Mortal Kombat 11 è ufficialmente disponibile per PC e console. Ecco la nostra recensione del picchiaduro e l’intervista a Matt Burke di NetherRealm Studios.

È già passato quasi un decennio da quando NeatherRealm Studios ha reinventato uno dei brand più violenti eppure più amati di sempre nel panorama dei picchiaduro: Mortal Kombat. Lo studio di Chicago ha affinato una nuova formula, portandola al suo risultato finale in Mortal Kombat X, anche attraverso la serie Inustice – spin-off nell’universo DC Comics – che hanno costituito un tassello fondamentale per la crescita del gameplay.

Ora, con Mortal Kombat 11, lo studio continua a migliorare le solide basi poste nel 2011 con novità che faranno felici sia i fan storici del brand che i neofiti. Prima di partire con la recensione del titolo (che abbiamo testato in versione PlayStation 4 Pro), vi proponiamo la nostra intervista a Matt Burke, Assistant Producer presso NetherRealm Studios.

 

 

Francesco: Quali sono le novità più importanti nel combat system?

Matt: Direi la meccanica di Krushing Blow. Cercare momenti in cui è possibile eseguirne uno e fare grandi danni all’avversario è davvero divertente, e molto diverso dai capitoli precedenti e credo sia fra tutte le novità più spettacolare, anche da vedere.

Questa nuova funzionalità è stata introdotte per soddisfare principalmente le esigenze dei giocatori professionisti o dei principianti?

Entrambi! Cambia il modo in cui un giocatore professionista può avvicinarsi a una partita, magari tenendosi da parte il Krushing Blow per un momento chiave, o cercando di farne uno all’avversario se ha soddisfatto i giusti requisiti. Per i neofiti si tratta comunque di bei momenti mini-cinematici che aggiungono un po’ di stile a metà partita.

La story mode di Mortal Kombat 11 sembra essere la più profonda di sempre, come mai quest’approccio in un momento in cui i giochi beat ’em up si stanno muovendo più verso la scena competitiva?

Posso confermare che è la nostra storia più profonda, grande e lunga di sempre. Per noi la narrazione è sempre stata fondamentale in Mortal Kombat, è una componente della serie che ha contribuito a differenziarla da altri giochi di combattimento. Per cui non si scende a compromessi: riteniamo di poter soddisfare la scena competitiva anche senza sacrificare l’esperienza di gioco in single player. Vogliamo che i giocatori di tutti i tipi e di tutti i livelli di abilità siano in grado di divertirsi con MK 11 a modo loro.

Mortal Kombat 11 segna anche un incredibile passo avanti per quanto riguarda la sezione grafica e la personalizzazione, puoi dirci qualcosa in più a riguardo?

Grazie! I nostri team artistici e di tecnologia si sono davvero impegnati al massimo per questo gioco. Essere in grado di costruire una variazione kustom con filmati speciali e indossare un tuo equipaggiamento è qualcosa di inedito per la serie. A me piace, ad esempio, provare assetti di “lore” per i personaggi, tipo dare a Scorpion le varie armi fiammeggianti e incandescenti, con le mosse basate sul fuoco. Non vedo l’ora di dare un’occhiata ai giocatori che creeranno i propri personaggi personalizzati.

Mortal Kombat è uno dei franchise più importanti nei videogiochi e ha una grande community. Avete ricevuto feedback da loro? E se sì, come avete usato questi feedback per migliorare il nuovo capitolo?

Sì, ci piace avere fan molto appassionati e ascoltiamo sempre i loro feedback. Qualcosa che stavamo riguardando internamente era il movimento e la velocità dei personaggi, e i nostri fan ci hanno dato commenti simili durante la beta. Così abbiamo preso a cuore i loro commenti e abbiamo lavorato duramente per migliorare la versione finale.

 

 

 

La storia inizia dopo gli eventi di Mortal Kombat X: il corrotto dio anziano Shinnok è stato sconfitto e imprigionato nel tempio di Jinsei, il dio del tuono, Raiden – ormai corrotto dal potere dell’Amuleto di Shinnok che gli ha dato una nuova veste cremisi – tortura Shinnok, appeso a delle catene. Così entra in scena il nuovo antagonista principale, l’onnipotente Kronika, custode del tempo, che ha deciso di intervenire e correggere le cose con un semplice cambiamento: un rifacimento di tutta la storia senza Raiden.

La storia di Mortal Kombat 11 vi terrà impegnati per circa otto ore scandite in 12 capitoli, ognuno dei quali mette in luce uno/due personaggi del roster (ogni capitolo contiene da quattro a cinque partite. Si tratta dello stesso dispositivo narrativo dei precedenti giochi NetherRealm, ma funziona ancora benone. Ogni personaggio ha il proprio tempo, non si ha mai l’impressione che esistano storie marginali o secondarie in questa narrazione.

Ovviamente alcuni personaggi risultano essere i protagonisti principali, ma senza togliere del tutto importanza all’intero roster.

 

La storia di Mortal Kombat 11 non muove da presupposti troppo originali, ma riesce nel suo intento senza scadere nel fan service e restando interessante dall’inizio alla fine, con un ritmo tutt’altro che scontato per un picchiaduro. Ma oltre alla storia, ci sono varie altre modalità per tenerci occupati: fanno il loro ritorno le Klassic Towers, che ci permettono di giocare nei panni di qualsiasi personaggio per salire in cima e affrontare Kronika.

La modalità Krypta ci riporta nell’isola di Shan Tsung.

C’è poi la modalità Torri del Tempo, stesso concept con la variante temporale. Finire una delle Klassic Towers aprirà un finale dove il personaggio che hai usato raccoglierà i poteri di Kronika e modellerà il futuro a proprio piacimento. La modalità più originale resta però la Krypta, che ci riporta nell’isola di Shan Tsung, teatro del primo indimenticabile Mortal Kombat. Qui ci si aggira, in terza persona, per sbloccare nuovi incidenti mortali, concept art, attrezzature, materiali di consumo e molto altro ancora. Purtroppo però è dispersiva e calcolata un po’ male, la progressione si fa presto tediosa e favorisce le microtransazioni.

 

 

La grande forza di Mortal Kombat è la sua accessibilità.

Ma parliamo anche di gameplay, dove Mortal Kombat 11 riprende la formula del decimo capitolo e la porta al top della forma. La grande forza di questa serie, oltre la nota vena violenta e la spettacolarità da b-movie mai così spinta come in questo capitolo, è la sua enorme accessibilità: chiunque può divertirsi fin da subito. I controlli restano piuttosto semplici ed è possibile familiarizzare con le basi in un breve lasso di tempo.

La velocità d’azione è stata ribilanciata ed è cambiato anche il sistema delle barre.

Questo non significa che il titolo non abbia profondità, anzi. Come diceva Matt anche in una delle risposte della nostra intervista, il team ha ascoltato i feedback della community rivedendo molto il sistema di movimenti: sparisce la corsa ma l’azione non risente di un rallentamento, perché per controbilanciare è stata aumentata sensibilmente la velocità generale dei moveset. Aggiunge ulteriore profondità e tattica anche il cambiamento nel sistema delle barre, non più condivise fra attacco e difesa, quindi con più libertà di scelta.

Vale anche la pena di notare che i Fatal Blows, le mosse incredibilmente spettacolari e dannose che ti permettono di recuperare quando sei in svantaggio, non sono più legate alle bare. Una volta raggiunto il 30% di salute, è possibile avviarle premendo entrambi i grilletti simultaneamente (ma solo una volta per partita). L’aggiunta più rilevante resta la Krushing Blow, come già anticipato da Matt nell’intervista: attacco potenziato con tanto di cut-scene che, per essere attivato, richiede il compimento di specifiche azioni durante il match, che variano da un combattente all’altro.

 

 

 

 

Infine non possiamo non citare l’enorme ventaglio di personalizzazioni dei personaggi che Mortal Kombat 11 mette a disposizione dei giocatori (con tanto di tutorial per chi si volesse avventurare nelle profondità di tale sistema). Non mi dilungo oltre sulla cosa, ci vorrebbe un articolo dedicato per sviscerarne ogni aspetto, ma vale assolutamente la pena provare a creare i vostri mix.

Dal punto di vista grafico e sonoro siamo allo stato dell’arte per i picchiaduro: nessuno nell’intero panorama del genere può vantare valori produttivi pari a quelli di MK 11, che si attesta a pieni voti come il più spettacolare fighting game di questa generazione. L’ultima fatica di NetherRealm Studios è un must per tutti gli appassionati del genere, e anche un titolo che non dovrebbe mancare nella libreria di nessun vero videogiocatore.

91
Mortal Kombat 11
Recensione di Francesco Ventrella
ME GUSTA
  • Story mode ricchissima e spettacolare
  • Tante modalità, tra novità e graditi ritorni
  • Comparto tecnico sublime e valori produttivi altissimi
FAIL
  • Forse la storia poteva essere un po' più lunga