Quando si parla di guerra si parla di grandi battaglie, strategie, uomini che hanno cambiato le sorti della storia e di prime volte.
La prima volta che è stata combattuta una battaglia tra carri armati (1918), la prima volta che è stata bombardata una città dal cielo (1915), la prima volta che è stata usata un’arma atomica e così via. Raramente invece si parla di ultime volte, le ultime volte sono noiose.

Dopotutto c’è sempre un ultimo durante i grandi eventi, ma quasi nessuno se lo fila.

Ci fu di sicuro un ultimo soldato ad abbandonare Stalingrado prima della resa, così come un ultimo carro armato ritirarsi dopo la battaglia di Kursk, o un ultimo aerosilurante a Pearl Harbor.

Ma ci sono anche ultimi più interessanti, ad esempio i soldati che si arrendono, ponendo di fatto la parola fine alle guerre, anche se già concluse.

Il cinema e la televisione ci hanno abituato all’idea dell’irriducibile soldato giapponese che si arrende decine di anni dopo la fine della guerra perché non sapeva fosse conclusa.

Ma chi fu l’ultimo soldato tedesco ad arrendersi, e quando?

La risposta in questo caso è abbastanza semplice, fu Wilhelm Dege, si arrese con i suoi uomini il 4 settembre 1945 a un capitano norvegese, concludendo finalmente una serie di battaglie combattutesi nel luogo abitato più a nord del pianeta, le isole Svalbard.

E oggi andremo a raccontare questa storia, una pagina poco conosciuta della Seconda Guerra Mondiale, ma una storia decisamente movimentata per un posto di cui, ancora oggi, la maggior parte delle persone ignora bellamente l’esistenza.

 

 

Le Isole Svalbard

 

 

 

1940 – Operazione Weserübung

Tra il 7 e il 9 aprile i tedeschi fanno la loro mossa, la Wermacht invade la Danimarca, in quella che viene ricordata come “la passeggiata”

Durante la guerra la Norvegia era una nazione di interesse sia per la Germania che per gli Alleati, entrambi avevano in cantiere piani per la sua occupazione, ma furono i tedeschi ad agire per primi.

Tra il 7 e il 9 aprile i tedeschi fanno la loro mossa, la Wermacht invade la Danimarca, in quella che viene ricordata come “la passeggiata”, i tedeschi completano l’occupazione in meno di 24 ore con un bilancio di 20 feriti.

Tra il 7 e l’8 aprile reparti da sbarco tedeschi e paracadutisti occuparono diverse teste di ponte sul suolo norvegese, nonostante l’iniziale resistenza, l’esercito norvegese non era assolutamente in grado di opporsi alla macchina bellica nazista, gli aiuti Alleati furono tardivi e insufficienti e un mese dopo la Norvegia era sotto il controllo tedesco insieme alle isole Svalbard.

 

 

 

1941 – Operation Gauntlet

Mentre le difese sovietiche crollavano come un castello di carte dinanzi all’avanzata tedesca, l’alto comando Alleato individuava nelle Svalbard un punto strategico da colpire per una serie di ragioni.

  1. Negare alla Germania i rifornimenti di carbone estratti nelle miniere delle isole
  2. Negare alla Germania la possibilità di usare le isole come osservatori metereologici, particolarmente importanti per la battaglia dell’Atlantico e per l’operazione Barbarossa
  3. Evitare che i tedeschi usassero le isole come base per colpire i rifornimenti che gli alleati inviavano alla Russia attraverso la rotta artica.
  4. Quattro

I canadesi, avvezzi al clima proibitivo dell’estremo nord, si offrirono di portare a termine l’operazione. Il 25 agosto i soldati canadesi invasero a sorpresa le isole non incontrando alcuna resistenza, i macchinari industriali e le miniere vennero distrutti e l’intera popolazione evacuata.

 

Genieri dell’esercito canadese fanno esplodere una centrale per le telecomunicazioni tedesca durante l’operazione Gauntlet, agosto-settembre 1941.

 

 

 

1941 – Operation Bansö

I tedeschi reagirono rapidamente e stabilirono un ponte aereo per rioccupare le isole e posizionarci una stazione radio. Cosa che riuscirono effettivamente a fare posizionando una stazione metereologica automatizzata.

La stazione però durò poco in quanto un gruppo di guastatori canadesi raggiunse nuovamente le isole e la distrusse.

A questo punto i tedeschi ci riprovarono, stavolta sbarcando anche personale e materiali.
Ma gli alleati erano vigili e il 19 ottobre 4 dragamine raggiunsero le isole sbarcando alcuni soldati, i tedeschi però avevano avvistato le navi e provveduto a evacuare il personale prima dell’arrivo degli inglesi.

Appena gli inglesi se ne andarono i tedeschi ritornarono, e rimisero in piedi la loro stazione meteo nella zona di Spitzbergen lasciando sul posto 6 meteorologi.

Ormai era pieno inverno e quindi i tedeschi rimasero li indisturbati a mandare le previsioni del tempo.
Solo a maggio del 1942 le condizioni meteo permisero ai tedeschi di riprendere i voli.
Il primo Heinkel che atterrò nuovamente sulle Svalbard fu accolto festosamente, visto che i 6 tedeschi erano 6 mesi che non vedevano anima viva.

 

 

1942 – Operation Fritham

La guerra metereologica si stava mettendo bene per gli Alleati: l’Artico è dove si formano le condizioni meteo che influiscono sul nord Europa quindi entrambe le parti cercavano di accaparrarsi queste preziosissime informazioni e negarle alla controparte.

Forti del controllo dei mari gli Alleati avevano già segnato diversi punti distruggendo le stazioni meteo naziste in Groenlandia e sulle isole Bear.
Rimanevano le Svalbard.

I norvegesi si offrirono di contribuire all’invasione con alcuni nativi delle isole, che conoscevano il territorio ed erano avvezzi al clima.
Gli inglesi decisero quindi di andare in grande stile questa volta e togliere ai tedeschi la loro ultima stazione meteorologica.
L’attacco fu lanciato il 13 maggio, ma questa volta i tedeschi erano pronti, la Luftwaffe lanciò una serie di raid aerei sulle forze da sbarco e contro la testa di ponte, distruggendo due navi da trasporto e uccidendo 12 uomini (su un totale di 82).

Gli Alleati riuscirono comunque a occupare una testa di ponte a Barentsburg e impiantarono una loro stazione meteo, ma non furono in grado di trovare e occupare quella nazista (che era nella zona di Spitzbergen).

 

Vista di Longyearbyen (2006)

 

 

1942 – Operation Gearbox

Gli Alleati però non si persero d’animo e il 30 giugno lanciarono l’operazione Gearbox, il contingente a Barentsburg venne rifornito e rinforzato e una serie di voli di ricognizione individuarono la stazione meteo tedesca.

I canadesi quindi passarono all’offensiva e raggiunsero la stazione meteo nemica, solo per scoprire che era stata abbandonata tre giorni prima e i tedeschi erano scappati in Norvegia.

L’operazione fu comunque un successo e gli Alleati lasciarono sulle isole un contingente norvegese a occupare la zona e mantenere attiva la loro stazione meteo.

 

Focke-Wulf Fw 200 Condor

 

 

1943 – Operation Zitronella

I tedeschi passarono al contrattacco nel settembre del 1943, mentre l’Italia capitolava le corazzate Scharnhorst e Tirpitz insieme a diverse navi d’appoggio e un battaglione di fanteria attaccava le basi norvegesi.

L’assalto fu un successo totale, i norvegesi non avevano forze per opporsi ma i tedeschi ottennero ben poco se non distruggere le stazioni radio e le infrastrutture nemiche.

I norvegesi si ritirarono nell’entroterra e tornarono a occupare sia Barentsburg che Spitzbergen appena i tedeschi se ne andarono.

 

Schlachtschiff “Scharnhorst”

 

 

1944 – Operation Haudegen

Nel settembre del 1944 quando ormai le sorti della guerra erano abbastanza decise i tedeschi lanciarono un’ultima operazione per garantirsi una base meteo in vista dell’inverno. A bordo del sottomarino U-307 e della nave da carico Carl J. Busch furono trasportati sull’isola 12 tedeschi tra meteorologi e soldati.

I tedeschi trovarono un punto abbastanza nascosto e irraggiungibile nel fiordo di Rijpfjord, dove costruire la loro stazione meteo. E iniziarono a trasmettere, questa volta senza essere scoperti e raggiunti dagli inglesi, ma dovendosela vedere con gli orsi polari.

 

 

La Resa

Per tutto l’inverno, con temperature di -40° i tedeschi continuarono il loro lavoro di meteorologi. Le notizie che ricevevano dalla Germania erano sempre più scarne e non avevano idea di cosa stesse accadendo in Europa.

Il 7 maggio del 1945 ricevettero una comunicazione che diceva loro che la Germania si era arresa e di distruggere tutti i documenti e gli equipaggiamenti.

Poi più nulla.

 

Il gruppo era abbandonato a sé stesso con giusto una scialuppa e cibo per 2 anni.
Il 4 settembre del 1945, dopo quasi un anno di isolamento, una nave norvegese raggiunse la stazione tedesca.

Per alcuni mesi i tedeschi continuarono a cercare di comunicare con la Germania ma la loro banda non riceveva nulla. Alla fine, ad agosto, decisero di passare su un’altra banda per cercare aiuto.

Il loro messaggio venne ricevuto dai norvegesi che si resero conto di cosa stesse succedendo. Il 4 settembre del 1945, dopo quasi un anno di isolamento, una nave norvegese raggiunse la stazione tedesca.

I tedeschi andarono incontro ai norvegesi, ci fu una gran cena tutti assieme e alla fine della festa il comandante del gruppo, Wilhelm Dege, si arrese insieme ai suoi 11 uomini al capitano norvegese, diventando l’ultimo tedesco ad arrendersi, a quattro mesi dalla fine della guerra.

E finalmente le isole Svalbard conobbero la pace.

 

 

Il gruppo di tedeschi tornò in Germania, trovando un paese distrutto, le città bombardate e in rovina. Con la discesa della Cortina di Ferro il gruppo fu diviso tra est e ovest e i membri non riuscirono mai più a riunirsi.

Oggi le Svalbard sono una meta turistica per molte persone, se vi capita di andarci, la stazione radio tedesca è ancora lì. E la prossima volta che guardate le previsioni del tempo in coda ai notiziari e pensate che siano una perdita di tempo, ricordatevi che prima dei satelliti c’è stata gente che è morta e gente che ha vissuto un anno in isolamento per ottenere gli stessi dati che oggi ci sembrano così scontati.