Un documento riservato svela altri inquietanti retroscena sulle condizioni lavorative dei dipendenti Amazon

Un sistema totalmente automatizzato sorveglierebbe i dipendenti, effettuando licenziamenti automatici in base alla produttività rilevata.

Il documento ottenuto dal popolare portale di informazione tecnologica “The Verge” getta altra benzina sul fuoco sulle condizioni lavorative dei dipendenti di Amazon, a quanto sembra monitorati e misurati molto di più di quanto si potesse pensare.

Come si può leggere chiaramente, il sistema di monitoraggio genera avvisi qualora il traguardo di produttività del dipendente non risulti raggiunto, terminando il contratto lavorativo in maniera completamente autonoma al rilevamento di più infrazioni.

 …if an associate receive two final written warnings, or a total of six final warnings within a rolling 12-month period, the system automatically generate a termination notice.

Ma non è finita qui, oltre a esprimere chiaramente quanto i responsabili dell’azienda non abbiano nessun potere di modifica o di intervento sulle percentuali rilevate, scopriamo di come il sistema tenga traccia anche del Time off Task (TOT), ovvero del tempo trascorso dal dipendente lontano dalla propria postazione di lavoro.

…per essere precisi, basta accumulare 2 ore di TOT  per vedersi terminare il contratto automaticamente.

Una volta al giorno il supervisore di turno esamina gli avvertimenti TOT generati dal sistema e ne discute i motivi insieme al dipendente: se la giustificazione risulta accettabile dall’azienda (come una pausa per la toilette), l’avvertimento viene bypassato, altrimenti, per essere precisi, basta accumulare 2 ore di TOT  per vedersi terminare il contratto automaticamente.

Il mancato raggiungimento delle performance, come emerge dal documento, è stata la causa di licenziamento di molti più dipendenti di quanto si credesse ad oggi: le ultime pagine mostrano più di 900 contratti terminati ad agosto 2017 con motivazione “Productivity” o “Productivity Trend”.

 

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