatto verso chi pensava di poter giocare sporco e non rispettare gli accordi. Ma qui parliamo di mercanti. Non solo questi blocchi portavano a ripristinare le condizioni stipulate, ma spesso permettevano alla lega di chiedere ancora più concessioni e privilegi: Edoardo I dovette modificare la Charta Mercatoria favorendo, su tutti, i mercanti tedeschi in Inghilterra.
Contro i Vitalienbrüder
I regni, come quello del Sacro Romano Impero, non guardavano alla lega come una minaccia e in realtà collaboravano. Le città libere, amministrativamente autonome, erano come alleanze convenienti per l’impero.
Ad un certo punto però furono altri a combattere la lega come il regno di Danimarca e il nascente regno Olandese, ma sono all’inizio del XV secolo. Mentre le uniche minacce che questa si vedeva rivolte, appunto prima del XV secolo, arrivavano dai corsari del mare: i Vitalienbrüder, capeggiati dal famoso pirata Klaus Störtebeker.
In principio questa compagnia si batteva per il ritorno di Alberto III di Meclemburgo al trono di Svezia, ingaggiando scontri navali con i Danesi. Successivamente si misero in proprio diventando dei corsari al pari dei più famosi dei Caraibi. La lega, dilaniata dai continui saccheggi che puntualmente subiva, creò una propria flotta militare per scortare i più importanti carichi nelle acque baltiche, iniziando un processo di militarizzazione.
Come fanno i migliori mercanti, seppero trovare il buono dalle disgrazie in cui ricadevano. Le rotte marittime bloccate dai pirati, rese necessario individuare percorsi alternativi per adempiere alle commesse. Vennero intraprese rotte terrestri laddove era rischioso perdere il carico in mare, come per le rotte del mediterraneo e quindi Venezia. I mercanti tedeschi sfruttavano il Passo del Brennero per poter raggiungere la ricca città, di cui si diceva:
Quel popolo non ara la terra e non semina, eppure è il più ricco del mondo
I seri problemi con i corsari iniziarono quando questi attaccarono la regione di Gotland, nel 1394, nel tentativo di insediarvisi permanentemente, con l’obiettivo di esercitare il controllo sul baltico diventando una potenza marittima. Presa Gotland ottennero anche la città commerciale di Visby, tagliando un nodo cruciale per le rotte della lega.
Con Visby come covo i Vitalienbrüder riuscivano a colpire più velocemente rispetto che in passato; divenuti più aggressivi, i pirati stavano mettendo in ginocchio tutto quello che i mercanti avevano creato con fatica, ma fortunatamente avevano amici che covavano lo stesso odio. L’ordine Teutonico, detto anche La Spada dell’Hansa, attacca i corsari a Visby nel 1398 e sulla terra ferma i cavalieri crociati sconfissero i famigerati pirati, ma alcuni riuscirono a fuggire.
Dopo la sconfitta le acque del baltico erano troppo pericolose per i pirati e per questo si insediarono più vicino alle coste della Germania, in prossimità di Amburgo. La battaglia appena conclusa aveva nettamente indebolito le file dei Vitalienbrüder, ma questi trassero nuova forza dall’alleanza con i Frisoni, anch’essi pirati, ma di origine tedesca e olandese.
Per rispondere alla nuova minaccia, la città anseatica di Lubecca nel 1400 organizzò una flotta e da Amburgo attaccò i capi frisoni che ospitavano i Vitalienbrüder e abbatté le loro fortezze. Anche in questa occasione riuscirono a scappare, ma nell’anno seguente i Vitalienbrüder furono sconfitti e i loro capi catturati e giustiziati. La fama di questi corsari è ancora conservata perché il termine Vitalienbrüder da quel momento in poi venne utilizzato per indicare ogni tipo di pirata nordico.
I Conflitti del Baltico
Sono passati quasi due secoli da quando l’alleanza vive nei mari del nord, con una prima fase di crescita e affermazione, per poi attraversarne una di instabilità a causa delle scorribande corsare. Non furono molte le azioni militari che la coinvolsero direttamente, fino a questo momento (1400). Spesso affiancava altre fazioni e quindi se ne stava nelle retrovie a supporto, oppure perseguitava la strada del denaro per evitare conflitti rovinosi per le città che vedevano nel commercio l’unica ricchezza.
Il primo grande conflitto militare in cui la lega si vede protagonista avviene contro Valdemaro IV di Danimarca. L’Hansa intraprese la guerra nel 1361 a causa del saccheggio della città di Visby da parte del re. Inoltre cercò di imporre nuove imposte, revocando i privilegi dei mercanti dell’Hansa. Lo scontro si concluse nel 1370 con il Trattato di Stralsund, grazie al quale la lega riacquistava i vecchi diritti e in aggiunta otteneva un 15% dei ricavi del commercio danese.
Nel 1426 la lega si trova a fronteggiare l’Unione di Kolmar formata dai regni di Norvegia, Svezia e Danimarca che stava favorendo l’affermarsi di nuovi mercanti dalla terra dell’odierna Olanda. Il Re danese, Eric, aprì le rotte commerciali a questi mercanti e introdusse una nuova tassa che gravava sulle navi straniere che attraversavano l’Øresund. La lega, dopo diverse vittorie militari, si sentiva molto orgogliosa e pronta ad ingaggiare nuovamente per la difesa dei suoi interessi. Lubecca, Amburgo e altre quattro città dell’Hansa dichiararono guerra all’unione; bloccarono i porti scandinavi e si allearono con i nemici di questa: Enrico IV, conte di Holstein.
Il conflitto si sovrappose con altri e la lega, in inferiorità numerica, cedette il passo, affaticata e sprovvista dei numeri per poter proteggere le rotte e sostenere la guerra. Nel 1435 viene fissata la pace, ma al prezzo dei nuovi pedaggi e di un nuovo concorrente nelle sue acque.
Un altro scontro cruciale fu quello intrapreso nel 1438 e terminato nel 1441 contro l’emergente fazione olandese, che al tempo erano i Paesi Bassi borgognoni, un’agglomerato di feudi franco-tedeschi.
Col tempo i mercanti di Amsterdam si arricchirono, l’organizzazione dei feudi diede coraggio a questi mercanti che rivendicavano un diritto di appartenenza ai mercati della loro terra e non accettavano che gli stranieri avessero privilegi di favore. Quindi chiesero e ottennero il libero accesso al Mar Baltico, rompendo il monopolio anseatico. Il conflitto si concluse con il Trattato di Copenhagen con il quale gli olandesi ottennero i diritti di accesso al mare e ai mercati che questo offriva.
La Grande Aquila
Il quadro in copertina è di Olaf Rahardt e raffigura la Adler von Lübeck, nave da guerra della città anseatica di Lubecca, costruita durante il XVI secolo. L’Adler era al tempo la nave più grande del mondo, misurando 78,30 m di lunghezza e di 2-3000 tonnellate di stazza. La nave venne realizzata per proteggere i carichi nel corso della guerra nordica dei sette anni, ma non fu necessario impiegarla a tale scopo, quindi venne impiegata come nave da carico. Nel 1588 venne smantellata dopo 20 anni di servizio.
Il Declino
Come abbiamo detto, la lega era composta da città distribuite su territori e con regni differenti. I rapporti che esistevano tra l’Hansa e gli altri stati erano di profilo molto alto; discutevano e trattavano con persone influenti come sovrani e duchi e per questo non entrarono mai in contatto, se non per l’atto pratico del commercio, con il popolo.
I regni divisi in feudi erano amministrati da signorie che esercitavano il loro potere sulle città e nei loro intorni. La fitta rete messa su dall’Hansa era molto invidiata dai signori che non avevano il controllo di quello che accadeva nel proprio territorio. Iniziarono a fare pressioni sugli imperatori, ostacolarono quello che fino a poco tempo prima era il naturale flusso dei mercati dell’Hansa.
A Londra, come ad Amsterdam, i mercanti si ribellarono alle continue estensioni dei privilegi commerciali verso l’Hansa e l’ultimo a concederle fu Enrico IV d’Inghilterra. Quando si ripresentò il problema dei contratti, al trono vi era Elisabetta I che nel 1597 espulse la lega dalla città di Londra e fece chiudere lo Steelyard, anche chiamato kontor, edificio presente in tutti i maggiori snodi dell’Hansa. In precedenza toccò la stessa sorte al kontor di Novgorod nel 1494.
In questo modo l’Hansa venne meno nei sui punti di forza. Aveva perso i favori di molti sovrani e importanti basi commerciali e magazzini. La sua elasticità si rivelò una debolezza quando la supremazia territoriale venne reclamata dal rafforzamento delle monarchie, in quanto non poteva contare su nessuna importante difesa giuridica né disponeva di un patrimonio proprio, né di una flotta o di un esercito, tutto era comune e in momenti di difficoltà tutto poteva cadere. Proprio questa inconsistenza costituzionale, questa mancata affermazione in una dinastia, in una terra, si dimostra il limite più grave della Lega. Affermandosi sul mare ha ignorato l’importanza di affondare radici profonde nella comunità, il quale ha rigettato un glorioso impero, sorto per la comunione ingordigia dei mercanti.
Ultime Tracce e La Nuova Lega Anseatica
Nel 1669 si tiene l’ultima riunione formale della gloriosa lega anseatica. A questa vi presero parte solo le città di Lubecca, Brema e Amburgo, che ancora oggi riportano nel nome completo della città la sigla: Hanseatic City. Solo Adolf Hilter con il partito nazista rimosse, temporaneamente, il nobile privilegio alla città di Lubecca attraverso l’Atto della Grande Amburgo, forse per ripicca. La città di Lubecca non permise ad Hilter di tenere li un comizio che fu tenuto nella piccola cittadina vicina di Bad Schwartau. Successivamente, Hitler si riferì a Lubecca come “la piccola città vicino a Bad Schwartau”.
La lega rivive ai nostri giorni soprattutto nella cultura tedesca, grazie alla manutenzione di edifici storici e di citazioni come nella compagnia aerea tedesca Lufthansa (Luft = Aereo) e nella Nuova Lega Anseatica fondata nel Febbraio del 2018 tra l’intesa dei ministri dell’economia di mezza Europa, tra cui: Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lituania, Olanda e Svezia.
Patrician IV
Patrician IV è il gioco perfetto per calarvi nello scenario storico appena descritto. Sviluppato da Gaming Minds, non è sicuramente il gioco meglio riuscito nella loro storia, ma rievoca magnificamente l’affascinante mondo dei mercanti dell’Hansa. Potrete intraprendere la vostra carriera di mercante, produrre da voi i prodotti finiti per massimizzare i profitti dal commercio. Insomma cosa aspettate a tuffarvi in questo mondo? Ah si è uscito nel 2010. Se volete provare qualcosa di più recente allora potete buttarvi su Rise of Venice. Altro titolo Gaming Minds.
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Fonti principali
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